Dokument-Nr. 18431
Pacelli, Eugenio an De Lai, Gaetano
[Berlin], 06. März 1926
Regest
Pacelli bezieht sich auf eine Weisung, mit welcher ihn der Sekretär der Konsistorialkongregation De Lai aufforderte, zu prüfen, ob es möglich ist, eine finanzielle Hilfe für den Unterhalt für den Regens des Priesterseminars in Arezzo Priori zu organisieren, der als Seelsorger für die italienischen Migranten nach Berlin entsendet werden soll. Der Nuntius übermittelt Informationen über die in Berlin ansässigen Italiener, die er vom Berliner Pfarrer Sonnenschein erhielt, der für deren Seelsorge zuständig ist und gut Italienisch spricht. In der Hauptstadt leben derzeit ca. 2.200 Italienerinnen und Italiener einschließlich der in Deutschland geborenen Kinder, die besser Deutsch als Italienisch verstehen und sprechen. Nach Sonnenschein erfordert die genaue Kenntnis der Lebenssituation der Migrantinnen und Migranten viel Arbeit. Dieses Wissen ist notwendig, um die Menschen wirksam unterstützen und um leichter erreichen zu können, dass sie ihren religiösen Pflichten nachkommen. Sonnenschein leitet ein Sekretariat, das bei der Vermittlung von Arbeitsplätzen oder dem Beschaffen von Dokumenten für Eheschließungen unterstützt. Die geistliche Betreuung wird durch regelmäßige Gottesdienste und Beichtgelegenheiten gewährleistet, der katechetische Unterricht wird erteilt. Sonnenschein wird durch zwei italienische Jesuitenpater unterstützt, die ihre Studien in Berlin absolvieren. Pacelli fragte beim Berliner Weihbischof Deitmer nach einer Stelle als Kaplan in einem religiösen Institut für Regens Priori an, in dem er freie Unterkunft und Verpflegung haben könnte. Wenngleich bis September keine solche Stelle frei ist, sagte Deitmer zu, dass er die Angelegenheit prüft. Darüber hinaus teilte der Weihbischof mit, dass sich vor einigen Tagen ein Priester der Missionare vom heiligen Karl Borromäus in weltlicher Kleidung bei ihm vorstellte, um bei der Seelsorge der Italiener zu unterstützen. Deitmer empfahl weiterhin, dass der Priester, der nach Berlin kommen soll, angesichts der ernsten sittlichen Gefahren in der Hauptstatt äußerst fromm und tugendhaft sein muss. Außerdem sollte er den kirchlichen Habit und Kragen tragen und sich nicht wie ein Weltlicher kleiden. Pacelli kündigt weitere Informationen an, sobald sie ihm vorliegen.Betreff
Circa la proposta di mandare a Berlino il Rev. Can. Zaccaria Priori per l'assistenza
spirituale degli italiani
Il 22 u. s. mi è pervenuto il venerato Dispaccio, N. 60/26, in data dell'11 dello stesso mese, col quale l'E. V. R. si degnava di parteciparmi che cotesta S. Congregazione pensa di inviare a Berlino con incarico stabile per l'assistenza spirituale degli italiani qui immigrati il M. Rev. Sig. Canonico Zaccaria Priori di Cremona, attualmente Rettore del Seminario di Arezzo.
V. E. mi ordinava in pari tempo di significarLe se si potrebbe fare affidamento su qualche aiuto finanziario o sussidio per il di lui mantenimento, ad es. mediante alloggio in un convento o Istituto religioso.
Mi permetto innanzi tutto di comunicare rispettosamente a V. E. alcune informazioni, favoritemi dal Rev. sacerdote Dott. Carlo Sonnenschein, il quale, avendo compiuto già i suoi studi filosofici e teologici nel Collegio Germanico-Ungarico in Roma, parla correttamente la nostra lingua e da vari anni si occupa con zelo dell'assistenza spirituale e sociale degli italiani residenti in questa capitale.
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Egli mi ha detto che,
secondo notizie personali e raccolte da varie fonti, il numero degli italiani in Berlino
sarebbe di circa 2200, compresi i figli quivi nati, i quali però capiscono e parlano
più il tedesco che l'italiano. Mi ha fatto altresì noto come ciò che richiede maggior lavoro
e molta conoscenza di ambiente e di persone, sono le varie opere di indole sociale alle
quali si deve attendere se si vuol venire efficacemente in aiuto dei poveri emigrati, ed
indurli più facilmente all'osservanza dei loro doveri religiosi: pratiche per collocamenti;
per sussidi in seguito ad infortuni, malattie o disoccupazione; per documenti in vista della
celebrazione o regolarizzazione dei matrimoni; per passaporti; per ammissione di giovani in
Istituti religiosi, etc...A tal fine esiste un Segretariato, che egli stesso dirige e che rende non pochi servizi ai detti emigrati.
L'assistenza spirituale è assicurata mediante la celebrazione della S. Messa con relativa predica e la opportunità di confessarsi tutte le Domeniche e le Feste di precetto nelle due principali Cappelle per gli italiani: la "Josefsheim" e la "Mariaschutz", e una volta al mese in una terza Cappella, quella di S. Mattia.
L'istruzione catechistica, oltre che nelle scuole degli Istituti religiosi, è impartita per alcuni mesi
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il giovedì e venerdì
di ogni settimana durante un'ora.Quest'anno poi il sullodato sac. Sonnenschein è coadiuvato nell'assistenza spirituale da due Padri della Compagnia del Gesù, italiani, dimoranti in Berlino per ragioni di studio.
In esecuzione pertanto dei venerati ordini dell'E. V. non ho mancato di interessarmi allo scopo di procurare al summenzionato Canonico Priori un posto di cappellano in qualche Istituto religioso, ove potrebbe avere alloggio e vitto gratuiti.
Mi sono rivolto a tal scopo a questo Revmo Vescovo Ausiliare, e Delegato Vescovile Mgr. Deitmer, il quale mi ha risposto che non vi sarebbe per il momento alcun simile posto vacante (ad eccezione di uno, che rimarrebbe però libero soltanto nel mese di Settembre e che richiederebbe il pagamento della pensione giornaliera di Marchi cinque, salvo possibili riduzioni), ma che terrebbe
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volentieri presente la cosa.Ha aggiunto, del resto, che, or sono alcuni giorni, si è presentato a lui, (vestito, egli ha notato, con colletto e cravatta all'uso dei secolari), parimenti per l'assistenza degli italiani, un sacerdote della Pia Società dei Missionari di S. Carlo.
Il medesimo Vescovo Ausiliare ha vivamente raccomandato che il sacerdote, il quale dovrebbe stabilirsi a Berlino, sia sommamente pio e virtuoso, attesi i gravissimi pericoli morali che presenta questa Capitale.
Ha esortato altresì che egli porti l'abito ecclesiastico col collare, come usasi in Germania, e non vesta da secolare, come fanno taluni sacerdoti esteri.
Riservandomi di riferire ulteriormente a V. E. non appena avrò ricevuto qualche altra notizia in proposito, mi chino umilmente...