Dokument-Nr. 20438
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 02. August 1929
Regest
Pacelli sendet die Note inklusive Anlagen des deutschen Botschafters und preußischen Gesandten beim Heiligen Stuhl von Bergen zurück, in der die preußische Regierung forderte, dass einerseits einigen preußischen Gemeinden ihre Güter, die auf polnischem Territorium liegen, zurückgegeben werden und dass andererseits die Gemeinden, die nun auf polnischem Gebiet liegen, weiterhin den finanziellen Verpflichtungen aus der Zeit, als sie noch zu Preußen gehörten, gegenüber den preußischen Kirchen nachkommen. Der Nuntius teilt mit, dass er sich im Rahmen der Konkordatsverhandlungen mit Preußen erfolglos darum bemühte, den Streit um die Patronatsverpflichtungen zu lösen. Wie aus seinem Bericht vom April 1927 hervorgeht, sollten die Verhandlungen auf einen günstigeren Zeitpunkt verschoben werden. Nach dem erfolgreichen Abschluss des Konkordats scheint es nach Pacellis Einschätzung möglich, die gesamte Frage der Teilung der Güter zwischen den deutschen und polnischen Grenzdiözesen nun zu regeln, wie es Gasparri bereits in seiner Weisung vom Oktober 1925 wünschte. Da es der Berliner Nuntiatur nicht möglich ist, direkt mit dem polnischen Episkopat zu verhandeln, sieht Pacelli zwei mögliche Vorgehensweisen. Entweder verhandeln die deutschen und die polnischen Bischöfe direkt miteinander und sie legen das Ergebnis dem Heiligen Stuhl zur Genehmigung vor. Mit Verweis auf eine entsprechende Äußerung des Ermländer Bischofs Bludau befürchtet Pacelli allerdings, dass dies nicht funktionieren wird. Oder der Heilige Stuhl legt eine Entscheidung vor, zu der die deutschen und polnischen Diözesen Stellung nehmen können. Pacelli erinnert in diesem Zusammenhang daran, dass die Konzilskongregation dem Staatssekretariat im Dezember 1925 bereits eine Stellungnahme betreffend die Kurien in der Apostolischen Administratur Pomesanien zukommen ließ. Bludau insistierte im beiliegenden Schreiben in diesem Sinne.Betreff
Questioni di beni appartenenti a parrocchie situate sul confine
prussiano-polacco
Durante le trattative per il Concordato con la Prussia cercai di ottenere che si giungesse ad una soluzione della vertenza degli oneri di patronato fra la Germania e la Polonia; ma la mia proposta non fu allora accolta dai negoziatori prussiani, cosicché, per non aggravare ancor più i già tanto complicati ed ardui negoziati, la cosa dové essere differita a tempo più opportuno (cfr. Rapporto N. 37257 dell'8 Aprile 1927 e Dispaccio N. 1234/27 del 26 s. m). Ora però che il Concordato è stato concluso, sembrami che non vi sia più difficoltà a che la intiera questione della divisione dei beni fra le diocesi di confine tedesche e polacche sia
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definita, in conformità di quanto
l'E. V. si degnava di prospettare nell'ossequiato Dispaccio N. 46846 del 29 Ottobre 1925. Per raggiungere tale scopo, e non
essendo possibile a questa Nunziatura di intervenire presso i Revmi Ordinari della
Polonia, parmi subordinatamente che due modi di procedere potrebbero essere presi in
considerazione: 1º) un accordo diretto tra i Vescovi, da sottoporsi poi
all'approvazione della S. Sede. Questo metodo non sembra tuttavia, date le esperienze
già fatte, che dia molta speranza di esito favorevole. Infatti lo stesso Revmo Mons.
Bludau, Vescovo di Ermland, in una lettera del 15 Marzo 1926
scriveva già che "la via di trattative diretta colle diocesi vicine non è praticabile né
conducente alla meta" (cfr. Rapporto N. 34854 del
17 Marzo 1926). 2º) Una decisione della S. Sede, alla quale le diocesi,
tedesche e polacche, interessate dovrebbero sottomettere le loro ragioni. Al qual proposito
mi sia lecito di ricordare che alla S. C. del Concilio fu già
dall'E. V. trasmessa la questione relativa ad alcune
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situate nel territorio dell'Amministrazione Apostolica di Pomesania (cfr. Dispaccio N. 49347 del 3 Dicembre 1925). Il sunnominato Vescovo di Ermland ha
anzi testé insistito di nuovo in questo senso, come l'E. V. potrà rilevare dal qui
accluso foglio N. 3292 in data del 10 Luglio
scorso.Chinato