Document no. 1095
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Munich, 01 December 1922
Summary
Pacelli bestätigt den Empfang des verschlüsselten Telegramms vom 30. Juli 1922 über den Umgang mit dem sowjetischen Botschafter in Berlin Krestinskij. Er berichtet, dass Krestinskij zwar dem Reichspräsidenten Ebert sein Beglaubigungsschreiben übergeben habe, aber ihm als Doyen des diplomatischen Corps entgegen der üblichen Praxis weder die Übergabe der Beglaubigungsschreiben schriftlich angezeigt, noch um eine Audienz gebeten habe, weshalb er ihm noch nicht persönlich begegnet sei. Daneben teilt der Nuntius mit, was er hinsichtlich der Position der anderen Mitglieder des diplomatischen Corps zum sowjetischen Botschafter in Erfahrung bringen konnte. Anschließend gibt Pacelli ungesicherte Informationen über angebliche Verwicklungen sowjetischer Botschaftsangestellter in die ungarische Räterepublik unter Béla Kun wieder. Weiterhin berichtet er, dass er während seines letzten Berlin-Aufenthalts im Oktober den Protokollchef des Auswärtigen Amts von Gülich darauf aufmerksam gemacht habe, dass er an Krestinskij keine Einladung für den anstehenden Neujahrsempfang beim Reichspräsidenten richten könne, weil er noch keinen Kontakt zu ihm aufgenommen habe. Krestinskij erklärte sich gegenüber von Gülich dazu bereit, Pacelli zu treffen bzw. ihm die übliche Note zu senden, doch bat er über den Protokollchef um die Versicherung einer Empfangsbestätigung. Pacelli ersucht um entsprechende Instruktionen.Subject
Sull'Ambasciata della Repubblica dei Soviety in Berlino
Mi pervenne regolarmente a suo tempo il venerato telegramma cifrato N. 25, col quale l'Eminenza Vostra Reverendissima si compiacque di impartirmi le implorate istruzioni circa l'attitudine da tenere verso il Rappresentante diplomatico della Repubblica dei Soviety in Berlino.
In realtà il Sig. Krestinski presentò non molto dopo al Sig. Presidente del Reich le credenziali che l'accreditavano ufficialmente in qualità di Ambasciatore della menzionata Repubblica; ma, non avendomi egli, contrariamente all'uso qui praticato dai nuovi Capi-Missione verso il Decano del Corpo diplomatico, diretto la consueta lettera per notificarmi detta presentazione e chiedere una udienza, non avevo avuto sinora alcuna
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occasione di entrare in rapporti con lui. Durante la mia
breve permanenza in Berlino nello scorso mese di Ottobre, essendomi incontrato cogli
Ambasciatori d'Inghilterra, di Francia e
di Spagna e col Ministro di Svizzera, chiesi
loro se avevano fatto la conoscenza del Collega russo; tutti mi risposero negativamente, ed
anzi i tre ultimi aggiunsero che essi non potevano avere relazione con lui, non avendo i
loro rispettivi Governi riconosciuto la Repubblica dei Soviety. Ho tuttavia letto sui
pubblici fogli che in un ricevimento diplomatico dato nel Luglio scorso dall'Ambasciata
bolscevica in Berlino – ricevimento che per la pompa e lo splendore avrebbe eclissato quelli
già così sontuosi dell'antica Ambasciata imperiale al tempo degli Czar – intervennero gli
Ambasciatori d'Italia e del Giappone, e che ad
un altro ricevimento in onore dell'anniversario della rivoluzione
russa nel passato Novembre avrebbero assistito i Ministri del
Belgio, della Svezia, della
Norvegia, della Olanda, della
Estonia e della Czeco-Slovacchia; ma non ho potuto sinora
appurare la verità di tali notizie.Circa la composizione del personale dell'Ambasciata in discorso, mi è stato testé narrato da un funzionario del Ministero degli Esteri di Berlino che sarebbero
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ad essa
addetti ufficialmente vari ex-Commissari del Governo bolscevico in
Ungheria dell'epoca di Bela Khun [sic], i
quali si resero allora colpevoli delle più atroci crudeltà verso ecclesiastici e
specialmente verso religiose; ma anche questo non mi consta finora con assoluta
certezza.Checché sia di ciò, durante l'ultima anzidetta mia permanenza in Berlino, ebbi occasione di intrattenermi col Capo del protocollo nel Ministero degli Esteri Sig. von Gülich circa il ricevimento del Corpo diplomatico presso il Presidente del Reich per il prossimo Capodanno.
Essendo caduto il discorso sull'Ambasciatore della Repubblica dei Soviety, gli feci confidenzialmente osservare che mi sarebbe stato difficile di inviare anche a lui la circolare d'invito a detto ricevimento, non avendomi egli dato alcuna partecipazione, e soggiunsi che, stando così le cose, sembrava più conveniente che l'Ambasciatore stesso venisse invitato direttamente dal Ministero degli Esteri. Ora però il medesimo Sig. von Gülich mi ha indirizzato in data del 28 Novembre p. p. una lettera, nella quale, dopo aver ricordato questo precedente, così continua: "Ho creduto di agire nel senso di V. E., portando, in una visita al
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Sig. Ambasciatore Krestinski, la conversazione su tal
punto e manifestandogli il di Lei modo di vedere. Il Signor Ambasciatore ha risposto che
egli ben volentieri visiterebbe V. E. in Berlino. Avendo io notato essere assai dubbio
che V. E. venga qui prima della fine dell'anno, il Sig. Krestinski ha replicato
che sarebbe egualmente volentieri disposto a comunicare per iscritto a V. E. aver egli
assunto la direzione dell'Ambasciata, aggiungendo tuttavia che desidererebbe di esser certo
che V. E. non lascerebbe questa comunicazione senza risposta, ma accuserebbe
ricevimento della sua lettera. – La prego quindi di significarmi, se posso dare al
Sig. Krestinski a nome di Vostra Eccellenza una tale assicurazione".Sebbene nel sullodato telegramma N. 25 l'Eminenza Vostra mi avesse già dato ordine di riconoscere il Rappresentante diplomatico della Repubblica dei Soviety accreditato presso il Reich, pur senza usare verso di lui eccessive attenzioni, mi permetto ciò nondimeno, data la delicatezza dell'argomento, di supplicarLa a volersi degnare d'impartirmi colla maggior possibile sollecitudine le Sue superiori istruzioni circa la menzionata domanda del Sig. von Gülich, mentre chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico