Dokument-Nr. 378
Pacelli, Eugenio
an Gasparri, Pietro
München, 27. Juli 1917
Regest
Pacelli übersendet einen ausführlicheren Bericht über die am 24. Juli 1917 in Berlin geführten Gespräche über die Friedensvorschläge des Heiligen Stuhls. Pacelli sprach zuerst mit Michaelis und Zimmermann und teilte ihnen mit, der Heilige Stuhl habe vor, sofort oder im Herbst den Krieg führenden Staaten einen Friedensvorschlag zu unterbreiten. Der Heilige Stuhl wolle im Vorfeld die Lage sondieren und vor den anderen Staaten als erstes Deutschland, das wie kein anderes Land zum Frieden geneigt sei, Einblick in die Vorschläge nehmen lassen. Trotz des günstigen Eindrucks, den Pacellis Eröffnungen hervorriefen, wies besonders Zimmermann auf einige Schwierigkeiten hin: 1. Die Reichsregierung dürfe nicht durch Bekanntwerden einer etwaigen informellen Akzeptation kompromittiert werden, was Pacelli zusicherte, zumal es sich ja bislang lediglich um einen Meinungsaustausch handle. 2. Ein neuerlicher Friedensvorschlag Deutschlands könne als Zeichen der Schwäche interpretiert werden, worauf Pacelli entgegnete, es werde sich um einen Vorschlag des Heiligen Stuhls handeln. 3. Die Militärs, die in Deutschland gegenwärtig den Ton angeben (deshalb habe Hertling das Kanzleramt nicht angenommen, so Pacelli an Gasparri), werden die Vorschläge, besonders denjenigen über eine Abrüstung, nicht akzeptieren. Pacelli erklärte, dass eine Neuformulierung möglich sei, befürchtete aber, dass dadurch die Aussicht auf Annahme des Vorschlags durch die Entente geschwächt werde. Zufriedengestellt durch Pacellis Antworten prüfte und diskutierte der Reichskanzler den gesamten Vorschlag Punkt für Punkt, den Pacelli gestützt auf Gasparris Anmerkungen erläuterte. Am folgenden Tag überbrachte von Bergen die Antwort Michaelis', dass Pacelli nach den Beratungen des Reichskanzlers mit dem deutschen und dem österreichischen Kanzler eine Antwort erhalten werde. Aus dem Gespräch mit Michaelis und Zimmermann und aus vertraulichen Informationen von Bergens und Erzbergers hat Pacelli den Eindruck, dass die vorgeschlagenen Grundsätze Bestand haben werden und nur die Form mit Rücksicht auf die Militärs modifiziert sowie einige Punkte mit Rücksicht auf die deutschen Verbündeten ergänzt werden müssen. Neben zahlreichen Glückwünschen zum Namenstag des Papstes hat Pacelli auch weitere Informationen von nachgeordneter Bedeutung erhalten: Auf den Kaiser sei in Homburg ein Attentat versucht worden und die gegenwärtig siegreiche deutsch-österreichische Offensive im Osten habe die Befreiung der von den Russen besetzten österreichischen Gebiete zum Ziel. Vertreter des Zentrums, der Nationalliberalen, der Volkspartei und der Sozialisten haben dem Reichskanzler einen Autonomieplan für Elsass-Lothringen präsentiert, um aus diesem ein Großherzogtum mit zwei Kammern, das Teil des Reichs bliebe, zu machen (favorisierte Herrscher wären der gut katholische Adalbert von Bayern oder der ebenfalls katholische Wilhelm von Hohenzollern). Pacelli scheint es geraten, auf Erzberger einzuwirken, damit dieses Projekt eingestellt würde, denn es könnte die Friedensverhandlungen besonders mit Frankreich hemmen. Dieselbe Kommission der Repräsentanten der Mehrheitsparteien machte sich gegenüber dem Reichskanzler auch den Wunsch des polnischen Staatsrats nach polnischen Beamten und einem Regenten und den Vorschlag einer Autonomie Litauens zu Eigen.Betreff
Secondo viaggio a Berlino – Proposte di pace – Onomastico del S. Padre – Notizie
diverse
Facendo seguito al mio rispettoso cifrato del 25 corrente, compio il dovere, appena tornato a Monaco


Giunto in quella Capitale il 24 corr., ebbi subito una lunga conferenza tanto col Signor Michaelis




148v
nefficacia) a tutti od almeno ai principali Stati
belligeranti una proposta di pace sulle basi, di cui rimettevo ad ambedue i suddetti Uomini
di Stato copia sia nel testo italiano, inviatomi da Vostra Eminenza, come anche in una
esatta traduzione tedesca che avevo avuto cura di preparare. Aggiunsi che, sebbene tali basi
non fossero state ancora comunicate alle altre Potenze, nondimeno la Santa Sede medesima,
fondandosi sulle informazioni che è ad Essa possibile avere grazie alla sua ammirabile
organizzazione mondiale, credeva di poter ritenere non già con certezza, ma
con seria probabilità che la proposta medesima verrebbe accolta. Tuttavia, la Santa
Sede, prima di procedere ad un passo ufficiale presso i vari Stati, desiderava, per uno
speciale riguardo verso la Germania la quale più di tutti gli altri si 149r
Tale mia manifestazione produsse favorevole impressione sui personaggi anzidetti. Mi furono, tuttavia, subito mosse, specialmente dal Signor Zimmermann, alcune difficoltà pregiudiziali, cioè
1°) che se, come ordinariamente suole avvenire in tutte queste trattative, si venisse a conoscere che la Germania aveva accettato i punti presentati dalla Santa Sede, il Governo Imperiale si troverebbe legato e compromesso per l'avvenire. Risposi a) che Vostra Eminenza mi aveva dato istruzione di assicurare il Governo medesimo sulla più assoluta discrezione e segretezza da parte della S. Sede; b) che ad ogni modo si trattava, per ora, di semplici previi scambi di vedute puramente confidenziali, i quali per conseguenza non impegnavano per nulla la Germania, sicché, anche nell'ipotesi che la stampa pubblicasse qualche notizia in proposito, si potrebbe benissimo smentire l'esistenza di qualsiasi trattativa di pace.
2°) che una nuova proposta di pace della Germania sarebbe interpretata all'estero come un segno di debolezza, mentre che attualmente la sua situazione militare è ottima. Mi fu ben agevole rispondere che la proposta dovrebbe figurare come fatta non dalla Germania, ma esclusivamente dalla Santa Sede.
3°) che i Capi militari

149v
to i
punti proposti dalla Santa Sede, massime il punto secondo relativo alla diminuzione degli
armamenti. Il Signor Zimmermann confessò apertamente che i detti Capi, sopratutto ora dopo i
recenti successi contro i Russi, sono padroni assoluti della situazione, mentre gli uomini
politici e diplomatici, per natura loro più concilianti, hanno un potere ed una influenza
assai limitata. Risposi che se le proposte, nel modo in cui erano state formulate dalla
Santa Sede, non si ritenevano accettabili dai Capi militari, ben si poteva studiare una
nuova redazione. Aggiunsi però che, quanto più con eventuali modificazioni si fosse
indebolito il contenuto delle proposte medesime, e specialmente del punto secondo che ne è
il caposaldo, tanto più diminuiva, in proporzione geometrica, la probabilità che vengano
accolte dalle Potenze dell'Intesa

Essendo state trovate soddisfacenti le risposte da me date alle surriferite obbiezioni, il Signor Cancelliere dell'Impero
150r
passò ad
esaminare e discutere con molto interesse e deferenza, punto per punto, il progetto, che io
a mia volta commentavo ed illustravo, valendomi sopratutto delle sapienti note apposte
dall'Eminenza Vostra nel foglio annesso al venerato Dispaccio
N°. 35416, ed aggiungendo altre analoghe osservazioni suggeritemi dalle
circostanze. Per la verità debbo dire che il Signor Michaelis, sebbene sia, come tutti
affermano, convinto e stretto protestante, anzi uno dei capi della Gemeinschaftsbewegung
Esaurita ampiamente la discussione, il giorno seguente mercoledì, 25 corr., egli mi inviò all'Hôtel Continental (ove anche questa volta avevo preso alloggio) il Signor Diego von Bergen


150v
forse anche col Governo Austro-Ungarico



Mi è grato poi significare all'Eminenza Vostra che, ricorrendo il detto Mercoledì 25 corr. l'Onomastico del Santo Padre, il Signor Cancelliere, il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, i Sottosegretari di Stato Signori Barone von dem Bussche


151r
Alcuni di essi mi avevano già espresso a voce le loro felicitazioni.
Mi sia finalmente permesso di aggiungere alcune notizie di secondaria importanza, ma forse non del tutto prive d'interesse, da me apprese a Berlino.
L'Imperatore al principio del corrente mese di luglio fu oggetto di un attentato




L'attuale vittoriosa offensiva austro-germanica sul fronte orientale

Sabato scorso 21 corr. i rappresentanti del Centro










151v
del Re di
Rumania

La stessa Commissione dei summenzionati rappresentanti ha sottoposto anche al Cancelliere il desiderio espresso dal Consiglio di Stato polacco


Dopo di ciò, chinato al bacio della S. Porpora, con sensi di sommo ossequio e di profondissima venerazione, ho l'onore di rassegnarmi
dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.