Document no. 362
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Munich, 10 June 1917

Summary
Aus verschiedenen zuverlässigen Quellen hat Pacelli Informationen zur gegenwärtigen politischen Lage gesammelt. In Russland herrsche die vollständige Anarchie, es fehle eine zentrale Regierung. Allerdings sei die Front inzwischen stabilisiert und die Zahl der Überläufer zu den Deutschen habe sich verringert. Hingegen steige die Zahl der nach Russland Desertierenden, da es sich oft um Bauern handle, die nicht zu spät zur Verteilung des Landes kommen wollen. Aufgrund der außer Kontrolle geratenen Fahnenflucht ist der russische Außenminister Gutschkow zurückgetreten; eine größere Offensive Russlands sei für dieses Jahr ausgeschlossen. Eine Hungersnot drohe, auch weil die Bauern das Getreide nicht an die Regierung abgeben wollen; in Südrussland ist man zur Aufteilung des Landes übergegangen und hat zahlreiche Häuser von Gutsbesitzern angezündet. Die Arbeiter in den Städten verlangen eine Kürzung der Arbeitszeit auf vier Stunden am Tag und eine Gewinnbeteiligung bis 97 Prozent. Viele glauben, dass in Russland bald eine sozialistische Diktatur errichtet werde; eine Rückkehr der Romanows hält man für ausgeschlossen. Ein Frieden zwischen Italien und Österreich scheine wegen wachsender italienischer Ansprüche, die in der ganzen Monarchie abgelehnt werden, unwahrscheinlich; hinzu kommen die jüngsten Niederlagen der Italiener mit über 27.000 Kriegsgefangenen. Was die Mittelmächte angeht, so glauben viele, dass der Frieden wegen der Schwäche Russlands und wegen des U-Boot-Kriegs zwischen England und Deutschland bald geschlossen werden müsse. Der Präsident des Kriegsernährungsamtes Batocki halte die Ernährungslage in Deutschland für sicher, zumal die Lebensmittel aus Rumänien hinzukommen. Für Pacelli ist es eine Ehre zu melden, dass deutsche und österreichische Katholiken auf eine Friedensaktion des Heiligen Stuhls hoffen. Die Agitation und Propaganda der Sozialisten lasse den Eindruck entstehen, dass nur diese für den Frieden eintreten, auch wenn die Friedenskonferenz der Sozialisten gescheitert sei; Czernin erklärte bei Erzbergers letztem Wienbesuch, dass die "schwarze Internationale" mit einer Friedensaktion nicht zögern dürfe. Der Heilige Stuhl solle alle Bischöfe aufrufen, sich für den Frieden einzusetzen, was vor allem wegen der bisherigen Haltung vieler Bischöfe in Frankreich, England und Belgien schwer zu erreichen scheint. Nach Erzberger finde eine solche Aktion am besten im nächsten September oder Oktober statt, auch weil laut Kaiser Karl Österreich und Deutschland dann einen neuen Schritt hin zum Frieden unternehmen würden.
Subject
Informazioni politiche
Eminenza Reverendissima,
Compio il dovere di comunicare all'Eminenza Vostra Reverendissima le informazioni, che da varie fonti ben attendibili ho in questi giorni potuto raccogliere circa la situazione politica attuale.
Per cominciare dalla Russia, – secondo quelle notizie – in generale regna ivi la più completa anarchia. Ogni Governatorato, ogni Circondario, ogni Comune fa quello che più gli piace: un Governo centrale, che guidi il paese, non vi è. Sarebbe però riuscito alla maggior parte dei comandanti di creare al fronte una disciplina più severa. Va diminuendo il numero dei disertori russi che passano dalla parte dell'esercito tedesco; ma crescerebbe invece straordinariamente quello dei disertori verso l'interno della Russia. Ciò si spiega col fatto che l'armata russa è composta quasi esclusivamente di contadini, i quali temono, rimanendo più oltre alla fronte, di arrivare troppo tardi per la spartizione delle terre. Gutschkow, il quale voleva riportare i disertori al fronte e fissò, sotto minaccia di gravi pene, il 15 maggio come termine
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massimo per il ritorno alle file, ottenne l'effetto diametralmente opposto. Il numero dei disertori crebbe immensamente e ciò diede al Gutschkow motivo per dimettersi. Qualsiasi offensiva di una certa importanza da parte della Russia si ritiene qui, per quest'anno, esclusa. Gli attacchi dell'artiglieria si debbono ascrivere al fatto che questa è comandata da ufficiali inglesi, francesi e giapponesi.
Secondo le medesime informazioni, ben presto la Russia verrebbe minacciata dallo spettro della fame. Le riserve di viveri dell'amministrazione militare sarebbero già state distribuite alle popolazioni tumultuanti delle città. Di cereali se ne avrebbero abbastanza nelle campagne, ma i contadini si rifiuterebbero di consegnarli, giacché non hanno fiducia alcuna nel Governo sempre oscillante ed in continua trasformazione. Nella Russia meridionale i contadini procedono essi stessi alla ripartizione delle terre. Molti castelli di ricchi possidenti, poiché non potevano essere ripartiti, vennero senz'altro incendiati. Gli operai delle città non sono contenti della giornata di otto ore di lavoro; essi vogliono lavorare soltanto quattro ore ed esigono sino al 97 % degli utili. In una fabbrica di gomma di Pietrogrado gli operai chiesero che l'aumento della mercede, da poco ottenuto, avesse ef-
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fetto retroattivo. Essi computarono di essere creditori di quindici milioni di rubli, e recandosi a consegnare le loro lagnanze in iscritto, portarono seco grossi sacchi nei quali avrebbero voluto riporre il denaro!
Del resto, da molti si ritiene che ben presto sarà formato in Russia un Gabinetto puramente socialista, al quale terrebbe poi dietro un dittatore. Il ritorno dei Romanow al trono viene ritenuto impossibile, perché nei giorni critici non diedero nessuna prova di volontà ferma e virile. Da alcuni si direbbe<ce>1 che sarebbe innalzata al trono una famiglia aristocratica russa di antichissima nobiltà.
Per ciò che concerne l'Italia, si pensa qui che la pace fra essa e l'Austria sarà la più difficile a concludere. L'Italia accampa aspirazioni territoriali, che l'Austria – come già ho avuto altre volte occasione di riferire all'Eminenza Vostra – non intende ora assolutamente di soddisfare. Tutto l'Impero con tutte le sue nazionalità è d'accordo col Governo che l'Italia non debba ottenere un palmo di territorio austriaco. Chi parla in Austria di cessione del Trentino si espone al pericolo di essere
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accusato di alto tradimento ed eccita lo sdegno generale.
Negli scorsi giorni, poi, i bollettini ufficiali dello Stato Maggiore austriaco hanno annunziato importanti successi ottenuti contro gl'italiani nelle località di Jamiano e S. Giovanni. Gli eserciti italiani sarebbero stati respinti dalle posizioni recentemente conquistate ed avrebbero subìto gravissime perdite, lasciando inoltre nelle mani del nemico numerosi prigionieri, i quali dal 12 maggio ascenderebbero ad oltre ventisettemila uomini.
Finalmente, per ciò che riguarda le Potenze centrali, non pochi qui pensano che prima della fine dell'anno si giungerà alle trattative di pace. Questa opinione si fonda sul fatto che nel fronte occidentale le offensive nemiche sono approdate a ben poco, che la Russia, per lungo tempo non è in grado di agire seriamente, e che sopratutto la guerra sottomarina senza restrizioni avrebbe (così almeno si spera in Germania) nei riguardi dell'Inghilterra importanza decisiva. Il vettovagliamento della popolazione in Germania è, secondo le dichiarazioni ufficiali del Presidente della Commissione per i viveri, assicurato sino alla raccolta, tanto più che giungono notevoli quantità di derrate ali-
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mentari dalla Rumenia (in media trentamila tonnellate al giorno). La raccolta in Ungheria ed in Austria sarebbe assai più promettente che nell'anno passato; in Germania si conta su di una raccolta uguale a quella del 1916; in Rumenia è stata coltivata la stessa superficie di terreno che in tempo di pace. Quanto all'esercito, la media delle perdite in ogni anno non supererebbe il numero dei nuovi coscritti.
Nei popoli delle Potenze Centrali la brama di pace non è men viva che in molta parte delle popolazioni dell'Intesa. Già ho avuto più volte l'onore di riferire all'Eminenza Vostra che i cattolici dell'Austria e della Germania attendono una grande azione a favore della pace da parte della Santa Sede. La rumorosa agitazione dei socialisti per la pace ha pure originato confusione in parecchi cattolici. Si ode ripetere che soltanto i socialisti fanno qualche cosa per la pace. La conferenza socialista non condurrà ad alcun risultato positivo, anzi darà forse origine a nuove divergenze fra i socialisti medesimi; tuttavia la massa del popolo crede ancor troppo all'efficacia della loro propaganda per la pace. Il Signor Deputato Erzberger mi narrava alcuni giorni or sono che nell'ultima sua visita a Vienna anche il Conte Czernin gli espresse la convinzione che l'" internazionale nera " non do-
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vrebbe ritardare più la sua azione a favore della pace. A tale scopo si desidererebbe che la Santa Sede esortasse tutti i Vescovi a lavorare per la pace con prediche, preghiere, conferenze, ecc. e ad astenersi da ogni propaganda per la guerra; cosa, però, la quale in verità appare assai difficile a conseguirsi, se si pensa allo stato d'animo ed all'attitudine tenuta finora da molti Vescovi, massime della Francia, dell'Inghilterra e del Belgio. In ogni modo, a parere del sullodato Signor Erzberger, il momento più favorevole per una simile azione di Sua Santità, sarebbe alla fine dell'offensiva d'estate, ossia verso il prossimo settembre od ottobre, tanto più che l'Imperatore Carlo gli avrebbe detto che anche l'Austria, insieme colla Germania, compierà allora un nuovo passo a favore della pace.
Vostra Eminenza nella Sua alta e superiore sapienza giudicherà se e come una tale coincidenza riuscirebbe opportuna.
Intanto, chinato al bacio della S. Porpora, con sensi di sommo rispetto e di profondissima venerazione, ho l'onore di rassegnarmi
della Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 10 June 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 362, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/362. Last access: 28-03-2024.
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