Document no. 10945
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Munich, 07 December 1922
Summary
Pacelli entschuldigt sich für Fehler, die er möglicherweise im Rahmen des weisungsgemäß durchgeführten Treffens mit dem Delegierten des Russischen Roten Kreuzes, Marco Sceftel, wegen seiner Unkenntnis in wirtschaftlichen Angelegenheiten beging. Er übergab dem Delegierten ein Empfehlungsschreiben für das Auswärtige Amt in Berlin und eines für die Lieferanten der Medikamente, die Sceftel besorgen soll. Um unnötige Wartezeiten zu vermeiden, wünschte Sceftel bezüglich der Zahlungsart entgegen dem von Gasparri vorgeschlagenen Modus, dass die Zahlung durch die Nuntiatur durchgeführt wird, dass Pacelli die erhaltenen Schecks bei der Bayerischen Staatsbank einlösen soll, damit diese sie wiederum an die Deutsche Bank überweisen kann, die schließlich den Lieferanten nach Prüfung der Rechnungen durch Sceftel bezahlen soll. Angesichts der Beharrlichkeit Sceftels und der Anweisung Gasparris, dessen Arbeit zu erleichtern, gab Pacelli vorerst nach und bittet um telegraphische Mitteilung, wie er weiter verfahren soll. Der Delegierte bat darüber hinaus um Geld für seine zahlreichen Kosten, woraufhin Pacelli ihm einen Scheck über 50.000 Lire mit Wechselindossament übergab habe. Bezüglich Sceftels Frage nach möglichen Schwierigkeiten seitens der polnischen Behörden beim Passieren der Grenze verwies Pacelli darauf, dass sowohl die polnische Gesandtschaft beim Heiligen Stuhl als auch der Nuntius in Warschau Lauri bereits über dessen Reise informiert wurden. Er bot an, Lauri kurz vor der Abreise Sceftels aus Berlin erneut daran zu erinnern.Subject
Acquisto di medicinali per la Missione Pontificia di Soccorso in Russia
Oggi, munito di una calda raccomandazione dell'Ecc.mo Mons. Sostituto della Segreteria di Stato, il Sig. Dr. Marco Sceftel è venuto a farmi la visita preannunziata dal venerato Dispaccio N. 10902 del 30 Novembre scorso, e mi do quindi premura di riferire immediatamente all'Eminenza Vostra Reverendissima l'esito del nostro colloquio, pregandoLa di perdonarmi benignamente se, a causa della mia incompetenza nelle cose commerciali, fossi, malgrado il miglior buon volere, incorso in qualche errore.
Innanzi tutto ho rimesso al menzionato Signore due fogli di raccomandazione, dei quali egli si è dichiarato pienamente soddisfatto, l'uno per il Ministero degli Esteri di Berlino e l'altro per le Case fornitrici, nel senso prescritto dal prelodato Dispaccio. Per ciò che riguarda il sunnominato Ministero, ho motivo di sperare che le ri-
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chieste sia per il vagone come per la esenzione dalle
tasse di esportazione e di spedizione saranno favorevolmente accolte.Per ciò che concerne il modo di pagamento, ho detto al Sig. Sceftel, conforme al desiderio dell'Eminenza Vostra, che le Case fornitrici avrebbero dovuto inviare a me i relativi conti, i quali verrebbero puntualmente regolati senza indugio. Egli però ha obbiettato che, siccome le Case in parola non consegnerebbero la merce prima di pagamento, ciò importerebbe pur sempre una perdita di qualche giorno di tempo prezioso, ed ha fatto la seguente proposta: La somma trasmessami dall'Eminenza Vostra in chèques dovrebbe essere da me depositata a conto corrente in lire presso la Bayerische Staatsbank (il che procurerebbe anche qualche interesse non trascurabile), e questa alla sua volta dovrebbe in base alla somma stessa dare ordine dietro mio incarico alla Deutsche Bank in Berlino di pagare i conti delle Case fornitrici controllati e controfirmati dal Sig. Sceftel. Dei conti medesimi egli invierebbe subito una copia all'Ecc.mo Mons. Sostituto, una seconda alla Nunziatura, ed una terza sarebbe allegata alla relazione finale che egli si propone di rimettere alla S. Sede al termine della sua missione. Ho fatto da principio osservare al Sig. Sceftel che, secondo le istru-
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zioni impartitemi, avrei piuttosto dovuto eseguire
io stesso direttamente i pagamenti; ma egli ha talmente insistito, che io, considerando che
se egli volesse approfittarsi, potrebbe farlo in mille altri modi, e, d'altra parte,
nell'intento di adempiere l'ordine di "facilitargli nel miglio modo possibile la sua pietosa
missione" (Dispaccio N. 10972 del
2 corrente), ho finito coll'acconsentire, almeno provvisoriamente. Egli del resto ha
affermato che la Segreteria di Stato avrebbe voluto affidare a lui anche i pagamenti, e solo
in seguito a sua domanda ne è stata incaricata la Nunziatura. Checché sia di ciò, prego
umilmente l'Eminenza Vostra di volermi significare subito per
telegrafo, se approva quanto sopra: in caso affermativo, darò alla Banca gli
ordini corrispondenti; in caso negativo, farò conoscere al menzionato Dottore che per ordine
dei Superiori, da me espressamente interrogati, debbo ritornare al primo modo diretto di
pagamento.Il Dr. Sceftel mi ha pure manifestato il bisogno di avere una somma a sua disposizione per le continue spese di facchinaggio, di trasporto ed altre simili, ed a tal fine, non avendo io sul momento sotto mano danaro sufficiente, e dovendo egli ripartire subito per Berlino, non ho potuto far altro che consegnargli colla relativa girata uno degli chèques di Lire 50.000, coll'intesa che tutto il largo residuo sarebbe stato impiegato per il pagamento dei medicinali, di cui avrebbe
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reso
conto.Egli mi ha poi promesso che terrà accuratamente la S. Sede al corrente dello svolgimento della pratica mediante lettere indirizzate all'Ecc.mo Mons. Pizzardo, che invierà a mezzo della Nunziatura, alla quale ne darà contemporaneamente copia per informazione e norma della medesima.
Infine ha espresso il desiderio di avere la sicurezza che al passaggio della frontiera non abbia ad incontrare difficoltà da parte delle Autorità polacche. Gli ho risposto che, secondo le notizie pervenutemi dall'Eminenza Vostra (Dispaccio N. 10902) la Legazione di Polonia presso la S. Sede e Mons. Nunzio di Varsavia erano già prevenuti della cosa. Ho tuttavia aggiunto, per contentarlo in quanto mi era possibile, che, se egli mi facesse sapere qualche giorno prima la data precisa della sua partenza da Berlino, ne avrei dato comunicazione telegrafica all'Ecc.mo Mons. Lauri, con preghiera di assicurarsi che siano impartite da quel Governo le necessarie istruzioni alle Autorità di frontiera.
Dopo di ciò, chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico