Dokument-Nr. 4095
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 14. März 1925
Regest
Pacelli informiert über die seiner Ansicht nach ungerechtfertigte Aufregung über das Konkordat zwischen dem Heiligen Stuhl und Polen. Mitarbeiter aus dem Auswärtigen Amt, denen der Nuntius eine wenig katholischfreundliche Einstellung bescheinigt, und Außenminister Stresemann, den er als protestantischen Freimaurer qualifiziert, sind vor allem wegen folgender Punkte verstimmt: Die Übertragung der kirchlichen Administration der freien Stadt Danzig an die Apostolische Nuntiatur in Warschau und die Zuordnung der Diözese Schlesien zur Kirchenprovinz Krakau werden als Beleidigung des deutschen Nationalgefühls empfunden. Darüber hinaus sehen sich die deutschen Kleriker in den Augen des Auswärtigen Amts schutzlos der Feindseligkeit der polnischen Bevölkerung ausgesetzt. Wenngleich der Nuntius mit seinen Erklärungen das Eingeständnis erreichte, dass diese Punkte rein rechtlich einwandfrei sind, beharren die Kritiker umso mehr auf die Irritation, die diese Bestimmungen in Deutschland auslösen können, vor allem wenn sie von der nationalistischen Presse aufgegriffen werden. Im Auswärtigen Amt sind jedenfalls bereits Delegationen aus Danzig und Schlesien eingetroffen und Zentrumsabgeordnete haben das Ministerium um eine Klarstellung zum Thema gebeten. Dies alles könne zu einer Atmosphäre des Misstrauens gegenüber dem Heiligen Stuhl führen, die sich ungünstig auf die ohnehin schwierigen Verhandlungen zum Preußen- und zum Reichskonkordat auswirken könnte. Am Schluss seines Berichts versichert Pacelli, nichts unversucht zu lassen, um der Aufregung entgegenzuwirken, weist aber auch darauf hin, dass eine rationale Betrachtung des Themas angesichts der leidenschaftlichen Diskussion über die deutschen Ostgrenzen und angesichts einer wiederauflebenden aggressiven Opposition der Protestanten gegen die katholische Kirche schwierig ist.Betreff
Sul Concordato della S. Sede colla Polonia
Un assai penoso obbligo è per me il dover riferire all'Eminenza Vostra Reverendissima circa la crescente, per quanto senza dubbio ingiusta, eccitazione, che si viene qui manifestando nei riguardi del nuovo Concordato colla Polonia. Al Ministero degli Esteri, alla cui testa si trova un protestante framassone, il Sig. Dr. Stresemann, ed ove predominano disposizioni assai poco benevole verso la Chiesa cattolica, non mi è stato nascosto dai funzionari incaricati degli affari Vaticani il vivo malcontento, che hanno suscitato specialmente gli articoli relativi: alla libera città di Danzica, al cui territorio il Concordato estende la giurisdizione della Nunziatura Apostolica di Varsavia; – alla diocesi di Slesia, il cui nome (desunto per eccezione non dalla città, in cui risiede il Vescovo, ma dalla regione) e la cui dipendenza dalla Sede
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metropolitana di Cracovia sembrano
offendere e ferire il sentimento nazionale germanico; – agli ecclesiastici, i quali, se di
nazionalità tedesca, si stimano senza difesa esposti alle ostilità dei Polacchi. Non ho
mancato da mia parte di ribattere tali accuse, dimostrando la loro infondatezza, per quanto
era possibile di farlo a me, che non conosco l'origine, i motivi, anzi nemmeno il testo
autentico del Concordato. Di fronte agli argomenti da me addotti si è dovuto riconoscere che
dal punto di vista giuridico nulla può obbiettarsi, ma si è tanto più insistito circa
l'irritazione, che in Germania produrranno quelle disposizioni, massime allorché se ne
impadronirà la stampa nazionalista. Deputazioni sono già giunte da Danzica e dalla Slesia;
deputati del Centro (l'ex-Cancelliere Wirth,
Schulte, Wechmann [sic], Mons. Schreiber) hanno inviato interrogazioni scritte al Ministero degli
Esteri per chiedere spiegazioni. I suddetti funzionari non mi hanno nemmeno celato che
l'atmosfera di diffidenza verso la S. Sede, che deriverà da una tale situazione, creerà
un ambiente assai sfavorevole alle già così ardue trattative per un
Concordato col Reich
e colla Prussia.Non ho bisogno di assicurare Vostra Eminenza che continuerò dal canto mio ad adoperarmi con ogni sforzo per tentar di paralizzare simile agitazione, sebbene abbia dovuto convincermi che ben scarso assegnamento può farsi sulla ragionevolezza del pubblico ed anzi degli stessi uo-
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mini del Governo, sopratutto nel momento attuale in
cui sono così appassionate le discussioni sui confini orientali della
Germania e, d'altra parte, si nota qui dovunque una preoccupante ripresa dello
spirito aggressivo dei protestanti contro la Chiesa cattolica.Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico