Dokument-Nr. 173
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 03. März 1924
Regest
Pacelli berichtet von den seiner Einschätzung nach tendenziösen und unbegründeten Angriffen, die General Ludendorff bei seiner Verteidigungsrede während des Gerichtsprozesses zum Hitler-Ludendorff-Putsch vom November 1923 formulierte. Ludendorffs Attacken richteten sich gegen die Zentrumspartei, die Bayerische Volkspartei, die Jesuiten, den Klerus, den Münchener Erzbischof Kardinal Faulhaber und den Heiligen Stuhl, dem der General eine antideutsche Politik vorwirft. Der Nuntius, der einen Zeitungsabdruck der Rede beifügt, wertet Ludendorffs Ausführungen als Symptom eines fanatistischen, intoleranten Protestantismus. Vor allem die katholische Presse, aber auch das sozialdemokratische Organ "Vorwärts" wiesen die Ausführungen des Generals zurück, was Pacelli durch Beispiele belegt.Im Anschluss berichtet Pacelli von einem Treffen mit Ministerialrat Stengel aus dem Bayerischen Außenministerium, der sich im Namen der Bayerischen Regierung von Ludendorffs Äußerungen distanzierte und die Unterstützung des Heiligen Stuhls für Deutschland im und nach dem Krieg würdigte. Vom Nuntius auf eine entsprechende offiziöse Erklärung angesprochen, referierte Stengel die Bedenken der Regierung, dass dies Anlass für weitere Attacken des Generals und auf französischer Seite für den erneuten Vorwurf der "Germanophilie" an den Heiligen Stuhl geben könnte.
Betreff
Attacchi del Generale Ludendorff contro la S. Sede
Nel processo, che si sta ora svolgendo in Monaco in seguito alla sommossa nazionalista del Novembre scorso (cfr. cifrati NN. 443, 444 e 445 e Rapporto N. 28961), il Generale Ludendorff, uno degli accusati, nel suo discorso di difesa si è diffuso in tendenziosi, per quanto infondati attacchi non solo contro il Centro tedesco ed il partito popolare bavarese, ma anche contro i Gesuiti, il Clero, l'Emo Cardinale Faulhaber e la stessa S. Sede, accusandola di aver fatto e di fare una politica ostile alla Germania. L'Eminenza Vostra Reverendissima troverà qui accluso il testo del discorso medesimo, quale è stato riprodotto dal Bayerischer Kurier (Allegato I) e dalle Muenchner Neueste Nachrichten (Allegato II). Esso è un sintomo caratteristico del persistente e cieco fanatismo del Protestantesimo intollerante, irritato per la propria decadenza e per il crescente prestigio del Papato.
I giornali cattolici non hanno mancato di ribattere fortemente le calunnie del Ludendorff, come l'Eminenza Vostra potrà, ad esempio, rilevare dal numero parimenti qui compiegato
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del Bayerischer Kurier
(Allegato III), in cui sono già stati pubblicati due articoli, il primo del Sig. Barone von Cramer-Klett ed il secondo della redazione stessa del giornale
("la lotta contro Roma"). La ufficiosa Corrispondenza Hoffmann ha messo in rilievo l'inesausta carità del S. Padre a
favore dei bisognosi in Germania con un comunicato che trovasi pure riportato nel suddetto
numero del Bayerischer Kurier. Tutta una serie di articoli contro il
Ludendorff apparisce del resto non solo nella stampa cattolica, giustamente
indignata, ma anche, sotto altri punti di vista, in generale nei giornali non nazionalisti.
Così, ad esempio, il socialista Vorwärts (N. 104) consacra al discorso del Generale questi ironici commenti:
"Ludendorff capisce qualche cosa di strategia; quanto, disputano fra di loro i
periti. Nella politica egli è un 'asino per grazia di Dio'. Un'asinaggine fu l'aver fatto
troppo poco caso dell'America, un'asinaggine l'essersi proposto scopi di conquista in una
guerra, che al massimo avrebbe potuto per un miracolo esser vinta come lotta di difesa,
un'asinaggine la sua parte nel putsch di Kapp, un'asinaggine la sua parte nel putsch di Hitler,
un'asinaggine è stato anche il suo discorso di ieri".Stamane poi è venuto a visitarmi il Sig. Barone von Stengel, Consigliere ministeriale nel Dicastero degli Esteri, affine di
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manifestarmi, per incarico del Consigliere di Stato, Sig. Schmelzle (rappresentante del Sig. Ministro Presidente, in questi
giorni assente da Monaco), quanto penosi siano riusciti tali attacchi contro la S. Sede
al Governo bavarese, il quale (ha egli detto) ben conosce ed apprezza
l'attitudine non solo corretta, ma benevola ed amichevole della S. Sede medesima, sia
durante che dopo la guerra, nei riguardi della Germania. Il Governo (ha soggiunto) non ha
tuttavia alcuna responsabilità per le affermazioni di un uomo privato, e di più non
bavarese, quale è il menzionato Generale. Ho chiesto al Sig. Barone, se il Governo si
proponesse di fare qualche pubblica dichiarazione (ufficiosa) in proposito, ed egli mi ha
risposto che si è riflettuto alla cosa, ma si teme che, essendo in corso il processo, una
simile dichiarazione (la quale, se non entrasse nei dettagli, riuscirebbe inefficace)
darebbe pretesto, da una parte, al Ludendorff per nuovi spiacevoli attacchi e,
dall'altra, probabilmente alla Francia per rinnovare le accuse di
germanofilia contro la S. Sede.Chinato umilmente al bacio della S. Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 03. März 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 173, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/173. Letzter Zugriff am: 30.12.2024.Verlinkende Dokumente
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