Document no. 2086
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Munich, 02 November 1919
Summary
Weisungsgemäß hatte Pacelli dem Vizepräsidenten des Deutschen Vereins vom Heiligen Lande, Alfred Fürst zu Salm-Reifferscheidt, eine beglaubigte Abschrift der Erklärung zukommen lassen, mit der die Benediktiner von Maredsous sich verpflichtet haben, die Dormitio Beatae Mariae Virginis in Jerusalem in ihrem ganzen Umfang und mit allen Pertinenzen zurückzugeben, wenn dies vom Verein gewünscht wird. Der Fürst bittet jetzt den Heiligen Stuhl um eine Berichtigung des Dokuments, das die Rückgabe von dem Wunsch der deutschen Benediktiner von Beuron – die das Heiligtum verwalten – und nicht von dem des Vereins – der es besitzt – fälschlicherweise abhängig macht. Fürst zu Salm-Reifferscheidt bittet auch den Nuntius, den zuständigen Kirchenbehörden die Schwierigkeiten der deutschen Katholiken bei der Zusammenarbeit für den Frieden in der Welt mitteilen zu wollen. In diesem Zusammenhang wurde den deutschen Benediktinern verboten, sich wieder nach Jerusalem zu begeben, und die Teilnahme der Deutschen an dem schweizerischen Kongress der Gesellschaften aus Palästina vom französischen Klerus verhindert.Subject
Sul Santuario della Dormizione
Ora il suddetto Principe mi ha indirizzato una lettera, che, tradotta, mi do premura di qui appresso trascrivere: "Ringrazio vivamente Vostra Eccellenza della trasmissione della dichiarazione che i Benedettini belgi hanno rilasciato in occasione della loro installazione sul monte Sion a Gerusalemme. Pur troppo essa è soltanto in favore dei Benedettini tedeschi. Non posso perciò
85v
omettere di osservare ancora una volta che i Benedettini di Beuron hanno amministrato la "Dormizione" solamente in nome della Società tedesca per la Terra Santa, come mi permisi di far rilevare nella lettera del 6 Settembre. La detta Società, come mandataria dei Cattolici tedeschi, è la sola proprietaria del menzionato Santuario. Non già quindi se i Benedettini di Beuron, ma se la Società medesima esprima il desiderio di riavere quel Santuario, i Benedettini belgi sono tenuti a soddisfare tale domanda. Essendo forse ciò ignoto a Roma al tempo della consegna del Santuario, sarebbe importante per noi ed un vero obbligo di giustizia che questo punto fosse rettificato nel competente Dicastero e messo agli Atti.Come Vice-Presidente della Società mi sento tanto più obbligato a manifestare tale richiesta, in quanto che sarà difficile tranquillizzare a riguardo di vari avvenimenti degli ultimi tempi la popolazione cattolica, molto depressa, e malgrado la "Pace" circondata da tanti aperti nemici, e principalmente i numerosi membri della Società stessa.
Così si dice che i Benedettini di Beuron a noi amici cederanno il Collegio greco in Roma ai Benedettini
86r
belgi. – Ai nostri Padri di Sion, che languivano in prigione nell'Egitto, è stato permesso il ritorno in Germania, ma non in Gerusalemme, e nessuna voce abbiamo udito levarsi nel mondo per protestare. – L'invito per il Congresso delle Società della Palestina in Svizzera, che avrebbe dovuto essere fatto dal Comitato preparatorio anche ai tedeschi, naufragò a causa della opposizione del Clero francese. Soltanto il nostro vivissimo desiderio di non creare difficoltà contro questo importantissimo Congresso e di preparare una via per ulteriori trattative nel mondo cattolico ci ha indotto a passar sopra ai nostri giusti sentimenti di rammarico e ad aspettare l'invito dal Congresso medesimo.Vostra Eccellenza vede da questi pochi esempi che vi sono nella Germania cattolica sufficienti elementi i quali nulla maggiormente desiderano che di collaborare, seguendo l'impulso del Santo Padre, alla ricostruzione del mondo, specialmente del mondo cattolico, ma che non è loro facilitato questo compito. Se, malgrado ciò, non disperiamo, ciò si deve alla nostra inconcussa fiducia verso la Santa Sede, la quale ha saputo, anche durante la guerra, addi-
86v
mostrarsi come il sostegno della giustizia cristiana.Nel pregare Vostra Eccellenza di manifestare tali nostri sentimenti alle Autorità competenti, ecc."
Dopo di ciò, chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico