Dokument-Nr. 18309
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 28. Juli 1926

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Betreff
Circa mio vViaggio a Paderborn
Accogliendo il cortese invito, ripetutamente rivoltomi dal Rev.mo Mons. G. Klein, Vescovo di Paderborn, sabato 24 corr. mese, accompagnato dal cConsigliere della Nunziatura, mi recai a Paderborn in quella città per celebrarvi l'indomani la Messa Pontificale in occasione della festa di S. Liborio, patrono della città e dell'intera diocesi.
Fu Si convenutonne col sullodato Mons. Vescovo che, per maggior convenienza comodità di orario, sarei sceso a Bielefeld, stazione prossima a Paderborn, ove arrivai all'1 ½ pomerid., ed ove gran folla erasi adunata.
Erano colà a ricevermi, oltre al Rmo Mons. Klein col suo segretario, il Preposto del Capitolo, Rev.mo Sig. Canonico Linneborn, deputato al Landtag, prussiano, con due altri Canonici, il primo borgomastro di Paderborn, Sig. Haerten col primo Consigliere municipale, Sig. Peters, il Rev. parroco di Bielefeld ed i sacerdoti di questo quel decanato.
In sei automobili il corteo si diresse verso Paderborn, giungendovi dopo un'ora all'incirca. Alla Porta Nord, vicin presso la quale erano state erette per la
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circostanza dieci colonne, ornate dai colori pontifici, scesi dall'automobile, e con Mons. Vescovo presi posto in una magnifica carrozza tirata da quattro cavalli, montati da valletti in livree rosse, e preceduta da due staffette a cavallo.
In mezzo a due fitte ali di popolo plaudente, dinanzi a cui stavano schierati lungo tutto il percorso i bambini, i ragazzi e le ragazze delle scuole, (recanti ciascuno un mazzo di fiori e reggenti delle ghirlande di verdura), gli studenti del ginnasio e delle altre scuole, si giunse al suono delle campane, al palazzo Vescovile.
Indossata ivi la mozzetta, insieme a con Mons. Vescovo, e al suo Segretario e col Consigliere della Nunziatura, mi recai per i solenni primi Vespri al Duomo, ove erano ad attendermi il i membri del Capitolo e gli alunni del Seminario. Fatta la visita al SSmo Sacramento, e rivestiti quindi nel Coro gli abiti pontificali, si scese processionalmente nella Cripta a prendervi le Reliquie di S. Liborio che vengono esposte sull'Altare Maggiore , durante tutto l'ottavario.
Il grande, prezioso Reliquiario, in forma di sarcofago, di argento dorato, finemente cesellato, adorno di angeli e graziateose   statue figure di santi, è portato a spalle, mediante lunghe spranghe di ferro legno, da sedici uomini (che si danno il turno) in ricchi manti di velluto rosso con nastri d'oro.
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Usciti quindi per una delle navate laterali, sSi fece quindi ritorno processionalmente al Coro a traverso la navata centrale del vasto Duomo, in stile gotico, gremito di fedeli, mentre un magnifico potente organo riempiva il sacro tempio delle note più armoniose.
I Vespri furono cantati in gregoriano alternativamente dal Coro e dalla Cappella della Cattedrale, assai bene formata dal Rev.mo Can. Müller, direttore generale della Società di S. Cecilia in Germania, il quale si è molto adoperato e si adopera tuttora con zelo affinché siano attuate le sapienti norme Pontificie per la Musica Sacra.
Tanto nell'andata come nel ritorno dal Duomo fui fatto segno a vive ovazioni.
Avendomi quindi Mons. Vescovo accompagnato per una passeggiata in città, riccamente imab imbandierata ho potuto potei mi fu dato di constatare come tutte le vie, gli edifici pubblici e le singole case, quelle specialmente degli Istituti religiosi, fossero imbandierate con colori pontifici e locali, ed ornate di festoni, di ghirlande e di fiori.
Paderborn è una graziosa città di poco più di 30.000 abitanti, senza fabbriche e senza grandi industrie, che la ha la sorte di essere quasi interamente cattolica, ciò
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che devesi, oltre ad una speciale manifesta protezione del Cielo, allo zelo dei suoi pPastori e particolarmente alla fermezza del Vescovo-principe Iseburg Isenburg Teodoro von Fürstenberg, il quale, al tempo della così detta cosiddetta Riforma, seppe fortemente resistere al torrente invasore del protestantesimo. Un grandioso monumento eretto nella Cattedrale, ne conserva le spoglie mortali e ne perpetua la memoria benedetta.
Alle ore 9 ½¼ ebbe luogo sulla piazza del mMunicipio una imponente riuscitissima fiaccolata, cui parteciparono tutte le associazioni cattoliche maschili, le organizzazioni cat operaie cattoliche ed una immensa folla. Con Mons. Vescovo, col Vescovo Ausiliare, Mons. G. Hillebrand, tornato da una visita pastorale, col primo borgomastro ed il cConsigliere della Nunziatura, salii in una tribuna appositamente eretta, mentre un [sic] altra era riservata al Clero ed al Consiglio municipale, ed ed a altri personaggi.
Dopo il canto del "'Tu es Petrus", eseguito dai Seminaristi, prese la parola il borgomastro, dandomi il benvenuto a nome della città e ringraziandomi dell'onore che avevo voluto tributarle con la mia visita. Da ottimo cattolico qual'è [sic], egli ebbe elevate
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espressioni di venerazione filiale per il Papa, disse dell'attaccamento del popolo alla Sua augusta amata Persona, aggiungendo parole di profonda gratitudine per quanto la S. Sede fece per al fine di lenire i mali della guerra e le sue dolorose conseguenze.
Mi alzai quindi a parlare ringraziando per il cortese invito del zelante Vescovo e per l'entusiastica cordialissima accoglienza ricevuta. Rievocai brevemente, nello suo svolgimento storico risalente sino dai ai tempi di Carlomagno, le principali memorie della diocesi di Paderborn , e quanto ciò che alcuni fra i più insigni Pastori fecero per il bene del popolo e delle anime, ricordando altresì la speciale salutare attività spiegata durante l'ultima immane spaventosa guerra dal Rev.mo Mons. Emo Schulte, allora Vescovo di Paderborn, e dai suoi collaboratori mediante un il noto ufficio ecclesiastico di assistenza, per i prigionieri ottimamente organizzato, per i combattenti soldati, militari al fronte, e di informazioni per i dispersi ed i prigionieri di guerra. Esortai infine il popolo a perseverare ed a crescere nel loro nella loro fedeltà e nell' loro amore alla Chiesa ed al Suo Capo supremo, il Romano Pontefice.
Subito dopo si ritornò al palazzo Vescovile, dinanzi al quale dovevano sfilare il corteo con le fiaccole. Fui costretto a trattenermi al balcone per circa un'ora, onde dare soddisfazione a quella ' immensa moltitudine che non cessava passando di acclamare.
L'indomani, 25 Luglio, festa di S. Liborio, di buon [sic] ora, come mi fu riferito, i fedeli
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riempirono le chiese per ascoltare la S. Messa ed accostarsi in gran numero ai SS. Sacara Sacramenti.
Alle ore 9, allo stesso modo come per i primi Vespri, si andò al Duomo per il Pontificale. Cantata Nona, incominciai la M Messa dinanzi al SS.mo Sacramento esposto, come usasi generalmente qui nelle maggiori nella Solennità. di S. Liborio. La Cattedrale era gremitissima: rare volte, mi fu detto, si vide tanta gente, la quale assistette al S. Sacrifizio con raccoglimento e pietà esemplare. La Cappella La "Schola cantorum" eseguì scelta musica. Dopo la comunione, Finita <Quindi> il Vescovo salì sul pulpito per fare il panegirico del Santo, durante il quale per pronunziare una predica, nella quale comunicò raccomandò vivamente l'ubbidienza, la devozione al Capo visibile della Chiesa. Alla fine della Messa servendomi Infine, valendomi dellea facoltà concessea, ai Nunzi, diedi in forma solenne la Benedizione Papale con Indulgenza Plenaria. A stento si poté uscire per la gran ressa.
All'1 ½ ebbe luogo nel Convitto Teologico un pranzo, ufficiale cui intervennero le auto aAutorità civili, il cCapitolo cattedrale, tutti pProfessori dell'Accademia teologica e distinte personalità laiche. Mons. Vescovo disse sentite parole all'indirizzo del S. Padre e del Nunzio in Germania.
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Alle ore 5 ½ era stata fissata la visita al suddetto Convitto Teologico , ed all'annessa e dell' Accademia Teodoriana (Collegium Leoninum), ampio recente edificio, con magnifiche sale, frequentato da oltre un centinaio di alunni che ivi studiano per due anni la Filosofia, per altri due e la S. Teologia; compiendo gli ultimi tre semestri di Teologia pastorale e di immediata preparazione al sacerdozio nel Seminario propriamente detto, il "Priesterseminar", come qui vien denominato.
Si cominciò principiò con un breve trattenimento musicale,; quindi il Superiore , sullodato Rettore dell'Accademia teologica, Sac. Prof. Müller, pronunziò un discorso. , in cui affermò la fedeltà a nome del Corpo insegnante alla S. Sede. fece professione di fedeltà alla S. Sede Romana. Risposi ringraziando ed insistendo specialmente sullo studio della Filosofia e della Teologia secondo scolastica sulle orme secondo il metodo di S. Tommaso, e sulla necessità di una solida formazione scientifica ed spirituale , onde essere ascetica, affinché i giovani chierici siano più tardi in grado di esercitare con frutto il sublime ministero sacerdotale. Visitai poscia la biblioteca, assai ricca, il vasto o l'ampio orto e giardino annesso, mentre prima avevo già visitato la bella cappella.
Mi recai anche per pochi istanti presso dalle Figlie della Carità, quindi dalle Suore dette della Carità Cristiana, fiorente Istituto diocesano, che ha numerose Case nelle Americhe. Si terminò colla visita al "Priesterseminar" ed al Duomo.
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L'indomani alle ore 9 ½ visitai ancora un fiorente Collegio diretto da Suore, che hanno oltre seicento alunne, con scuole elementari, ginnasiali e tecniche.
Alle ore 11, dopo aver ricevuto la visita del primo borgomastro, lasciai il palazzo vescovile, come era stato stabilito, per recarmi alla stazione e far ripartire per Berlino. Contro mia aspettativa gran folla erasi portata sul percorso delle sulle vie che dovevo attraversare, desiderosa di ricevere un'ultima volta la benedizione del Nunzio Apostolico. Anche per un lungo tratto della ferrovia molta gente si era schierata, agitando fazzoletti ed acclamando.
Mi era stato significato detto da persona autorevole prima della mia partenza per Paderborn, di non meravigliarmi se, non fossi dato il carattere di quella popolazione, non sarei [sic] fatto segno a quelle clamorose manifestazioni che altre città avrebbero forse al Rappresentante del Santo Padre. Posso invece attestare di avervi ricevuto la più festosa, cordiale e simpatica accoglienza. Ma ciò che maggiormente importa, debbo dichiarare con mio vero conforto di essere stato edificato dal contegno riverente e devoto di quellae buonae popolazionei, mentre spero di avere , colla grazia del Signore, in qualche modo contribuito ad infondere sia nel Clero, – soprattutto nei leviti del Santuario –, come nei fedeli un attaccamento sempre più forte alla Sede Apostolica ed un amore più filiale verso l'Augusta Persona del Vicario di Gesù Cristo.
Chinato umilmente...
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 28. Juli 1926, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 18309, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/18309. Letzter Zugriff am: 20.04.2024.
Online seit 29.01.2018, letzte Änderung am 10.09.2018.