Document no. 1720
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Munich, 29 September 1922
Summary
Pacelli gibt einen Artikel in der konservativen preußischen Zeitung "Der Tag" anlässlich der bevorstehenden Veröffentlichung der Memoiren Kaiser Wilhelms II. hinsichtlich der Friedensinitiative Benedikts XV. vom August 1917 in Auszügen wieder und verweist auf seine gegensätzliche Darstellung der Ereignisse in seinem letzten Bericht. Der Nuntius weist darauf hin, dass er am 29. Juni 1917 zwei Gespräche mit dem Kaiser führte. Beim ersten offiziellen Gespräch, an dem der Auditor der Münchener Nuntiatur Schioppa nicht teilnahm, übergab er dem Kaiser das päpstliche Handschreiben und forderte ein Ende der Deportationen belgischer Arbeiter. Beim zweiten nichtoffiziellen Gespräch, bei dem der Kaiser einen ungezwungenen Ton anschlug, nahm unter anderem Schioppa teil. Pacelli bestätigt, dass der Kaiser ihn auf die Friedensbemühungen des internationalen Sozialismus hinwies, doch er versichert, dass er diesbezüglich keine Stellung bezog. Für den Nuntius entspringt die komische Dramatik der Darstellung des Gesprächs in den Memoiren der Fantasie des Kaisers. Sie soll sein Verhalten rechtfertigen und ihn als Förderer des Friedens darstellen.Subject
Le Memorie del Kaiser e l'azione pontificia per la pace nel 1917
Facendo seguito al mio rispettoso Rapporto di ieri l'altro N. 25216, mi do premura di riprodurre qui appresso, tradotto in italiano, un brano di un articolo, apparso recentemente sul giornale "Der Tag" (organo dei circoli conservatori prussiani), il quale, mentre conferma le osservazioni da me esposte in detto Rapporto, dimostra le intenzioni del Kaiser nella compilazione del capitolo delle sue Memorie su "Il Papa e la pace":
"Non vi è dubbio che alcune parti del libro solleveranno
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è partito dal Kaiser, e (2º) che dovettero
vincersi assai vive obbiezioni mosse dal Legato pontificio, prima che questo Prelato si
lasciasse persuadere a trasmettere tale impulso a Roma".Mi sia permesso a tale riguardo, ed a maggior complemento di quanto ho avuto già l'onore di esporre nel menzionato Rapporto, di ricordare rispettosamente quanto appresso:
1º) Occorre distinguere (come osservai già anche nel mio Rapporto N. 20493 del 2 Maggio 1921 a proposito del noto opuscolo dello Scheidemann) nella visita, che io feci all'Imperatore a Kreuznach il 29 Giugno 1917, due parti. La prima fu il colloquio ufficiale, che io ebbi con Guglielmo II alle ore 12 ¾ prima della colazione, e circa il quale riferii dettagliatamente (descrivendo anche l'aspetto normale ed i gesti singolari di lui) nel mio ossequioso Rapporto N. 440 del giorno seguente.
In detto colloquio eseguii la missione affidatami, consegnando al Kaiser l'Autografo Pontificio, esortandolo a fare tutto il possibile per mettere fine alla guerra anche a costo di qualche sacrificio(1), e pregandolo di porre un termine alle deportazioni degli operai belgi. A questa Udienza ufficiale non assistette l'Uditore Revmo Mons. Schioppa né alcun'altra persona.
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La seconda parte fu la conversazione libera e non ufficiale, la quale, come si usa dopo i pranzi, si svolse fra i personaggi, che avevano avuto parte alla colazione, sul balcone della residenza dell'Imperatore, ed a cui fu quindi presente anche Mons. Uditore. Il Kaiser, di ottimo umore, prese allora un tono completamente sciolto e familiare, e discorse a lungo in maniera sovente assai strana.
2º) E' vero che il Kaiser mi parlò (sia nella Udienza ufficiale, come, se non erro, anche nella conversazione anzidetta) dei pericoli, che presentava, a suo avviso, l'azione del socialismo internazionale per la pace, e sulla necessità che il S. Padre emanasse un Atto solenne, diretto non già ai Governi, ma al clero ed ai fedeli di tutto il mondo, nel quale comandasse loro la preghiera ed il lavoro concorde in favore della pace (cfr. il succitato Rapporto N. 440). Ma io non mossi contro tale idea alcuna obbiezione, sia perché non era quello lo scopo della mia missione, sia perché non toccava a me di farlo, e mi limitai ad assicurare l'Imperatore che avrei riferito in proposito, come era mio dovere, alla S. Sede.
3º) La drammaticità comica del colloquio nella narrazione del Kaiser, accresciuta dalla parte strana che egli presta al "cappellano", il quale mi accompagnava, è un parto
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della fantasia esaltata di lui, desideroso di
giustificazione dinanzi al mondo e di apparire come fautore della pace.Dopo di ciò, chinato umilmente al bacio della s. Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
(1)↑Non entrai coll'Imperatore
nei particolari indicati nel venerato Dispaccio N. 34657 del
13 Giugno 1917, sui quali mi ero già intrattenuto in Berlino, massime col Signor
Cancelliere von Bethmann-Hollweg, perché ne fui da questo
espressamente (ed a ragione) sconsigliato.
1↑Hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 29 September 1922, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 1720, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/1720. Last access: 21-12-2024.Linked keyword(s)
- Deportationen von belgischen Arbeitern während des Ersten Weltkriegs4015
- Der Tag22011
- Friedenskonferenz der Sozialisten in Stockholm6000
- Päpstliche Friedensinitiative Benedikts XV. vom 1. August 19176035
- Reise Pacellis nach Berlin und Bad Kreuznach im Juni sowie seine Reise nach Berlin im Juli 19175010
- Scheidemann, Papst, Kaiser und Sozialdemokratie289
- Schreiben Benedikts XV. an Wilhelm II. vom 13. Juni 19178008
- Wilhelm II., Ereignisse und Gestalten aus den Jahren 1878-191814066