Dokument-Nr. 326
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 11. Mai 1919

Regest
Pacelli übersendet Gasparri den Inhalt von zwei Telegrammen, die nicht in Rom angekommen sind. Darin teilte er Gasparri die kommunistische Besetzung des Erzbischöflichen Palais mit, die die Gefangennahme des Erzbischofs zum Ziel hatte, der sich aber zu diesem Zeitpunkt nicht in München aufhielt. Daher hätten sie das Haus durchsucht und Briefe an sich genommen. Das zweite Telegramm betraf den Sturz der Räterepublik, der von Soldaten der Münchener Garnison ausgerufen worden sei. Daraufhin hätten sich die Kommunisten gegen die Soldaten erhoben und es sei zu blutigen Auseinandersetzungen und vollkommener Anarchie gekommen. Das Proletariat hätte sich bewaffnet, ein Generalstreik sei bis zur Ausrufung einer neuen Räterepublik angekündigt worden. Selbst die diplomatischen Gesandtschaften waren nicht vor Übergriffen sicher. Pacelli betont abschließend, dass er keine Angst habe, sich weiterhin in München aufzuhalten, wirft aber die Frage auf, ob es dem Ruf der Kirche schaden könne, wenn sich der apostolische Nuntius in einer unter kommunistischer Herrschaft stehenden Stadt aufhielte. Dem Volksbeauftragten für Äußeres Franz Lipp habe er im Namen Gasparris für die Unverletzlichkeit der Nuntiatur nicht danken können, weil Lipp zusammen mit dem Kabinett zurückgetreten ist und weil das Gerücht umgeht, dass er wegen Geisteskrankheit ins Krankenhaus eingeliefert worden sei.
Betreff
Si ripetono due cifrati
Eminenza Reverendissima,
In seguito alla comunicazione che Vostra Eminenza Reverendissima si è compiaciuta farmi col cifrato Nr. 151, che cioè <due>1 miei telegrammi, e precisamente i NN. 318 e 319, non Le sono giunti, compio il dovere di qui appresso ripeterli:
N. 318 (14 Aprile 1919) "Sabato notte soldati comunisti armati presentaronsi palazzo arcivescovile per prendere Arcivescovo come ostaggio. Trovandosi egli assente da Monaco, perquisirono casa e si impadronirono corrispondenza. Telegrafato subito Arcivescovo sentimenti simpatia, deplorazione attentato".
N. 319 (15 Aprile 1919) "Sabato notte duemila soldati guarnigione Monaco proclamarono decaduta Repubblica Consigli. Mentre sembrava così ristabilito ordine,
54v
Comunisti riuscirono invece organizzare reazione, che ebbe epilogo, ad essi favorevole, domenica sera, sanguinosa battaglia con mine e mitragliatrici, presso Stazione. In seguito città caduta completa anarchia; intiero proletariato armato; sciopero generale fino consolidamento repubblica Consigli; nessuna garanzia nemmeno per legazioni, due delle quali vennero perquisite; saccheggiate case conventi. Impossibile telegrafare prima oggi. Ringrazio Vostra Eminenza Reverendissima cifrato 188. Non ho temuto e non temo pericoli personali; propongo però rispettosamente questione, se decorosa presenza Nunzio presso Governo comunista. Non ho potuto eseguire ordine ringraziare Ministro Esteri, perché dimessosi con intiero Gabinetto e dicesi trasportato casa salute per infermità mentale. Prego nostri saluti famiglie".
55r
Inchinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1Hds. eingefügt von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 11. Mai 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 326, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/326. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 29.09.2014.