Document no. 9928
Gasparri, Pietro to Pacelli, Eugenio
Vatican, 02 July 1926

Summary
Gasparri macht Pacelli darauf aufmerksam, dass den Heiligen Stuhl weiterhin ernste Nachrichten über die Verfolgung der katholischen Kirche durch die Republik Mexiko erreichen. So wies die mexikanische Regierung den mexikanischen Nuntius Caruana aufgrund falscher und verleumderischer Gründe aus. Priester und auswärtige Kleriker werden aus Mexiko vertrieben. Die Zahl der mexikanischen Priester und Diözesen soll verringert werden, Priesterseminare sollen geschlossen und die Priester zu unannehmbaren Bedingungen bei der Durchführung der Seelsorge gezwungen werden. Die Kirchen, aus denen die Priester gewalttätig vertrieben wurden, werden von zivilen Behörden in Anspruch genommen. Gasparri erinnert an die Allokution des Papstes vom 14. Dezember 1925, in der er die Christenverfolgung in Mexiko öffentlich kritisierte. Außerdem ruft Gasparri das päpstliche Handschreiben an den Kardinalvikar Pompili in Erinnerung, in dem der Papst zum gemeinsamen Gebet für die bedrückten mexikanischen Brüder aufrief. Pacelli soll den deutschen Episkopat an diesen Wunsch erinnern, damit alle Gläubigen aufgerufen werden, sich dem Gebet des Papstes am 1. August, dem Fest des Heiligen Petrus in Ketten, anzuschließen. Gasparri verweist auf das symbolträchtige Datum, das an die erste Christenverfolgung erinnert, sowie auf den Portiunkula-Ablass, der an diesem Tag erteilt wird, und insbesondere auf dessen besondere Bedeutung im 700. Todesjahr von Franz von Assisi. Gasparri ist sich sicher, dass all dies zur positiven Aufnahme der Gebete durch Gott beitragen wird.
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Illmo e Revmo Signore,
Continuano a pervenire alla Santa Sede notizie gravi circa le dolorose vicende della Chiesa nella Repubblica del Messico, dove sotto l'ipocrita forma di una pretesa legalità si va compiendo da coloro che detengono il Governo di quella sventurata nazione una vera e propria persecuzione contro la religione cattolica.
Non è necessario che io ricordi alla S. V. Illma e Revma i fatti gravi e dolorosi che si vanno ogni giorno moltiplicando in quella Repubblica, poiché mentre agli emissari di altre religioni si permette la più ampia libertà, ai cattolici questa libertà è negata, in modo che disonorerebbe qualsiasi popolo civile.
Il Governo messicano, infatti, non solo si ostina nel non permettere la permanenza nel Messico del Rappresentante Pontificio; ma è giunto persino ad espellere il Delegato Apostolico Monsignor Caruana, adducendo motivi falsi e calunniosi.
Si continuano inoltre a scacciare da quella Repubblica i sacerdoti, i religiosi stranieri e le stesse suore, nel modo più inumano come si userebbe appena verso i più volgari malfattori.
Si è pure pervenuto a limitare arbitrariamente il numero dei sacerdoti anche nativi del Messico e il numero delle Diocesi, a
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chiudere collegi e seminari e ad imporre ai sacerdoti, per esercitare il ministero, condizioni inaccettabili alla loro coscienza.
Le chiese poi dalle quali vennero violentemente strappati i sacerdoti vengono occupate dall'autorità civile sotto pretesto che sono abbandonate.
Come è noto alla S. V., Sua Santità vivamente addolorata che una porzione così eletta del suo gregge si trovi soggetta a siffatta persecuzione, nell'allocuzione concistoriale del 14 dicembre 1925, dopo aver manifestato il suo vivo dolore, ha detto che nelle presenti distrette della Chiesa messicana, doveva mettere ogni sua fiducia nella Divina Bontà, alla quale ogni giorno rivolgeva la sua fervida preghiera.
Ultimamente poi il Santo Padre indirizzava una Sua lettera autografa all'Emo Signor Cardinale Vicario, incaricandolo di invitare i fedeli di Roma a unirsi a Lui in queste preghiere per gli angustiati fratelli messicani.
Nella medesima lettera Sua Santità manifestava il desiderio che tutto il mondo cattolico imitasse l'esempio dei cattolici romani, e tale desiderio venne largamente assecondato.
Ora però, continuando le angustie dei fratelli messicani è necessario che si aumentino le preghiere per loro.
Perciò l'Augusto Pontefice mi ha incaricato di interessare vivamente la S. V. affinché faccia con ogni sollecitudine presente a
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codesto Episcopato tale Suo desiderio, e, così tutti i fedeli vengano invitati ad unire le loro preghiere a quelle del Santo Padre.
Vuole poi Sua Santità che queste preghiere vengano indette per il primo agosto, festa di S. Pietro in Vincoli.
Non sfuggirà certamente alla S. V. l'opportunità di questa data, che ricorda la preghiera di tutti i fedeli nelle distrette della prima persecuzione, preghiera che ottenne così miracoloso intervento del Signore.
Un'altra circostanza si aggiunge, quella dell'inizio in detto giorno del grande perdono della Porziuncola: che quest'anno avrà maggiore solennità per la ricorrenza del VII Centenario Francescano.
Tutte queste circostanze influiranno senza dubbio affinché la preghiera di tutti i fedeli per la cessazione della persecuzione e per il perdono dei colpevoli, sia più fervorosa ed accetta a Dio.
Il Santo Padre ha infine disposto che queste stesse intenzioni siano aggiunte alle altre intenzioni raccomandate nella Bolla che estende l'Anno Santo a tutto il mondo.
Profitto della presente circostanza per riaffermarmi con sensi di distinta e sincera stima
di V. S. Illma e Revma
Servitore
Pietro Card. Gasparri
Recommended quotation
Gasparri, Pietro to Pacelli, Eugenio from 02 July 1926, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 9928, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/9928. Last access: 21-12-2024.
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