Dokument-Nr. 2265
Pacelli, Eugenio an Sincero, Luigi
, 11. November 1927
Regest
Pacelli äußert weisungsgemäß seine Einschätzung zu einem Bericht des Nuntiaturauditors Centoz über ein Gespräch mit dem Botschaftsrat und Geschäftsträger der Sowjetunion in Berlin Bratman-Brodowski. Der Nuntius hält es für illusorisch, mit der gegenwärtigen Regierung in Moskau, die er für religionsfeindlich erachtet, eine Vereinbarung über die Lage der Kirche im Land zu treffen. Seiner Meinung geht es bei den Verhandlungen nur darum, den dünnen Faden zur Sowjetunion nicht abreißen zu lassen und noch schärfere Verfolgungen von Priestern und Gläubigen zu verhindern. Der Nuntius erfuhr von seinem Privatsekretär Gehrmann, dass der sowjetische Volkskommissar für Auswärtige Angelegenheiten Tschitscherin drohte, die Sowjetregierung werde die katholische Kirche und jegliche Glaubensausübung im Land für illegal erklären, wenn der Heilige Stuhl keine Vereinbarung abschließt. Aufgrund dessen geht es Pacelli zufolge einzig darum, Zeit zu gewinnen, um größeres Übel abzuwenden. Daher schlägt er vor, in einer Antwort vorzuschlagen, mit der Prüfung der drei vom Heiligen Stuhl gestellten Fragen zu beginnen und dann mit allen weiteren Punkten fortzufahren, um die gesamte Lage der katholischen Kirche auf dem Gebiet der Sowjetunion zu klären. Sollte die Regierung damit nicht einverstanden sein, könnte man, so der Nuntius weiter, die von ihm im September 1925 vorgelegte Note prüfen; anderenfalls sollen die Sowjets weitere Vorschläge unterbreiten. Insgesamt zeigt sich Pacelli nicht besonders optimistisch, dass die Sowjetregierung von ihrem Standpunkt abweicht. Um in Verhandlungen zu bleiben, muss der Heilige Stuhl seiner Meinung nach immer weiter Gegenforderungen stellen.Betreff
Sulle trattative col Governo dei Sovieti
Mi è pervenuto oggi il venerato Dispaccio N. 2896/27 in data del 9 corrente, col quale l'Eminenza Vostra Reverendissima mi ordina di esprimere il mio modesto parere intorno all'accurato Rapporto N. 38360 dell'Ill.mo e Rev.mo Mons. Luigi Centoz, Consigliere della Nunziatura Apostolica in Berlino, relativo ad un colloquio da lui avuto col Sig. Bratman-Brodowski, Consigliere dell'Ambasciata dei Sovieti, il 24 dello scorso mese di Ottobre.
Mi sia lecito di premettere che, secondo la mia subordinata opinione, sarebbe vana illusione lo sperare di giungere ad un accordo col presente Governo di Mosca, il quale altro non vuole se non la distruzione di ogni credenza religiosa in quell'infelice ed oppresso Paese. L'unico vantaggio, che possa ottenersi dalle attuali trattative, è di non rompere questo
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tenue filo e di evitare così rappresaglie e persecuzioni ancora più feroci contro il clero ed i cattolici in
Russia. Come infatti mi ha narrato il Rev. P.
Edoardo Gehrmann S.V.D., il quale fu già Capo della Missione Pontificia di soccorso in Russia, il Sig.
Cicerin, Commissario del popolo per gli Affari Esteri, nell'ultimo
abboccamento avuto con lui il giorno 13 Settembre 1924, ebbe l'impudenza di minacciare
che, "se la S. Sede non vuole mettersi d'accordo col Governo dei Sovieti relativamente
alla Chiesa cattolica in Russia, il Governo dichiarerà la Chiesa medesima come fuori legge e
tutti gli atti di culto dei sacerdoti cattolici saranno considerati come illegali e in
conseguenza puniti e le chiese verranno chiuse".Non può quindi, se pur non m'inganno, trattarsi in ultima analisi se non di guadagnar tempo per scongiurare mali maggiori nella fiducia che alla Divina Provvidenza piaccia di porre alfine un termine alle sventure, che affligono ora quella disgraziata Nazione, sebbene, umanamene parlando, nessuno possa tuttora prevedere quando e come crollerà l'abominevole regime bolscevico, massime finché varie Grandi Potenze per interessi materiali o per inani miraggi politici manterranno con essa relazioni ufficiali e ne sosterranno in tal modo il prestigio nel mondo.
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In considerazione di ciò, potrebbe, a mio umilissimo
parere, rispondersi all'Ambasciata dei Sovieti quanto segue: Essendo stata la risposta del Governo di Mosca del Settembre dello scorso anno, salvo
l'uno o l'altro punto, sostenzialmente [sic] negativa, la S. Sede, nel desiderio
di agevolare il raggiungimento di un accordo, aveva proposto di cominciare dall'esame delle
tre note questioni; dopo di che sarebbe riuscito men difficile di continuare nella
discussione delle altre materie, allo scopo di regolare l'intera situazione della Chiesa
cattolica nel territorio della Unione delle Repubbliche Socialiste dei Sovieti. La
S. Sede si augura che il Governo, dopo questa spiegazione, aderirà ad un tale modus
procedendi; in caso contrario, Essa dovrebbe, nelle circostanze attuali, pregarlo di
riprendere l'esame della Nota del Nunzio Apostolico
Mons. Pacelli N. 33518 in data del 7 Settembre 1925 o di fare nuove proposte
più atte al conseguimento del desiderato accordo.Non è del tutto impossibile che, in questa seconda ipotesi, il Governo, come nella surricordata risposta del Settembre dell'anno passato, faccia su qualche punto spe-
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ciale alcune altre
piccole concessioni; è però da prevedere che, almeno in complesso, rimarrà nella sua
attitudine negativa e confermerà il punto di vista già espresso in detta risposta. Allora la
S. Sede potrà, se così stima opportuno, alla sua volta replicare con delle
controproposte e proseguire in tal guisa i negoziati.Questa è ciò che, incompetente, come mi sento, negli affari della Russia, oso di sottoporre, in obbedienza ai Suoi venerati comandi, al superiore giudizio dell'Eminenza Vostra, mentre, chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Protokollnummer der Kongregation für die Orientalische
Kirche.
2↑Protokollnummer der Kommission Pro Russia.