Dokument-Nr. 1081
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 14. Februar 1923
Regest
Pacelli ruft seinen Bericht vom 19. November 1922 in Erinnerung, mit dem er die Verurteilung Felix Fechenbachs zu elf Jahren Gefängnis wegen Hochverrats kommunizierte. Fechenbach hatte im April 1919 dem Journalisten René Payot ein aus den letzten Julitagen des Jahres 1914 stammendes Telegramm des bayerischen Gesandten beim Heiligen Stuhl Ritter zu Groenesteyn zukommen lassen und und somit dessen Veröffentlichung ermöglicht. Nun teilte der Zentrumspolitiker und Reichstagsabgeordnete Spahn dem Nuntius die Einrichtung eines Unterausschusses zur Prüfung des Falls Fechenbach durch den Auswärtigen Ausschuss des Reichstags mit. Spahn bat Pacelli um Erläuterung zum Verhalten des Heiligen Stuhls im Frühjahr 1919 mit Blick auf die Versailler Friedenskonferenz. Mit der Bitte um Weisung leitet der Nuntius eine Übersetzung von Spahns Schreiben weiter und hebt hervor, wie delikat das Thema ist.Betreff
Processo Fechenbach – Telegramma del Sig. Barone de Ritter (Luglio 1914)
Col mio rispettoso Rapporto N. 257111 del 13 [sic] Novembre 1922 (riscontrato col venerato Dispaccio N. 10823 del 28 d. m.) ebbi l'onore d'informare l'Eminenza Vostra Reverendissima circa la condanna inflitta all'antico Segretario di Kurt Eisner, Fechenbach, per aver rimesso al giornalista René Payot il noto telegramma inviato al suo Governo nel Luglio 1914 da S. E. il Sig. Barone von Ritter zu Gruenstein, Ministro di Baviera presso la S. Sede. Aggiungevo pure in detto Rapporto come il Ministro della Giustizia Signor Gürtner, rispondendo nel Landtag ad una interpellanza del partito socialista, aveva difeso la menzionata sentenza di condanna, affermando, tra l'altro, che la severa pena inflitta al Fechenbach era giustificata dal grave pregiudizio arrecato al popolo tedesco da quella pubblicazione. "Il telegramma (così egli si espresse) fu oggetto dei più esagerati commenti ed ebbe per effetto che una Potenza neutrale, la quale nel periodo angoscioso tra l'armistizio ed il trattato di
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pace era disposta ad interporsi in favore della pace, rimase
completamente paralizzata nella sua azione".Ora S. E. il Sig. Dr. Spahn, Ministro di Stato e Deputato del Centro al Reichstag, mi ha comunicato con lettera in data del 7 corrente aver la Commissione per gli Affari Esteri in Berlino nominato una Sottocommissione per l'esame della questione, e mi ha pregato al tempo stesso di rispondere ad alcune domande relative all'attitudine della S. Sede nella primavera del 1919 in rapporto alla Conferenza della pace in Versailles.
Non essendo io in grado di soddisfare il desiderio del Sig. Spahn senza aver prima ricevuto le superiori istruzioni dell'Eminenza Vostra, mi do premura di inviarLe qui acclusa, tradotta in italiano, la succitata lettera, pregandoLa di farmi conoscere con cortese sollecitudine in quali termini debba ad essa rispondere. Non ho bisogno di rilevare che, qualora dalla risposta stessa risultasse che la S. Sede non aveva allora avuto nessuna intenzione né possibilità d'intervenire e che la pubblicazione in discorso non ha arrecato al-
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cun pregiudizio, il Governo
bavarese verrebbe probabilmente a trovarsi in una posizione imbarazzante. Del
resto, l'ottimo Sig. Barone von Ritter, pienamente al corrente della questione, potrà dare
all'Eminenza Vostra tutti gli opportuni schiarimenti sul delicato argomento.Intanto, chinato umilmente al bacio della s. Porpora con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Am linken Seitenrand hds. von unbekannter Hand notiert, vermutlich von einem
Staatssekretariatsangestellten: "Nota d'Archivio il rapp. 25711 e il Dispaccio 10823
sono registrati nell'Archivio Grande".