Document no. 3282
Pacelli, Eugenio to Merry del Val, Raffaele
Berlin, 15 November 1926
Insieme al relativo Allegato mi pervenne regolarmente il venerato Dispaccio N. 723/26 del 30 Luglio c. a., nel quale l'Eminenza Vostra Reverendissima mi ordinava di riferire a cotesta Suprema Sacra Congregazione intorno all'"Alta Chiesa Ecumenica" ed al periodico "Una Sancta".
L'"Alta Chiesa Ecumenica["] rientra nel movimento di unione cristiana. Esso è in Germania di duplice specie, corrispondentemente alla scopo – pratico o più strettamente religioso –, che si prefigge.
7v
La "Lega mondiale di azione amichevole delle Chiese" (Weltbund für Freundschaftsarbeit der Kirchen) e la "Lega per il cristianesimo pratico" (Bund für praktisches Christentum) non si occupano di questioni dogmatiche, ma aspirano alla pacificazione dei popoli; promuovono quindi il disarmo generale, la Lega delle Nazioni, la protezione delle minoranze nazionali e religiose, la ricostituzione delle missioni devastate a causa della guerra, il perfezionamento del diritto internazionale, la soluzione della questione sociale. La sede centrale di detta Lega per la Germania trovasi in Berlino (O.17, Fruchtstraße, 64 II). Il suo organo è il periodico "Die Eiche". La Chiesa cattolica non vi è rappresentata, sebbene la rinominata Rivista dei PP. della Compagnia di Gesù "Stimmen der Zeit" (vol. 106, 1923/24, pagg. 99-101), abbia espresso l'opinione che, trattandosi di associazione con scopo piuttosto civile, non osterebbe alla collaborazione dei cattolici nella medesima lo stesso impedimento che per le Leghe con fine religioso.
Il movimento di unione religiosa si è manife-
8r
stato in Germania da parte sia dei cattolici che degli
acattolici.Da parte dei cattolici il Winfriedbund1, associazione fondata nel 1920, con sede in Paderborn, aspira per mezzo della preghiera, dell'esempio e dell'istruzione a ricondurre i protestanti nel seno della Santa Madre Chiesa cattolica (cfr. Krose, Kirchli ches Handbuc h, t. 12,1924/25, pag. 152; t. 13, 1925/26, pag. 146).
In alcuni circoli del protestant e s i mo tedesco tre fenomeni hanno provocato un movimento unitario. Il primo è lo sgretolamento della massa protestante in innumerevoli diversissime sette (nel 1907 si contavano in Germania non meno di 235 società ecclesiastiche protestanti), effetto inevitabile del principio fondamentale del protestantesimo, il quale pone la Scrittura come fonte unica, non viva, della fede e della libertà soggettiva nel pensiero religioso (cfr. Pfeilschifter, Die kirchliche n Wiedervereinigungsbestrebungen der Nachkriegszeit, München 1923, pag. 8 e segg.). Il secondo è l'enorme discrepanza nella fede e nella
8v
vita pratica fra protestanti "ortodossi" e "liberali". Il terzo è la profonda scissura,
religiosa e perciò anche intellettuale e culturale, che separa la parte cattolica del popolo
tedesco dalla protestante. Per rimediare al primo ed al secondo di questi mali si formata
[sic] la cosiddetta "Unione dell'Alta Chiesa" (Hochkirchliche Vereinigung); per
ovviare a tutti e tre la si è costituita la "Lega dell'Alta Chiesa Ecumenica"
(Hochkirchlich – ökumenischer Bund).L"Unione dell'Alta Chiesa" fu fondata in Berlino nel 1918 secondo le idee di F. G. Stahl, G. Löhe, A. Vilmar, L. Schöberlein e T. Kliefoth, pastori protestanti del secolo scorso. Il suo organo è "Die Hochkirche" pubblicato prima a Siegen ed ora in Charlottenburg. Il programma di detta Unione può riassumersi come segue (Die Hochkirche, Dic. 1924, p. 240):
Il fondamento della fede della Unione dell''Alta Chiesa sono i Simboli Apostolico e Niceno e la Confessione Augustana2 del 1530. La Chiesa deve essere libera dall'ingerenza della potestà civile. L'Unione riconosce l'istituzione divina della Gerarchia, ossia
9r
dell'Episcopato con successione apostolica, il "carattere
oggettivo" (=dottrina dell'opus operatum) dei Sacramenti, la presenza reale di Gesù Cristo
nell'Eucaristia. Perciò si celebra la "messa solenne" secondo il rito di Lutero (di cui il
succitato periodico dà una descrizione,-l. c. pagg. 243-246). Essa vuole
introdurre altresì le missioni popolari, la confessione particolare segreta, sebbene non
obbligatoria, la visita delle chiese, la vita monastica, il breviario, ecc. – L'Unione
richiede dai suoi membri il riconoscimento della Confessione Augustana e nega per ciò e con
ciò espressamente di essere un movimento tendente3 verso la Chiesa cattolica romana, anzi si professa come
strettamente luterana ("gut lutherisch"; cfr. Die Hochkirche, Febb. 1925
pag. 34-36). – Per più particolareggiate notizie si possono consultare: "Was will die
Hochkirchliche Vereinigung? Eine Erläuterung ihrer Grundsätze, ein Wort zur Aufklärung und
Verständigung" Heckelberg bei Oberbarnim 1922; "Die hochkirchliche Bewegung in Deutschland –
ihr Wollen und ihre Bedeutung für das protestantische Kirchentum
9v
– Vortrag, gehalten auf der hochkirchlichen Tagung in
Havelberg, 22. 23. Sept. 1925, von Heinrich Wedding Mosel" nella
"Hochkirche" Ottobre 1925 <(pagg. 287-292;
Nov. 1925)>4,
pagg. 335-338.Avendo l'Unione dell'Alta Chiesa preso, come si è visto, la Confessione di Augusta come base di fede ed espressione di recisa opposizione contro la Chiesa Romana, una parte dei suoi membri, che non approvava questo atteggiamento, si staccò da essa, riunendosi in una separata associazione, che si denominò "Lega dell'Alta Chiesa Ecumenica" (Hochkirchlich – ökumenischer Bund – cfr. "Die Hochkirche" 1925, pag. 290).
La "Lega dell'Alta Chiesa Ecumenica" è ancora ben piccola. Se è esatta la notizia privatamente data ad un religioso di Berlino da uno dei suoi membri, essa non conterebbe che 100 acattolici e 15 cattolici. È presieduta dal Professore Alfredo von Martin di Monaco, protestante credente. Egli apparteneva anzi al partito del Centro, in cui era entrato "affine di agire in seno a questo partito, che è l'unico il quale si
10r
basi in massima sul Cristianesimo, nel senso della
cooperazione ecumenica di cattolici ed evangelici per la penetrazione dello spirito e dei
principi del Cristianesimo nella vita pubblica"; ne uscì però dopo un discorso pronunziato
nel Landtag prussiano dal deputato del Centro, Canonico Wildermann, il quale nella seduta
del 30 Aprile 1925 qualificò il protestantesimo come una "dottrina erronea",
aggiungendo essere impossibile "una comunanza di sentimenti nel campo religioso" tra le due
confessioni (cfr. Una Sancta ann. 1, pagg. 100 e 164). – Anche altri
membri della Lega, sebbene lontani dal concetto della vera Chiesa, rivelano sentimenti
religiosi, come sembra apparire, ad esempio, dagli articoli pubblicati sull'"Una
Sancta" dal pastore protestante G. A. Glinz sul culto dei santi
(ann. 1, fasc. 2, pagg. 21-24), sull'Ascensione di Nostro Signore (ibid.,
fasc. 5, pagg. 70-73), sulla festa del Corpus Domini (ibid., fasc. 8.,
pagg. 118-121), sul culto della SS. Vergine e sull'Immacolata Concezione (ibid.,
fasc. 9, pagg. 133-135, fasc. 10, pagg. 149-151), come pure da quelli
del 10v
pastore Paolo Schorlemmer sulla liturgia (ann. 2,
fasc. 1, pagg. 58-67, fasc. 2, pagg. 154-161).L'organo della Lega, – il quale però non vuol essere esclusivamente tale (Bundeszeitschrift), ma al tempo stesso una Rivista generale per la pubblica discussione del problema della riunione dei cristiani –, è, <come>5 si è più volte ricordato, l'"Una Sancta", che cominciò nel Gennaio dello scorso anno 1925 come periodico mensile: Zeitschrift des Hochkirchlich - ökumenischen Bundes6 (Geschäftsstelle Charlottenburg, Kantstraße 129 A) ed ha continuato le sue pubblicazioni nel 1926 come periodico trimestrale: Ein Ruf an die Christenheit – Vierteljahresschrift… herausgegeben von Alfred von Martin (Fr. Frommans Verlag, Stuttgart). Tra i nomi dei co-editori figura quello di un cattolico laico: Hermann Platz, Professore a Bonn, del quale si discorrerà in seguito.
Sembra che nel movimento abbia una notevole influenza il sacerdote cattolico apostata Friedrich Heiler Professore nella Università di Marburg. Egli ha recentemente raccolto vari suoi scritti e conferenze sull'argomento in un volume: Evangelische Katholizität – Gesam-
11r
melte Aufsätze und Vorträge, Band I, 1926, München,
Verlag Ernst Reinhardt, dedicato "ai martiri della cattolicità evangelica degli ultimi
cinquanta anni, Ignazio von Döllinger (+ 10.1.1890), Herman Schell (+ 31.5.1906),
Giorgio Tyrell (+ 15.7.1909), Eduard Herzog (+ 26.3.1924), Friedrich von Hügel
(+ 27.1.1925)".Lo scopo della Lega, indicato nel primo fascicolo dell'"Una Sancta", è la riunione di tutti i credenti cristiani sulla base di dell'antica ed indivisa Chiesa. La Lega riconosce 1:) una Chiesa visibile fondata da Gesù Cristo, 2:) la Sacra Scrittura come regola e norma della fede e della vita, 3:) i simboli ecumenici come espressione della fede della Chiesa universale. Difende perciò l'autorità della Chiesa, l'episcopato con successione apostolica, il "carattere oggettivo" dei Sacramenti, la liturgia della Chiesa antica, la vita monastica, gli esercizi spirituali, ecc.
La dottrina della Lega sembra che possa riassumersi nei punti seguenti:
1°.) La Chiesa, a cui essa aspira, è una nuova Chiesa "evangelico-cattolica" in opposizione alla7
11v
Chiesa cattolica romana. Scrive l'Heiler (Evangelische
Katholizität, pagg. 151-153) che la Chiesa romana possiede valori preziosi, ma
corrotti nel medio evo e nell'età moderna da un sincretismo difficilmente afferrabile, in
cui si trovano insieme tutte le forme di religione, le più alte e le più basse, le più
grossolane e le più pure, nel quale il paganesimo, il giudaismo ed il cristianesimo si sono
uniti in una strana mescolanza. Occorre, in opposizione alla cattolicità romana, ritornare a
quella cattolicità evangelica, in cui il Vangelo ha la posizione centrale, che ad esso
spetta. La Chiesa vecchio-cattolica sarebbe stata in qualche modo il modello di tale
cattolicità:"Se si prende (così il citato Autore, pag. 25) la cattolicità non nel senso unilaterale e ristretto della Gerarchia romana, ma nel suo significato originario, mondiale, universale, come essa viene costantemente intesa dalle Chiese dell'Oriente, dalla Chiesa d'Inghilterra ed anzi anche da molti membri liberali della Chiesa romana, allora il carattere cattolico
12r
della Chiesa vecchio-cattolica appare
nella più splendida luce".2°.) D'altra parte, la nuova Chiesa è in opposizione anche col protestant e s i mo (cfr. H. Hansen, Die Lehre von der sichtbaren Kirche, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 4, pagg. 386-404; Erich Sinz, Lutherische Kirche und Priesteramt, ibid. pagg. 405-413). A questo, infatti, da un lato, mancano il concetto della Chiesa visibile, di origine divina, e molti preziosi beni conservati nella Chiesa cattolica, dall'altro, esso si è troppo legato cogli Stati particolari (Landeskirchentum). Al medesimo fa totalmente difetto il pensiero ecumenico, ossia il concetto dell'universalità.
"Per nessuna Chiesa e per nessun popolo il pensiero ecumenico è così nuovo e sconosciuto come per la Chiesa evangelica tedesca e per la parte del popolo tedesco, che da essa ha avuto l'impronta".
"La Chiesa nazionalista e soltanto invisibile non conosce il pensiero ecumenico. Esso riesce del tutto impossibile per il protestantismo volgare tedesco, in cui l'organizzazione nazionale della Chiesa
12v
e lo svanire di questa nell'invisibile si sono dati
fraternamente la mano".(Hans Ehrenberg, Der ökumenische Gedanke, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pagg. 14, 16).
3°.) La nuova Chiesa vuol essere una unione di elementi cattolici e protestanti. Abbandonando i contrasti confessionali, che hanno diviso in cieca lotta fratricida la cristianità dal tempo della Riforma, i fautori del movimento dell'Alta Chiesa Ecumenica vogliono riunire le società religiose cristiane nella comune difesa dei beni comuni. Perciò essi respingono anche la letteratura apologetica (apologeti sch – konfessionelle) cattolica. (cfr. "Zum neuen Jahrgang", in Una Sancta ann. 2, fasc. 1, pagg. 1-4; Georg Boss, Der zerrissene Glaube, ibid., fasc. 3, pagg. 225-253).
La base comune è la fede della Chiesa antica. La Chiesa antica è la Chiesa della S. Scrittura; gli antichi dogmi e le antiche professioni di fede sono ecumenici. Accanto ad essi stanno dogmi e professioni di fede particolari; la Confessio Augustana, che non è un simbolo ecumenico, ma soltanto particolare, pre-
13r
cisamente come i canoni del Tridentino
(Heiler, Evang. Kathol., pag. 215). Elementi comuni si trovano così
nella Chiesa cattolica come nel protestantesimo.4°.) Dalla Chiesa cattolica, di cui si ammira la prospera situazione (cfr. H. Hansen, Die Lehre von der sichtbaren Kirche, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 4, pag. 386 e seg.), il movimento ecumenico dovrebbe, come espone l'Heiler (Evang. Kathol., pag. 157) prendere cinque elementi d'incomparabile valore, che esso deve perfezionare nel senso evangelico. "Il Cristianesimo evangelico non potrebbe combattere più efficacemente l'organizzazione della Chiesa romana che appropriandosi quei valori ideali, mediante i quali il cattolicismo lega a sé le anime". Detti elementi sono i seguenti:
a) l'idea dell'unità: Ecclesia una. Nell'unica Chiesa dovrebbero trovare posto l'alta Chiesa anglicana come il calvinismo, le chiese strettamente organizzate come quelle senza forma determinata. "L'ideale sarebbe bensì una Chiesa cristiana universale, che abbracciasse anche la cristianità romana; ma questo ideale è inattuabile, giacché Roma nella sua presunzione d'infallibilità, nella sua pretesa di po-
13v
tenza e
nella sua strettezza settaria esige sottomissione incondizionata e non stringe alcuna
comunanza con quei cristiani, che non riconoscono le sue pretese. Tanto più importante è
perciò di lavorare per la unione di tutte le Chiese cristiane indipendenti da Roma. Non deve
però essere creato nessun rigido sistema ecclesiastico con stretti ordinamenti giuridici, ma
una comunità viva, la quale, al di sopra di tutte le particolarità separanti proprie delle
singole corporazioni cristiane abbia la coscienza della unità con Cristo, suo Capo" (ibid.,
pag. 160-161).b) il principio di autorità (ibid. pag. 161-164) non però un'autorità gerarchico-istituzionale, come nella Chiesa romana, ma carismatico-profetica, l'autorità della imponente e viva personalità religiosa, guida e sostegno dei fedeli; non l'autorità papale, la quale identifica una Chiesa parziale (Teilkirche) colla Chiesa universale (ibid., pag. 26), ma l'autorità vescovile. L'episcopato è essenziale alla Chiesa; ma la consacrazione vescovile per mezzo della imposizione delle mani di un Vescovo validamente consacrato non è necessaria
14r
per la conservazione della successione apostolica (ibid.,
pag. 219). Nella Chiesa romana si ha il legamento delle coscienze da parte di una
autorità istituzionale, nella cattolicità evangelica la libera direzione delle anime da
parte di una autorità personale; là una presuntuosa dominazione sopra gli uomini, un
comandare e proibire, un legare e scogliere in forza di potestà divina, qui un servire
umile, un aiutare e confortare disinteressato.c) la direzione spirituale delle anime mediante la confessione, liberata e purificata dalla casuistica e degli abusi, che l'hanno snaturata e deformata nella Chiesa romana (ibid., pagg. 165-167).
d) la liturgia, che tanta ammirazione attira alla Chiesa cattolica, anche da parte di coloro, che non ne sono membri, in confronto col nudo e freddo servizio divino dei protestanti. Essa però deve essere introdotta nella forma in uso presso le Chiese vecchio-cattolica, anglicana o svedese, le quali, in opposizione alla Chiesa romana, hanno ripreso l'alto ideale della liturgia del Cristianesimo primitivo (ibid., pagg. 167-175).
14v
e) la mistica, ossia la
vita interiore di preghiera, che manca al protestantesimo, naturalmente riformata anch'essa,
grazie al Cristianesimo personale evangelico, in uno spirito di sana pietà, in opposizione
alle forme patologiche, pericolose ed anticristiane apparse nei Santi cattolici, ad
es. <in>8
Teresa di Gesù (ibid., pagg. 175-178). 5°.) Dal protestantesimo il nuovo movimento deriva:
a) l'idea della posizione centrale della Bibbia. "Non vi può essere una Bibbia senza Chiesa, né una Chiesa senza Bibbia… Nella storia i due principi fondamentali del Cristianesimo, Vangelo e Chiesa, vennero in rapporti di sempre crescente tensione, che divenne alla fine (al tempo della Riforma) aperta opposizione" – Questi due inseparabili principi debbono ora riunirsi. "La Chiesa, corrispondente al Vangelo, come a grandezza che tutto abbraccia, ossia =cattolica=, è per noi la Una Sancta, la Una Santa Chiesa Universale" (Glinz, Una Sancta, ann. 1, fasc. 1, pagg. 3-5). "Se alla prima Riforma era riservato (così lo stesso Glinz [14rbis] Vom Wiedererwachen der Oekumenischen Kirche, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 34-35) di tornare alla fede (circa la salvazione) della Scrittura e di dichiararla come principio della santificazione, così dovrà essere compito di una seconda Riforma di aggiungere alla fede della Scrittura la Chiesa della Scrittura e di elevarla a principio della unità cristiana… Non vi è bisogno del resto di dire che su questa unica base biblica si potrebbero erigere varie Chiese, fra loro diverse… Tale metodo non importa per le Chiese neppure alcuna cattolicizzazione in un senso storicamente e psicologicamente impossibile, ma la liberazione dalle catene del loro carattere anticattolico e non ecumenico".
b) la dottrina luterana della giustificazione (cfr. Glinz, l. c., pag. 30). "L'elemento genuino (vale a dire, la giustificazione secondo Lutero) nella fede della Riforma appartiene agli elementi immortali del Cristianesimo": così Hans Ehrenberg nell'articolo già citato Der ökumenische Gedanke in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 18. E secondo Rodolfo Schlunck (ibid., [14vbis] fasc. 3, pag. 254) "la Riforma è un necessario interno sviluppo nel possesso religioso della Chiesa"; è il principio di unione (Sammlungsprinzip) della Croce contro il Papa (ibid., pag. 260).
Il Prof. Alfredo von Martin tratta questo argomento nell'articolo Mysterium, Reformation und Gegenwartskris is (Una Sancta, ann. 2, fasc. 2, pag. 161-178). L'autore prende le mosse da un recente opuscolo, "piccolo, ma di straordinario valore", egli dice, del Revmo P. D. Ildefoneo Herwegen O. S. B., Abate di Maria Laach, intitolato "Kirche und Seele" (Münster-Aschendorf, 1926), che riassume in sostanza così:
La forma primitiva, antica, del Cristianesimo come quella che è ancor vicina alla fonte del Cristianesimo, alla rivelazione di Dio, può ben rivendicare per sé una speciale autorità ed è stata perciò a buon diritto considerata sempre anche dalla Chiesa come norma e modello. Ora all'essenza della religione cristiana sin dal principio e alla più intima essenza del Cristianesimo di tutti i tempi appartiene l'idea sacramentale, ossia il conseguimento della
15r
grazia divina e della santità mediante
i misteri della Chiesa, giacché il mistero riposa in ultima linea sulla incarnazione di Dio
in Cristo. In questo senso il mistero è per l'antichità cristiana il centro della vita
cristiana. L'oggettivo, il reale, l'esistente, prevale al soggettivo, al psicologico, la
relazione verso Dio a quella verso il prossimo. Tutto è azione di Dio, effetto della grazia
divina. La morale è in certo modo riguardata come qualche cosa che s'intende da sé, a cui
però non viene riconosciuta alcuna esistenza propria. In tal guisa, sebbene la Chiesa fosse
sin dal principio maestra e custode della vita morale, tuttavia rimaneva immutabilmente
fisso il primato del Logos sull'Ethos nella dottrina e nel culto. – Ciò venne a mutarsi,
allorché "il mondo" entrò nella Chiesa. Allora si ebbe accanto all'azione divina l'opera
umana, accanto al mistero la morale come fine proprio, accanto alla grazia il libero
arbitrio. Giacché presso i giovani popoli di razza germanica, i quali, ancor fortemente
radicati nella natura, entrarono nella Chiesa, la parte morale –
istru-15v
zione e formazione personale del carattere –
richiedeva una cura del tutto speciale. Così prevalse sempre
<più>9 la pietà soggettiva, meditante, e
la moralità individuale, personale; sempre più aumenta la esuberanza di forme private di
devozione, di una pietà popolare non liturgica; in altri termini, un progressivo
allontanamento dall'elemento oggettivo e dalla comunità, che come organismo compatto prende
parte ad un atto di culto, ed una tendenza verso l'isolamento soggettivo. – Anche dalla
storia delle immagini di devozione l'Abate Herwegen mostra, riferendosi allo storico
dell'arte Guglielmo Pinder, come i sentimenti lirici isolati di una pietà privata
contemplativa soppressero man mano ogni riferimento all'oggettivo-sacramentale, come ovunque
il sentimento puramente psicologico, l'esperienza soggettiva mistica, il senso umano dessero
il tono. A ciò corrisponde anche il tipo del Cristo delle immagini devote; esso è L'Ecce
Homo, il riflesso del sentimento soggettivo della autocompassione. Lo sviluppo dell'immagine
del Cristo dall'antichità cristiana all'arte gotica, la trasformazione del Re Salvatore
trion-16r
fante del Figlio dell'uomo sfigurato dal dolore,
assoluta opposizione alla Majestas Domini, nel quale anche l'ultimo resto del divino è
tramontato nel puro umano, mostra l'enorme mutamento dello spirito religioso
dall'oggettivo-sacramentale al soggettivo-psicologico. La religione del mistero nel
Cristianesimo primitivo dà all'anima una forma di esistenza soprannaturale, santa, la realtà
divina; la pietà soggettiva del medio evo aspira piuttosto a valori morali, a sentimenti di
amore divino personale. Tale profonda trasformazione, che, cominciata verso l'epoca
carolingia, condusse nel secolo decimoterzo alla indipendenza dell'elemento soggettivo, al
primato dell'Ethos, ha conservato sino ai nostri tempi la supremazia nella vita
ecclesiastica. Su questa linea, secondo l'Herwegen, si trovano così la Riforma come la
contro-riforma, la quale non fu una reazione verso il mistero, ma soltanto un attenuamento
delle tendenze soggettive mediante l'ordinamento nella fede cattolica e la soggezione alla
gerarchia. Senza dubbio si trattava in Lutero ed in Ignazio di diverse specie di
individualismo, ma individualismo era pur sempre nell'uno e nell'altro. Il medio evo, l'arte
gotica, Lutero, il barocco si trovano sotto questo 16v
punto di
vista sulla stessa linea. Il mistero è ridotto al pure compimento di un dovere; ma le
devozioni individuali al di fuori del mistero sono quelle, che hanno una efficacia decisiva
nella vita spirituale dei fedeli. – Oggi noi ci troviamo dinanzi ad un esaurimento delle
tendenze religiose soggettive, e ciò costituisce la odierna crisi religiosa. L'oggettivo, il
sacramentale, deve di nuovo ottenere la prevalenza sul soggettivo ed etico, e perciò è
necessaria una più profonda penetrazione della vita interna ecclesiastica del nostro tempo
coll'antica ed eternamente nuova forza cristiana del mistero. Dopo aver così riprodotto il contenuto dello scritto dell'Abate Herwegen, in cui egli trova un "puro pensiero evangelico" ed un "merito ecumenico", il Prof. von Martin prosegue osservando come la Riforma di Lutero non importava affatto una continuazione della pietà personale del medio evo, ma piuttosto la reazione contro il mondo del medio evo e del rinascimento. Essa voleva precisamente escludere che accanto all'azione divina sussista l'opera umana,
17r
accanto al mistero la morale come fine proprio, accanto
alla grazia l'affermazione del libero arbitrio. Lutero ammette soltanto il servum arbitrium,
perché Dio è tutto in tutto. Non il sentimento soggettivo è il pensiero fondamentale della
Riforma, ma la rivelazione oggettiva; non la nostra fede, vale a dire qualche cosa di
psicologico, ma la fede. La Riforma fu in tutto una reazione
<contro>10 la
mondanizzazione della Chiesa del medio evo e del rinascimento e contro la umanizzazione
della religione, ed <un>11 ritorno all'oggettivo primordiale, al mysterium fidei. L'antica
professione cristiana della sola fides, che sola garantisce la salvezza e la vita
eterna, è anche la professione di Lutero. Lutero significa il ritorno al cristianesimo
primitivo. Herwegen ci descrive un medio evo protestante; Lutero rappresenta la reazione
cattolica contro questo protestantismo medioevale. Soltanto in un punto egli è rimasto
realmente imprigionato all'individualismo e soggettivismo del medio evo: nel suo
atteggiamento liturgico. – L'ideale, conclude il Prof. von Martin, è nella giusta
congiunzione di oggettivo e di 17v
soggettivo, di pietà
liturgica e di cristianesimo pratico, di fede evangelica e cattolica. La nuova gioventù
cattolica deve oggi lamentare – e doveva farlo anche prima del "caso Wittig" – che,
esagerandosi unilateralmente il principio oggettivo, si ponga la "Chiesa" per "Regno di Dio"
e la Gerarchia per Chiesa, e la Chiesa stessa come qualche cosa che si manifesta e si
esaurisce nel clero, nel diritto ecclesiastico, nelle istituzioni amministrative, – che,
nella strettezza di uno spirito settario ed anticattolico, nell'orgoglio di una depravata
coscienza autoritaria, la quale nulla più ha dell'umile spirito del Vangelo, si sospetti
l'amore per una Chiesa più grande ed universale come una eresia, invece di riconoscere che
molto di ciò, che si trova nella Chiesa, è contro Cristo. Conformemente a ciò, i capi del movimento ecumenico richiedono dai cattolici un diverso giudizio su Lutero e combattono quello dato non solo dal Denifle, ma anche dal Grisar (cfr. Una Sancta, ann. 1, fasc. 11, pag. 173; Georg Boss, Der zer r issene Glaube, in Una Sancta, ann. 2, fasc. 3, pagg. 244-245). "La colpa storica della Chiesa cattolica (afferma il più volte men-
18r
zionato Prof. von Martin) fu di non essersi saputa
mostrare, in quell'ora decisiva nella vita della cristianità dell'Occidente, abbastanza
grande e larga da mantenere nelle sue file Lutero ed accogliere nel proprio organismo la di
lui pura e per sé in nessun modo nuova dottrina["] (Una Sancta, ann. 1,
fasc. 11, pag. 173). – Per ciò anche essi esaltano la dottrina del
Wittig12 (cfr. Erich Sinz in Una Sancta, ann. 2,
fasc. 1, pag. 96). La condanna di vari scritti di questo infelice sacerdote viene
qualificato dalla redazione dell'Una Sancta (ann. 2, fasc. 2,
pag. 179, nota) come la "vittoria di un integralismo esclusivo contro la larghezza
veramente cattolica", come "un colpo dato alla coscienza ecumenica ed alle aspirazioni
ecumeniche". "Wittig è uno di quei cristiani, i quali, per così dire, vivono ancora
nell'epoca precedente alla scissione fra le Chiese e sono insieme evangelici e
cattolici".6°.) Non è necessario che i membri dell'Una Sancta abbandonino la propria confessione religiosa. "Le tre Chiese – romana, orientale ed evangelica –
18v
sono nella costruzione ecumenica tre parti, equivalenti ma
diverse, del mistico corpo dell'Una Sancta". Così Hans Ehrenberg nell'articolo già
citato Der ökumenische Gedanke (in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1,
pag. 13 – cfr. il volume dello stesso Autore "Die Heimkehr des Ketzers",
1920). "Le vie (prosegue il medesimo scrittore) corrono separate, ma pur vicine, e ci si
saluta dall'una all'altra. Le singole parti della vigna sono divise da cancellate, ma pure è
Una sola vigna, in cui tutte le parti rientrano… Nella mentalità ecumenica non scompaiono le
opposizioni ed i punti controversi. Ma nella lotta ecumenica le parti si sentono fra di loro
solidarie; esse sanno che, quando due combattono, giammai non è uno solo colpevole; essi
fanno a gara nell'amore e nella generosità. Ogni contrasto interno è un dolore per il
cristiano ecumenico, che lo risente come un colpo contro Cristo stesso (ibid.,
pagg. 18-19)."Le singole Chiese e confessioni sono radicate nell'Una ed indivisa Chiesa come nella Madre comune, ma nessuna di esse è la Chiesa ecumenica stessa.
19r
Il pensiero ecumenico, ossia la odierna Riforma
abbracciante tutte le Chiese, non sopprime la natura propria di ognuna, ma cambia
fondamentalmente la loro mentalità, inducendole a riconoscersi come semplici particelle
dell'Una ed unica Chiesa. In tal guisa il nefasto vizio di negare e di sopprimere
polemicamente per amore della propria verità quella degli altri, creando così un sistema di
mezze verità bisognose di complemento, come è stato finora il caso, viene a cessare. La
chiara comprensione, non essere il proprio possesso del tutto sufficiente, spinge per
proprio interesse a prender contatto cogli altri e desta il bisogno di integrare ciò che
manca dal comune tesoro. In questo modo sorge una nuova teologia, che si potrebbe chiamare
la teologia del tutto (die Theologie des Ganzen)". Così il Glinz nell'articolo Vom
Wiedererwachen der ökumenischen Kirche (in Una Sancta, ann. 2, fasc. 1,
pagg. 27-29). E nel fascicolo " F ranz von Assisi" dell'Una
Sancta lo stesso Autore aggiunge: "Ogni (Chiesa particolare) rappresenta una
speciale emanazione di determinate parti dell'unico 19v
Cristo;
ognuna ha quindi diritto alla propria esistenza" (pag. 70). "Le (singole) Chiese non
debbono fra di loro confondersi. Il rapporto personale intimo colla propria confessione è
anzi, grazie all'opera del pensiero ecumenico, accresciuto e rinforzato, ma spogliato delle
tendenze assolutiste: la Chiesa orientale viene introdotta nello spirito della vita
dell'Occidente senza perdere la sua propria natura. La Chiesa cattolica, malgrado la
resistenza del curialismo, viene pneumatizzata e con ciò riformata. La Chiesa evangelica,
nonostante il pietismo e la "Lega evangelica", viene sottomessa all'autorità ecclesiastica,
facendola così rientrare nella universale tradizione. Scopo comune è un Corpus Christianum,
ben diverso dal medioevale" (Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 12). E
Max Heinz (Von dem Leidvollen wahrer Katholizität, in Una Sancta, ann. 2,
fasc. 2, pag. 119) paragona "il tentativo di una unione delle odierne confessioni,
specialmente fra il cattolicismo ed il protestantismo, al compito della Chiesa primitiva,
che tentò ed in parte rese anche possibile una unione fra l'ellenismo ed il giudaismo".
20r
<(>13 Tipi di uomini ecumenici sarebbero il Barone Friedrich von Hügel, il
vescovo vecchio-cattolico Edoardo Herzog (cui si riferisce il primo capitolo del suo citato
libro dell'Heiler "Evangelische Katholizität<)>14, Sadhu Sundar Singh (cfr. Nikolaus Hackl in
Una Sancta, ann. 2, fasc. 3, pagg. 285-289), in qualche modo anche
S. Francesco d'Assisi, sebbene figlio ossequente della Chiesa romana (cfr. Heiler
nel citato Franziskusheft dell'Una Sancta, pagg. 50-53, 57-59; Glinz,
ibid., pagg. 69-70[)].Gli scrittori della Una Sancta parlano con molta simpatia della Chiesa (scismatica) orientale (cfr. ann. 2, fasc. 1, pag. 13). – Invece, quanto alla Chiesa romana, essi respingono il genuino concetto del primato del Sommo Pontefice. Essi riconoscono forse un primatus honoris, excellentiae et auctoritatis, ma non un primatus iurisdictionis (Heiler, Evangelische Katholizität, pag. 246). "Quando la Chiesa romana come la più grande Chiesa particolare eleva la pretesa di dominare ed uniformare la Chiesa intiera, abolisce la cattolicità. La plenitudo potestatis
20v
e la infallibilità non possono mai secondo la
dottrina veramente cattolica essere in mano di un solo Vescovo; le decisioni cattedratiche
del Papa non possono giammai pretendere un valore universale nella Chiesa ex sese come dice
il Concilio vaticano, ma unicamente ex consensu ecclesiae. Finché Roma non riconoscerà
queste verità cattoliche, non potremo mai unirci con essa" (ibid., pagg. 246-247). –
Cfr. anche Una Sancta, ann. 1, pagg. 83-84, 147-148. È tuttavia
doveroso altresì di segnalare la energica difesa, che il più volte nominato Prof. von
Martin fa del Concordato fra la S. Sede e la Baviera contro gli attacchi della "Lega
evangelica" in Una Sancta, ann. 1, fasc. 1, pag. 19.Come si è più sopra accennato, il movimento dell'Alta Chiesa ecumenica conta ancora ben pochi aderenti, né sembra che esso sia destinato ad avere un grande avvenire. A quanto mi è stato riferito, molti membri della Lega comincerebbero ad essere in-
21r
soddisfatti, ed anzi negli ultimi mesi tre di essi si
sarebbero convertiti alla vera Chiesa; un altro farà la sua abiura il 5 del prossimo
mese di Dicembre. – A confessione dello stesso Ehrenberg (nel citato articolo Der
ökumenische Gedanke – Una Sancta, ann. 2, fasc. 1,
pagg. 15-16) il detto movimento avrebbe assai scarsa probabilità di successo nella
massa dei protestanti tedeschi. I capi intellettuali del protestantesimo in Germania
(Jülicher, Harnack, Loofs) sembrano essere dello stesso parere: essi affermano infatti che
né la Bibbia, né il cosiddetto "consensus quinque-saecularis" (vale a dire la fede comune
dei primi cinque secoli), nelle tre professioni di fede ecumeniche (l'apostolica, la nicena,
l'atanasiana), costituiscono una base atta a riunire tutti i cristiani in una sola Chiesa
(cfr. Max Pribilla S. J., Um die Wiedervereinigung im Glauben,
Freiburg im Breisgau, 1926, pagg. 7-8). Anzi si ha l'impressione che la lotta ed i
contrasti confessionali aumentino e si inaspriscano in Germania, come dimostra anche
l'agitazione sempre crescente della Lega Evange-21v
lica
(Evangelischer Bund). – Lo stesso celeberrimo Prof. Adolfo Harnack in una
polemica contro la Lega dell'Alta Chiesa ecumenica scrive: "Le Chiese del protestantesimo
tedesco sono bisognose di riforma, giacché la forma, che esse ebbero nel secolo decimo
sesto, era condizionata storicamente e non può quindi essere la definitiva. In questo punto
convengo colla Lega, come anche in ciò che noi in questa Riforma abbiamo molto da imparare
dalla Chiesa cattolica e dobbiamo ripristinare molte cose perdute. Ma almeno altrettanto
necessaria è una riforma del Protestantesimo, che derivi da un rinvigorimento dei suoi
principi fondamentali, e che deve quindi condurlo ad un ancor più aspra opposizione verso
l'odierno cattolicismo" (cfr. Pribilla, op. cit., pag. 43). – Il periodico
"Der Zusammenschluß – Politische Monatsschrift zur Pflege der Deutschen
Eintracht", nel suo ultimo fascicolo di Ottobre1926, pagg. 79-80, si è espresso con
calda simpatia a riguardo del movimento ecumenico promosso dall'Una Sancta però piuttosto
sotto il punto di vista politico, e non dissimulando le difficoltà di una unione sul terreno
dogmatico. 22r
I promotori della Lega ecumenica desiderano
vivamente la collaborazione dei cattolici (cfr. l'articolo della redazione
"Oekumenizität und römischer Katholizismus" in Una Sancta, ann. 1,
fasc. 5, pag. 83; cfr. pure ibid. fasc. 2, pag. 27 nota). Essi
condannano perciò, come la "strettezza del cattolicismo ufficiale" (ibid., pag. 83),
così pure gli attacchi fanatici della "Lega Evangelica" e sperano, promovendo "la vera, pura
e completa cattolicità", di costringere "la Gerarchia romana ad uscire dal suo isolamento"
(Heiler, Evangelische Katholizität, pag. 248). Essi considerano in qualche modo
come segno di riavvicinamento il movimento liturgico (l iturgische Bewegung),
cui si riferisce l'opuscolo surricordato del Revmo Abate di Maria Laach (cfr. anche
Una Sancta, ann. 2, fasc. 2, pag. 123 nota 1), il movimento
della giovane generazione cattolica, fra la quale spira "un altro vento" (cfr. Una
Sancta ann. 1, fasc. 5, pag. 83), in modo speciale quello del
Quickborn (cfr. Una S ancta, ann. 2,
fasc.2 pag. 123, nota 1; ann. 2, fasc. 3, pag. 282), le correnti
rappresentate dai periodici "Hochland" (la nota rivista edita in Monaco), "Vom
fro h -22v
en Leben" e "Das
heilige Feuer"(cfr. Una Sancta, ann. 1, fasc. 5, pagg. 83-84),
nonché dal giornale "Rhein-Mainische Volkszeitung " (cfr. Una
Sancta, ann. 1, fasc. 11, pagg. 173 sg.) – Secondo
l'affermazione privata di un membro della Lega ecumenica, questa nutre avversione contro la
Compagnia di Gesù. Tuttavia l'Una Sancta cita ripetute volte scritti specialmente dei
PP. Lippert, Pribilla e Przywara S. J., collaboratori delle "Stimmen der
Zeit" (cfr. , ad esempio, ann. 1, fasc. 1, pag. 178;
ann. 2, fasc. 1, pag. 87 e segg., 91 e segg; fasc. 2,
pag. 125, not. 2; fasc. 3, pag. 283, not. 9,
pag. 318 nota, pag. 320).I cattolici, che finora hanno collaborato nell'Una Sancta, sono alcuni ecclesiastici, altri laici. –Nessuno di loro ha espresso ed affermato la verità cattolica, vale a dire che l'unica possibile unione dei cristiani è il ritorno degli erranti alla vera Chiesa. Una parte degli articoli da essi scritti è, per così dire, neutrale. Così quello: "D ie Weihnachtsbotschaft im Licht der Religionsgeschichte" (Una Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 67 e segg.) del Sac. Giovanni <P.>15 Steffes, della diocesi di Treviri, nato il 27 Agosto 1885, nominato nel 1920 professore in Mün-16
23r
ster, poi nel 1922 Weltanschauungsprofessor a
Francoforte ed a Göttingen, attualmente professore di filosofia della religione e di scienza
comparata delle religioni nell'Università cattolica di Nimega in Olanda. È stimato come
alquanto inclinato verso le opinioni più liberali. È autore delle seguenti opere:
Hauptprobleme der Philosophie 1919. Einführung in das Seelenleben 1919. Hellas und Rom 1920.
Eduard von Hartmanns Religionsphilosophie des Unbewußten 1921. Repräsentanten religiöser und
profaner Weltanschauung 1922. Das Wesen des Gnostizismus und sein Verhältnis zum
katholischen Dogma 1922. <Religionsphilosophie 1925.>17 Die Staatsauffassung der Moderne 1925., come pure di
vari articoli sullo "Staatslexikon" e sul "Pastor Bonus".Lo stesso sembra possa dirsi dei due articoli pubblicati dal Sac. Roberto Grosche "Franz von Assisi und Benedikt" e dal Rev. P. Erhard Schlund O. F. M., residente nel Convento di S. Anna in Monaco, "Das christiliche Sozialproblem und seine franziskanische Lösung" nel fascicolo speciale dell'Una Sancta su S. Francesco d'Assisi (Franz von Assisi-Sonderheft
23v
der
Vierteljahresschrift Una Sancta-1926), in cui hanno collaborato anche il Wittig: "Der
heilige Troubadour" ed il più volte già menzionato sacerdote apostata Heiler:
"Der heilige Franz von Assisi und die katholische Kirche". Il Grosche,
dell'archidiocesi di Colonia, nato nel 1888, ordinato sacerdote
<nel>18 1912, ha
fin dal 1920 il delicatissimo ed importante ufficio della cura spirituale degli studenti
cattolici in Colonia (Universitätsprediger). Egli pronunziò nel Congresso del Verband der
Vereine katholischer Akademiker zur Pflege der katholischen Weltanschauung tenutosi
in Recklinghausen dal 28 al 31 Dicembre 1925 un discorso teologico, a quanto mi è
stato riferito, confuso e poco soddisfa24r
rubriche, ma la religione amante" (pag. 83).Il P. Ugo Lang O. S. B ., residente nell'Abazia di S. Bonifazio in Monaco, ha pubblicato nello stesso Franziskusheft dell'Una Sancta (pagg. 91-92) una recensione dell'opuscolo "Bescheidene Männer" del sunnominato P. Erhard Schlund.
Il sacerdote Arnoldo Rademacher, professore nella facoltà teologica dell'Università di Bonn (archidiocesi di Colonia), ben noto a cotesta Suprema, ha pubblicato sull'Una Sancta ann. 2, fasc. 2, pag. 213 e segg. una relazione sul menzionato Congresso di Recklinghausen. Detta relazione figura sotto la rubrica "Cronaca ecumenica" (Oekumenische Kronik), contenente anche due altri articoli, uno sulla condanna delle opere del Wittig e l'altro, del Prof. von Martin, sulla riunione della Lega dell'Alta Chiesa Ecumenica in Berlino del 24 Febbraio 1926. Lo scritto del Rademacher presenta, a mio modesto parere, le consuete espressioni equivoche e le idee confuse proprie dell'Autore; si ritrovano anzi in esso, se pur non m'inganno, le tracce, sebbene in termini assai più cauti e mitigati, della sua teoria
24v
intorno ai rapporti fra la natura e la grazia,
che egli espose già largamente nel libro, stampato ma non più pubblicato, "Der
Einheitsgedanke in der Theologie und der Parallelismus von Gnade und Natur", di cui la
sullodata Suprema ebbe ad occuparsi. Il sacerdote Giuseppe Mattia Tressel (scrive sotto lo pseudonimo Ernst Thrasolt), della diocesi di Treviri, nato il 12 Maggio 1878, ordinato il 19 Marzo 1904, dimorante attualmente in Berlin-Weißensee nel "Josephsheim" delle Religiose Carmelitane (Gürtelstraße 8), noto per le sue tendenze di estrema sinistra, fisicamente malaticcio e psicologicamente anormale, condannato già per atti disonesti verso ragazze minorenni (in seguito a che dovette rinunziare alla sua parrocchia nell'anzidetta diocesi di Treviri), riammesso quindi, dopo salutare penitenza, dalla Delegatura vescovile di Berlino alla celebrazione della S. Messa, ma non all'ufficio di confessore, autore di varie opere poetiche <in diversi punti censurabili,>22 è editore del periodico sopra nominato "Vom frohen Leben", che si avvicina alle idee del Wittig ed è diffuso nei circoli del Quickborn berlinese. Egli ha pubblicato nell'ultimo fascicolo
25r
(quarto) del corrente anno dell'Una Sancta, testé uscito, un articolo dal titolo
"Die unsichtbare Kirche" (pagg. 413-418), il quale fa la stessa impressione
di quasi tutti gli altri scritti dei cattolici in detta Rivista, vale a dire che questi
hanno paura di professare apertamente la verità cattolica. Anche nell'articolo in discorso
non mancano espressioni per lo meno equivoche, ad es. pag. 416 in not.: "Dopo
Cristo nell'era cristiana, la via della salute per l'umanità mediante la Chiesa visibile non
è divenuta più stretta, vale a dire essa non è l'unica via". Ed in fine parla della
casa "con molte mansioni, lingue e direzioni", "la quale in tutto ciò, che è essenziale e
dato da Cristo, non è disunita e per ciò non crolla; nella quale tutti si trovano e siedono
<intorno>23 alla
stessa mensa di Cristo e nel frangimento del pane si riconoscono come fratelli di Cristo
nell'Una Sancta"; parole queste, che sembra difficile di intendere altrimenti che come
un'adesione alla idea del movimento dell'Alta Chiesa Ecumenica. Ancor maggiori riserve esigono gli articoli di vari laici cattolici apparsi sull'Una Sancta. Tali sono quelli di Hein -
25v
rich Getzeny
(Stuttgart), "Der deutsche Katholizismus nach dem Kriege" (Una Sancta,
ann. 2, fasc. 3, pagg. 277 e segg.), e di Hermann Platz, già sopra
nominato, Professore a Bonn, "Seelische Wege zum ökumenischen Denken" (Una
Sancta, ann. 2, fasc. 1, pag. 22 e segg.). Non è stato quindi senza
una qualche sorpresa che ho letto nella Kölnische Volkszeitung N. 825 del
7 corrente come in una Schulungswoche o "settimana di istruzione" sul tema
"L'idea cattolica dello Stato" (Die katholische Staatsidee), promossa
dalla lega di studenti cattolici "Goerresring" e che si terrà in Bad Griesbach
(Renchtal-Baden) dal 2 al 7 Gennaio 1927, tra gli oratori figura il nome del
Professore Platz, il quale (sebbene, a quanto mi si dice, si tratti di una materia
prevalentemente politica) non sembra essere il più adatto ad impartire ai giovani accademici
sani concetti sulla dottrina cattolica. L'Eminenza Vostra giudicherà se sia conveniente di
fare qualche passo al riguardo, per es. presso l'Eminentissimo Sig. Cardinale
Arcivescovo di Colonia.24Idee e tendenze pienamente "ecumeniche" manifestano Ernesto Michel di Francoforte (cfr. Una Sancta ann. 1, fasc. 11, pag. 173 sg.) e, con deplorevoli ed irriverenti espressioni, il Dr. Franz Müller, dimorante in
26r
Berlin-Neukölln (cfr. Una Sancta, ann. 1,
fasc. 1, pagg. 83-84. – Il Müller è autore anche dell'articolo "Aus dem
geistigen Leben des deutschen Katholizismus" in Una Sancta, ann. 2,
fasc. 1, pag. 85 e segg.). Il noto pastore protestante convertito, Dr. Giovanni Albani ha pubblicato sull'Una Sancta (ann. 1, fasc. 2, pagg. 27-28) un articolo dal titolo "Alleinseligmachend". Gli scritti del sunnominato Signore sono generalmente in senso cattolico (cfr. Reden zur Wiedervereinigung im Glauben: I. Die Stockholmer Weltkonferenz und die katholische Kirche. – II. Katholisches Deutschland 1925; ambedue editi coll'Imprimatur della Curia vescovile di Paderborn, presso Schöningh-Paderborn). Anche in lui, tuttavia, si riscontrano talvolta espressioni censurabili. Così, ad esempio, in un suo articolo, apparso sull'"Allg. Rundschau"N. 36 del 3 Settembre 1925, "Die Wiedervereinigung im Glauben und Martin Luther", egli afferma che "potrebbe sperarsi in un miglioramento dell'atmosfera interconfessionale ed in un giusto apprezzamento della Chiesa cattolica da parte degli acattolici soltanto se si rende giustizia alla persona ed all'opera di Lutero" e che "l'ultima parola" dovrebbe essere un "amorevole riconoscimento" del sacrificio di sé stesso, fatto da Lutero in
26v
una opera senza
esempio, e della forza della di lui potente vita religiosa"; solo così si può "compensare la
parte di colpa, di cui organi della Chiesa si resero già responsabili colla loro condotta
nella scissione religiosa" (cfr. Una Sancta, ann. 1, fasc. 11,
pag. 172; ann. 2, fasc. 1, pagg. 94-95, fasc. 2,
pag. 123).Ma le più aspre espressioni usate dai collaboratori cattolici dell'Una Sancta sono forse quelle che si riscontrano nell'articolo della Signorina Hedwig B rey, di Francoforte sul Meno: "Non evacu e tur Crux Christi" (ann. 2, fasc. 2, pag. 179 e segg.). Secondo lei, nel caso Wittig "la Chiesa romana colla sua decisione arbitraria ha dato il colpo di grazia al popolo cattolico". E ancora: "Le dottrine comuni a Wittig ed a Lutero sono un deposito di fede cattolico [sic] generale. Esse risalgono a Paolo e ad Agostino". "L'importanza di Wittig per il pensiero ecumenico consiste in ciò: egli è l'espressione vivente del fatto che "luterano" e "cattolico" non rappresentano alcuna opposizione, finché l'edificio totale li contiene sotto la sua volta". Ed infine: "Nel più bello del movimento di rinnovazione religiosa emanante dal Wittig viene ora il giudizio di Roma. Noi possiamo dire al riguardo soltan-
27r
to: noi non comprendiamo la Chiesa romana ed ancor
più noi abbiamo l'amaro sentimento che essa non ci comprende, ed anzi che essa ha un
atteggiamento rigidamente chiuso di fronte ai bisogni del vivo popolo cristiano".
Cfr. anche Una Sancta, ann. 2, fasc. 3, pagg. 291-292. Queste
insane affermazioni sono tanto più caratteristiche, perché, come mi consta da informazioni
di ecclesiastico degno di fede, il Wittig ha ancora larghe simpatie nel mondo femminile,
<specialmente>25
fra le maestre cattoliche; simpatie, di cui si riscontrerebbero pur troppo traccie anche in
conventi di religiose.È superfluo di rilevare quanto una simile collaborazione da parte dei cattolici, – massime date le tendenze liberali di quasi tutti quelli, i quali hanno finora scritto sull'Una Sancta –, sia non solo infruttu<osa,>26 ma nociva.27 La Lega ecumenica, del resto, secondo la confessione dell'Heiler nel passo sopra riportato (Evang. Katholiz., pag. 157), vuole stornare della Chiesa cattolica la corrente di tutti quei protestanti, i quali cercano la Chiesa universale colla liturgia ed i sacramenti. Essa specula sul malcontento e sulle tendenze di insubordinazione alla legittima Autorità ecclesiastica, che serpeggiano pur troppo in non pochi circoli
27v
cattolici.
Cotesta Suprema S. Congregazione con decreto del 4 Luglio 1919 (Acta Apostolicae Sedis, vol. XI, 1919, pag. 309) proibì la partecipazione dei cattolici ai movimenti promossi dagli acattolici ad procurandum christianitatis unitatem, in conformità coi principi enunciati28 già nelle due lettere della medesima Suprema ad omnes Angliae episcopos del 16 Settembre 1864 e ad quosdam Puseistas anglicos dell'8 Novembre 1865 (ibid. pagg. 310-316).
La somiglianza fra il Puseyismo e l'attuale Lega ecumenica sembra evidente. Anche il movimento Puseyistico (Association for promoting the Unity of Christendom) aspirava ad una Chiesa universale, costituita dalle tre comunità cristiane, la romano-cattolica, la greco-scismatica e l'anglicana, sebbene fra di loro separate e divise.
A quanto mi si assicura, sulla Rivista dei PP. Gesuiti Stimmen der Zeit sarà pubblicato prossimamente sul movimento ecumenico qualche articolo del P. Pribilla29, il quale è in relazione col Prof. von Martin. Giova sperare che ciò valga a chiarire le idee ed a dissipare perniciosi equivoci in tale materia.
28r
In obbedienza alle venerate istruzioni
dell'Eminenza Vostra, inviai sin dal 10 Settembre scorso una prima circolare ai Revmi
Ordinari della Germania, eccettuata la Baviera, (di cui una copia trovasi unita al presente
rispettoso Rapporto) per richiamare la loro attenzione sul pericolo rappresentato dal
movimento dell'Alta Chiesa ecumenica e dal suo organo Una Sanct a, pericolo
reso ancor più <grave>30 dal fatto della collaborazione a questa Rivista da parte di note
personalità cattoliche, anche ecclesiastiche. Il Revmo Mons. Ludovico Maria Hugo, Vescovo di Magonza, già alunno del Collegio Germanico-Ungarico in Roma, nell'accusarmi ricevimento di detta Circolare, mi significava che nella sua diocesi la Una Sancta è, si può dire, sconosciuta; aggiungeva tuttavia che in un recente viaggio per il conferimento della S. Cresima nell'Assia Superiore aveva udito con sua meraviglia come colà, nella vicinanza della radicale Facoltà di Gießen, vari giovani ecclesiastici protestanti erano entrati nel movimento dell'Alta Chiesa; un pastore protestante in Lich aveva apertamente deplorato che Lutero avesse abolito la Messa,
28v
affermando
che con ciò era cominciata l'agonia della liturgia protestante. Il sullodato Vescovo
lamentava poi l'indebolimento dello spirito di obbedienza, che si palesa in molti cattolici,
come nei loro giornali e nelle loro organizzazioni (corporazioni di studenti, gruppi locali
di Accademici cattolici ecc.). "L'autorità della Chiesa, anche la suprema, ha subito danni.
Può essere che il movimento liturgico (die liturgische Bewegung) da parte cattolica,
movimento in cui si adunano vari elementi, i quali non hanno un orientamento strettamente
dogmatico, faccia sorgere d'altra parte simpatie per il movimento dell'Alta Chiesa".I lamenti del Revmo Mons. Hugo non sono pur troppo privi di fondamento. In non pochi cattolici si manifesta <un>31 affievolimento del sentire cum ecclesia ed un senso di sfiducia verso l'Autorità, anche suprema, della Chiesa, la quale, a loro giudizio, non comprende le nuove correnti della vita religiosa. Questo doloroso fenomeno di insubordinazione si è reso ancor più evidente in occasione della condanna delle opere del Wittig. Secondo quanto mi è stato riferito da un religioso degno di fede, in una adunanza di studenti cattolici (Festkommers) in Monaco di Baviera un oratore
29r
ha avuto l'audacia di mandare, presente il Nunzio
Apostolico, un caldo saluto al Wittig, aggiungendo dure espressioni contro coloro che
l'hanno condannato; il che, tuttavia <avrebbe>32 prodotto nella maggioranza dei presenti penosa
impressione.33L'umile sottoscritto non ha mancato, come di dovere, – sia nei privati colloqui, sia cercando d'influire sulla pubblica stampa, sia anche nei frequenti per quanto poveri discorsi, che ha <avuto, massime>34 negli ultimi tempi, occasione di pronunziare in varie parti della Germania dietro invito di Revmi Vescovi, di associazioni cattoliche, ecc. – di combattere così pericolose tendenze, inculcando incessantemente l'obbedienza all'autorità della Chiesa, l'attaccamento, la fiducia e l'amore verso la Sede Apostolica e verso l'Augusta Persona del Vicario di Cristo; e può dire che, malgrado le sue personali deficienze, tale azione non è rimasta, grazie all'aiuto divino, del tutto priva di efficacia. Nell'assicurare Vostra Eminenza che mi darò premura di proseguirla ed intensificarla nell'avvenire secondo le mie debolissime forze, e pronto sempre ad eseguire quelle ulteriori istruzioni, che
29v
all'Eminenza Vostra piacesse impartirmi, m'inchino
umilmente al bacio della Sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione ho l'onore
di confermarmiDi Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑"Da […]
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20↑Hds. gestrichen und eingefügt, vermutlich von
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24↑Abschnitt "Professore […] Colonia" hds. von
unbekannter Hand am linken Seitenrand mit blauer Farbe markiert.
25↑Hds. eingefügt, vermutlich von Pacelli.
26↑Hds. eingefügt, vermutlich von Pacelli.
27↑Abschnitt "È […] nociva " hds. von unbekannter Hand am linken
Seitenrand mit roter Farbe markiert.
28↑Abschnitt "Cotesta […] enun-" hds. von
unbekannter Hand am linken Seitenrand mit roter Farbe markiert.
29↑"P. Pribilla" hds. in roter Farbe unterstrichen,
vermutlich vom Empfänger.
30↑Hds. eingefügt, vermutlich von
Pacelli.
31↑Hds. eingefügt, vermutlich von
Pacelli.
32↑Hds. eingefügt,
vermutlich von Pacelli.
33↑Abschnitt "Wittig […] impressione" hds. von unbekannter Hand
am linken Seitenrand mit brauner und blauer Farbe markiert.
34↑Hds. eingefügt, vermutlich von
Pacelli.