Dokument-Nr. 46
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 16. Dezember 1923
Regest
Pacelli übersendet das Buch "Naturwissenschaft, Weltanschauung, Religion" aus dem katholischen Herder-Verlag auf Bitte seines protestantischen Verfassers, des Biologen und Botanikers Johannes Reinke. Der Nuntius stellt ausführlich Leben und Werk des Autors vor. Reinke ist ein Verteidiger des Christentums gegenüber dem Darwinismus und dem atheistischen Monismus Ernst Haeckels. Da er Protestant ist, der vom Kantianismus her denkt, fehlt ihm nach Pacellis Einschätzung eine exakte Vorstellung sowohl der katholischen Kirche als auch der Philosophie und der scholastischen Theologie, woraus viele Schwächen in seinem Werk resultieren. Dennoch sieht der Nuntius im Werk Reinkes ein wirksames Gegengift gegen die Fehler Haeckels.Betreff
Trasmettesi in omaggio al S. Padre il libro del Prof. Reinke "Naturwissenschaft,
Weltanschauung, Religion"
Il noto editore cattolico Herder di Friburgo con lettera del 10 Novembre scorso mi offriva un esemplare di una nuova opera del Dr. Giovanni Reinke, Professore all'Università di Kiel, intitolata " Naturwissenschaft, Weltanschauung, Religion " (Scienza naturale, filosofia, religione) e, dopo aver notato che l'Autore, sebbene protestante, ammette la divina rivelazione, aggiungeva avergli il medesimo scritto quanto segue: "Se il compianto mio amico Cardinale Kopp fosse ancora in vita, egli senza dubbio presenterebbe al S. Padre il mio libro. Forse potrebbe provarsi di ottener ciò per mezzo del Nunzio Mons. Pacelli". L'Herder mi chiedeva quindi se io fossi disposto a farne pervenire da parte dell'Autore un esemplare a Sua Santità. Esaminato il libro in discorso, mi dichiarai pronto ad umiliarlo all'Augusto Pon-
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tefice; dopo di che il
sunnominato editore me ne ha inviato a tal fine una copia rilegata in pelle bianca,
incaricandomi al tempo stesso di far rilevare al S. Padre come "l'Autore, rinomato biologo,
è protestante credente ed ha tenuto a pubblicare questo libro, il quale è una professione di
fede in Dio, in una Casa editrice apertamente cattolica".Mentre pertanto compio il dovere di trasmettere unita al presente rispettoso Rapporto l'anzidetta copia all'Eminenza Vostra Reverendissima, stimo non inutile di sottometterLe alcuni brevi cenni ed osservazioni sia circa la persona del Reinke che sul menzionato suo libro.
Il Consigliere intimo Prof. Dr. Giovanni Reinke, attualmente nel 75º anno di età, è uno dei più illustri biologi della Germania e per parecchi decenni è stato professore di botanica nella Università di Kiel. Le sue pubblicazioni in questa materia sono altamente stimate dagli scienziati; tuttavia la principale sua opera riguarda le relazioni della biologia coi problemi filosofici della natura. Egli è stato uno dei più assidui ed efficaci sostenitori della teleologia contro il darwinismo, massime nella sua "Introduzione alla biologia teorica" ( Einleitung in die theoreti -
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sche Biologie
, 2a ediz. 1911). In essa il Reinke svolse la sua "teoria delle
dominanti" (Dominantentheorie), secondo la quale i fenomeni vitali sono diretti da
forze operanti giusta un piano prestabilito, e le quali in ultima analisi si ricollegano ad
una intelligenza personale, che egli suol designare come "intelligenza cosmica"
(kosmische Vernunft). Per il grande pubblico egli ha esposto la sua concezione
teleologica della natura, oltre che in molti altri scritti minori, nel libro "
Die Welt als Tat
", che sino all'anno 1915 aveva avuto già sei edizioni, ed in fine del quale egli
affermò apertamente la possibilità di conoscere con certezza Dio dall'ordine della natura. –
Il Reinke del resto ha sempre difeso non solo tale dottrina contro le teorie materialistiche, ma anche il Cristianesimo storico contro il monismo ateo di Haeckel. Essendo membro della Camera dei Signori in Prussia, tenne il 10 Maggio 1907 un
vigoroso discorso contro la perniciosa propaganda della Lega dei monisti tedeschi, la quale
minava le basi dell'ordinamento cristiano della società, discorso
che gli procurò naturalmente violenti attacchi da parte dei suoi oppositori.Per giudicare rettamente i lavori scientifici del Reinke, occorre tener presente come egli dopo lunghe e
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faticose lotte e ricerche ha potuto uscir fuori
dal labirinto della filosofia di Kant ed avvicinarsi sempre più alle
idee della filosofia cristiana. Protestante, egli non ha una idea esatta né della Chiesa
cattolica né della filosofia e teologia scolastica. Ciò spiega le
numerose oscurità ed incertezze, che, malgrado la sua inclinazione verso la filosofia
cristiana, si riscontrano nei suoi scritti. Così, ad esempio, nell'opera "
Grundlage einer Biodynamik
" (1922), in cui il Reinke ha pur dimostrato magistralmente il principio ordinatore
teleologico nei fenomeni fisici della natura vivente, egli si è apparentemente pronunziato
contro la possibilità di conoscere Dio dalle cose create, annoverando tale conoscenza fra le
"speculazioni metafisiche", le quali non producono in noi "nessuna cognizione reale". Fatto
però avvertito da una recensione apparsa nelle "
Stimmen der Zeit
" (vol. 104 fasc. 6 pag. 408 e seg.) della contraddizione, nella quale
egli si era così messo col suo precedente lavoro "Die Welt als Tat", il Reinke
risolse di esporre più accuratamente il suo pensiero sulla cognizione naturale di Dio in un
nuovo libro di divulgazione, che già da tempo era venuto preparando. Tale è l'origine della
presente opera "Naturwissenschaft, Weltanschauung, Religion". È caratteristico che
per la medesima egli non ha potuto trovare alcun editore protestante, sebbene si fosse
rivolto alle Case, le qua-29r
li avevano pubblicato i precedenti
suoi lavori; in seguito a ciò essa è stata stampata dalla Ditta cattolica Herder di
Friburgo.La prefazione, del libro è un caldo "appello ai giovani ed agli operai della Germania", che si rivolge però egualmente a tutte le persone colte. In essa il Reinke mostra la necessità del rinnovamento spirituale del popolo tedesco, rinnovamento che deve avere per base il ritorno teorico e pratico alla credenza in Dio, ed aggiunge anzi alla fine (pag. 8) che "la sua convinzione è radicata nei ragionamenti di Aristotele e dei suoi seguaci del Medio Evo, Alberto Magno e Tommaso d'Aquino". Dati i precedenti sopra descritti e le sue origini kanziane, si comprende che l'Autore nella sua opera sia caduto in imprecisioni, oscurità ed errori di pensiero e di espressione; mettendo tuttavia questi passi in confronto con altri del libro stesso, si può non di rado ricavare il senso genuino delle sue parole, cosa tanto più notevole, in quanto che il Reinke scrive in un linguaggio affatto moderno e per un pubblico moderno.
Il libro è diviso in cinque parti principali: 1º) Problemi e vie per la loro soluzione (Aufgaben und Wege), 2º) La scienza della natura (Die Wissenschaft von der Natur), 3º) Concezione del mondo (Weltanschauung), 4º) La idea di Dio (Die Gottesidee), 5º) Religione (Religion), e comprende in tutto trenta brevi capitoli. – Nelle prime tre parti, le quali costituiscono come la preparazione metodica dell'argomento proprio del libro, l'Autore si di-
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stacca dai pregiudizi della filosofia di Kant
circa la cognizione del soprasensibile; ciò nonostante non mancano nemmeno qui espressioni
inesatte, il cui senso rimane però sovente chiarito dal resto della sua esposizione. Così,
ad esempio, egli afferma (pag. 18) che la metafisica non fornisce "nessuna cognizione
sperimentale, e quindi scientifica", ma soltanto una "conoscenza costruita su elementi della
fede". Ove è da notare che il Reinke per "fede" non intende qui (come quasi sempre nel libro
in esame) l'adesione dell'intelletto alla verità rivelata per l'autorità di Dio rivelante,
ma quel termine equivale per lui a "ferma convinzione soggettiva". In appresso, tuttavia,
(pag. 82) egli giunge ad una più giusta valutazione della metafisica, allorché cioè
rileva che essa non è bensì una scienza sperimentale, ma, grazie al suo metodo consistente
nel dedurre con ragionamento logico verità soprasensibili dai risultati delle scienze
sperimentali, merita il nome di vera "scienza". Parimenti egli non mostra di conoscere il
concetto teologico del miracolo; per lui tutto l'ordine naturale è pieno di miracoli – cfr.
pag. 37 e seg. – (idea, del resto, che, come è notissimo dalle lezioni del Breviario nella Domenica IV in Quadragesima, si ritrova in S. Agostino
Tract. 24 in Joann.); nondimeno in seguito (pag. 102) da una
citazione del Leibniz egli perviene alla nozione del miracolo
propriamente detto, il quale è <come insegna S. Tommaso>1 praeter ordinem totius naturae creatae (S. Th. p. I
q. CX art. 4). Secondo lui il ponte, per il quale la nostra conoscenza passa dal
sensibile al soprasensibile, sono la induzione e l'analogia (pag. 78 e seg.). Grazie a tali
metodi di-30r
mostrativi veramente scientifici "il libro della
natura diviene per noi una rivelazione di Dio" (pag. 97 e seg.); l'Autore svolge questo
argomento in modo assai notevole e con osservazioni non meno convincenti per uno scienziato
moderno che edificanti per le anime credenti.Il punto capitale del libro è tuttavia costituito dalla quarta parte sulla "idea di Dio". Il Reinke, che un tempo aveva oscillato fra la concezione teistica e panteistica della "intelligenza cosmica" (kosmische Vernunft), fa qui, come alla fine dell'opera "Die Welt als Tat" esplicita professione di teismo. Senza dubbio a lui manca pur troppo la conoscenza della mirabile dottrina scolastica in questa materia, e quindi si trovano nel suo scritto
La quinta parte tratta della Religione, la quale, secondo l'Autore,
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regola i rapporti dell'uomo verso Dio, ed è teorica e
pratica. La prima consiste nel riconoscimento e nel culto della maestà e della dominazione
di divina su tutte le creature, l'altra nel servire Dio con incrollabile fedeltà. A vivi
colori il Reinke dipinge l'immiserimento spirituale e la degenerazione sociale derivanti
dalla irreligione moderna propagata dal monismo ateo, sebbene, d'altra parte, l'Autore si
mostri troppo mite ed ottimista nel suo giudizio circa la cosiddetta Etica areligiosa (pag.
147 e seg.). Nelle pag. 137-138 egli parla di sentimento e di istinto religioso
(religiöses Gefühl, religiöser Trieb) alla maniera dei protestanti;
tuttavia, affermando in seguito (pag. 145) che "la fede senza le opere è morta", dimostra di
essersi in realtà svincolato dalla dottrina della pseudo-riforma. Finalmente nell'ultimo
capitolo egli combatte con grande efficacia la dottrina dei "Welträtsel" di Haeckel, che tanto ha contribuito in Germania e fuori a propagare
la Da quanto si è sopra esposto sembra, salvo meliori iudicio, potersi concludere che, se il libro del Reinke contiene pregi e difetti, quelli appariscono superiori a questi ultimi, qualora cioè (come si è accennato) si tenga presente che l'Autore protestante, partito dal Kanzianismo, ha dovuto faticosamente giungere al riconoscimento di verità, che i discepoli della Scolastica acquistano senza sforzo. Voglia Iddio che egli proceda ancor più oltre sino al pieno possesso della verità e che intanto l'opera sua possa nel moderno mondo scientifico essere per molti un antidoto contro gli errori dell'Haeckel!
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Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Hds. eingefügt von
Pacelli.
2↑Hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
3↑Hds. gestrichen und eingefügt von
Pacelli.