TEI-P5
Dokument-Nr. 1161
Im Anschluss berichtet Pacelli von seinen Beziehungen zur sächsischen Regierung und gibt seine Antwort vom 25. April auf die Note des sächsischen Geschäftsträgers in München Maximilian von Dziembowski vom 30. März im Wortlaut wieder: der Heilige Stuhl wird die Diözese Meißen wiedererrichten und das Hirtenamt, wie von der sächsischen Regierung gewünscht, einem Deutschen anvertrauen. Er ist darüber hinaus zuversichtlich, dass die sächsische Regierung dieses Vorgehen würdigt und bei der Neuregelung der Beziehungen von Kirche und Staat in Sachsen – in Anbetracht der Verhandlungen über ein Reichskonkordat – kooperieren wird, um die religiösen Interessen der Katholiken in Sachsen zu wahren. Nun hat Pacelli anlässlich seiner Reise mittels des einzigen Zentrumsabgeordneten im sächsischen Landtag Paul Hesslein versucht, mit der sozialistischen, der Kirche feindselig gegenüberstehenden Regierung persönlich in Verbindung zu treten. Ministerpräsident Johann Wilhelm Buck war derart geschmeichelt, dass er den Beginn seiner Ferien um einen Tag verschoben hat. Am 29. Juli hat der Nuntius in Begleitung Skalas, des Grafen Schall-Riaucour und Hessleins den Ministerpräsidenten in Begleitung des Legationssekretär Hans Schmidt-Rolke und des Ministerialrats Friedrich Wölcker in Dresden getroffen. Buck hat Pacelli sehr freundlich begrüßt und der Nuntius hat im Sinne seines oben genannten Schreibens an von Dziembowski geantwortet. Aufgrund der Befürchtung der sächsischen Katholiken, die Regierung würde die Staatsleistungen bis zur in der Weimarer Reichsverfassung vorgesehenen Ablösung nicht mehr bezahlen, hat Pacelli darauf hingewiesen, dass die Wiedererrichtung der Diözese Meißen eine rein interne kirchliche Angelegenheit ist und dass die Diözese als Rechtsnachfolgerin alle Rechte sowohl des Apostolischen Vikariats in Sachsen als auch der Apostolischen Administratur in der Lausitz erworben hat. Der Ministerpräsident hat dem ausdrücklich und formal zugestimmt. Pacelli erinnert daran, dass Buck, den er zwar als weniger radikal als den derzeitigen Kultusminister Hermann Fleißner einschätzt, dennoch die Einheitsschule verteidigt hat und als ehemaliger Kultusminister der Urheber der "Verordnung über Ortsschulaufsicht und Schulleitung" vom 11. Dezember 1918 war, mit der die geistliche Schulaufsicht in Sachsen abgeschafft wurde. Pacelli ist der Ansicht, dass man der aktuellen sächsischen Regierung nicht trauen kann, wenn Buck behauptet, dass diese Verordnung nicht gegen die katholische Kirche gerichtet war und dass alle Religionen in Sachsen mit der gleichen Toleranz begegnet wird. Der Nuntius hat Buck und der Einheitsschule das heilige Recht der katholischen Eltern auf katholische Konfessionsschulen entgegengestellt und er hat die sächsischen Lehrer- und Vätervereine, die bereits energisch für die Verteidigung der Konfessionsschule eintreten, in Plauen sogar das Kampfmittel des Streiks nutzen, in ihrer Arbeit ermutigt.
Die Pressestimmen zur Wiedererrichtung der Diözese Meißen und zu Pacellis Reise haben nicht nur bei den Katholiken, sondern sogar bei den Sozialisten günstigen Eindruck gemacht, wie Hesslein berichtet, auf dessen Wunsch der Nuntius die Sonderausgabe der Sächsischen Volkszeitung übersendet. Soweit Pacelli sie zur Kenntnis genommen hat, hat auch die nichtkatholische Presse ruhig und objektiv berichtet. Lediglich fanatischere protestantische Zeitungen wie das "Sächsische Kirchenblatt" und das "Meissner Tagblatt" haben die Wiedererrichtung der Diözese Meißens als Eroberung bezeichnet und die evangelische Kirche in Sachsen zu verstärkter Aufmerksamkeit aufgefordert. Vor der Rückfahrt nach München hat Pacelli im Namen des Papstes Skala 20.000 Mark für die Armen aller Religionen ausgehändigt. Diese Nachricht ist durch die Presse verbreitet und mit lebhafter und anerkennender Zufriedenheit aufgenommen worden.
Eminenza Reverendissima,
Compio il dovere di riferire all'Eminenza Vostra Reverendissima circa il viaggio da me compiuto in Sassonia coll'autorizzazione della medesima Eminenza Vostra (Dispaccio N. B=21449) in occasione della solenne proclamazione del ripristinamento dell'antica diocesi di Meissen
e della ricorrenza del settimo centenario della fondazione del Capitolo di
Bautzen.
Partii da Monaco sabato 25 Giugno scorso, accompagnato, oltre che da uno dei miei Segretari
, da S. A. S. il Sig. Principe Alessandro Schönburg-Hartenstein
, nipote del Principe Giovanni
, già Ambasciatore d'Austria-Ungheria presso la S. Sede.
Giunto alle 2.30 pom. ad Hof, ultima sta-
, e dal Rev. parroco di Plauen, sac. Seidler
. Lungo il percorso sino a Bautzen, e particolarmente alle
stazioni di Plauen, Reichenbach, Zwickau, Chemnitz, Freiberg, Dresda, numerose deputazioni
di cattolici accorrevano ad ossequiare il rappresentante dell'Augusto
Pontefice
, e con tutti m'intrattenevo, portando loro il saluto, l'augurio e la
paterna Benedizione
di Sua Santità. Alla stazione di Bautzen,
nonostante l'ora tarda, una grande folla attendeva il mio arrivo nella città, imbandierata
coi colori pontifici e sassoni.
La Domenica mattina, dopo una solenne riunione nella maggior Sala del Palazzo del Capitolo, nella quale vennero distribuiti i documenti e le insegne delle onorificenze concesse dal S. Padre in questa circostanza, ebbero luogo nel Duomo la presa di possesso del nuovo Decano e Protonotario Apostolico
ad instar participantium Mons. S kala grazie alla benigna facoltà
partecipata dall'Eminenza Vostra col venerato
telegramma del 22 Giugno p. p., e quindi, dopo il canto
di Terza, la Messa pontificale
da me celebrata. Terminato il Vangelo,
il Canonico Mons. Klein
[sic], dal Sindaco Sig. Riedner
[sic], e dal Presidente dell'Accademia delle
Scienze
, Sig. von Wiedebach e Nostiz-Jenkendorf
[sic], fecero a gara per assistere
alla cerimonia, di guisa che al Capitolo riuscì assai difficile di soddisfare le
innumerevoli domande che gli giungevano da quanti bramavano di esservi ammessi. Erano
altresì presenti il Principe Cristiano
e la Principessa Matilde di Sassonia
colla Dama di Corte Baronessa
von Schönberg
.
I giorni seguenti (27-30 Giugno) furono da me consacrati a visitare, in gran parte mediante un automobile messo gentilmente a disposizione da un distinto Signore cattolico
, varie località della Lusazia e delle terre
ereditarie della Sassonia, impartendo, in virtù della facoltà comunicatami col sullodato
Dispaccio, la Benedizione Apostolica coll'indulgenza plenaria
. Fra
esse noto principal-
di Marienstern
e Mariental
[sic] (rimasti sempre, malgrado gli sforzi della rivoluzione protestante
, fedeli alla Chiesa romana), Crostwitz,
Storcha, Radibor, Löbau, Zittau, Schirgiswalde (piccola e graziosa città, l'unica totalmente
cattolica della Sassonia), ed infine Dresda e Lipsia. Il viaggio durava ininterrottamente
dalle sette del mattino sino circa alle nove della sera. Io non posso descrivere a Vostra
Eminenza l'entusiastica accoglienza, che quelle popolazioni cattoliche, disperse in
<un>1 Paese a grandissima
maggioranza protestante ed alle quali sino a qualche anno fa una ferrea
legislazione
non permetteva nemmeno di respirare, hanno fatto all'inviato
dell'amatissimo loro Padre. E' stata come una esplosione di gioia dopo la lunga ed
opprimente servitù, un autentico trionfo dell'Augusto Pontefice, cui si sono inchinati gli
stessi dissidenti. Nella Lusazia le popolazioni venediche (slave) mi ricevevano nei loro
tradizionali costumi, che apparivano come una vera festa di colori; da un Comune all'altro
numerosi cavalieri delle primarie famiglie si davano il cambio per scortare la mia vettura;
le associazioni cattoliche erano riunite coi loro svariati vessilli, che s'inchinavano al
mio passaggio; i bambini gettavano a piene mani fiori sul mio cammino e nella mia vettura,
ed il
[sic] nella solenne ed affollatissima adunanza tenutasi
in Lipsia, in occasione della mia visita, la sera del 29 Giugno, festa dei
SS. Apostoli Pietro e Paolo: "I grandi avvenimenti di questi giorni hanno fatto battere
fortemente i cuori dei cattolici della Sassonia. Il Santo Padre Benedetto XV ha benignamente
colto l'occasione del settimo centenario della fondazione del Capitolo di Bautzen per
soddisfare col ripristinamento della diocesi di Meissen una brama che essi da lungo tempo
nutrivano. Vostra Eccellenza non solo ci ha portato questo lieto messaggio, ma ha voluto
Debbo ora parlare dell'attitudine del Governo sassone
.
Per ciò che riguarda la Nota indirizzatami già dal Sig. Incaricato d'Affari
di Sassonia in Monaco, mi sembrò opportuno,
tutto considerato, di seguire una via media fra le due già2 accennate nel mio
rispettoso Rapporto N. 20437 del 25 Aprile scorso,
rispondendo in data del 18 corrente, ossia alcuni giorni prima della mia partenza da
Mona-
"In riscontro alla pregiata Sua Nota del 30 Marzo scorso ho l'onore di comunicare alla S. V. Illma che la S. Sede ha risoluto di unire i territori, appartenenti sinora al Vicariato Apostolico di Sassonia
ed all'Amministrazione ecclesiastica per la Lusazia
superiore sassone, in una diocesi,
la quale porterà il nome dell'antico vescovato di Meissen, in tal guisa ripristinato. A
Pastore
di detta diocesi, la quale deve essere considerata come
succeduta nei diritti del Vicariato e dell'Amministrazione summenzionati, la S. Sede,
accogliendo il desiderio del Governo sassone, nominerà un cittadino tedesco.
La Santa Sede medesima nutre fiducia che il Governo sassone apprezzerà debitamente tale atto di condiscendenza e che nel nuovo ordinamento dei rapporti fra Chiesa e Stato, – massime in occasione delle progettate trattative per la conclusione di un Concordato per il Reich
, – <il Governo stesso,>4
ispirandosi a sentimenti di giustizia e di conciliazione, coopererà ad assicurare
gl'interessi religiosi della parte cattolica della popolazione della Repubblica
sassone.
Nel pregare la S. V. di portare quanto sopra a conoscenza del Suo Governo, con sensi ecc."
Oltre a ciò, non ho mancato di profittare del mio breve viaggio in Sassonia per cercare di prendere contatto personalecon quel <col
sunnominato>5 Governo,
sebbene (come ebbi già a rilevare nel
succi-
, primo ed unico deputato cattolico
al
Landtag sassone
, feci cautamente tastare il terreno, affine di apprendere
se una mia visita al Ministro Presidente Sig. Buck
riuscirebbe o no gradita. Questi dichiarò subito che sarebbe stato lusingatissimo di
ricevermi e che anzi a tale scopo avrebbe ritardata il giorno già fissato della sua partenza
per le ferie estive. Fu così che la mattina del 29 a mezzodì mi recai, accompagnato da
Mons. Skala, dal Sig. Conte Schall-Riaucour
e dal predetto deputato, al Palazzo governativo
in Dresda, ove erano ad attendermi il Segretario di Legazione nel Ministero degli Esteri, Sig. Schmidt
, ed il Consigliere ministeriale Sig. Woelker
[sic], i quali m'introdussero subito dal Sig. Buck. Il
Sig. Ministro Presidente mi accolse con grande cordialità e mi espresse subito7 la sua soddisfazione nel
fare la conoscenza personale del Nunzio Apostolico di passaggio per Dresda. Da mia parte,
richiamai i concetti già esposti nella mia surriferita Nota (che il Ministro mi disse di
aver letto con particolare compiacimento), rilevando in special modo la benevolenza con cui
Sua Santità aveva annuito al desiderio del Governo sassone nello scegliere a Vescovo di
Meissen un suddito tedesco. E poiché dal più volte menzionato deputato Hesslein e da altri
cattolici in Dresda mi era stato manifestato il timore che, rimanendo estinto coll'avvenuto
ripristinamento
da pagarsi al medesimo sino al definitivo
svincolo previsto dalla Costituzione del Reich
, mi diedi premura di aggiungere che quel ripristinamento costituiva (come si usa qui
di dire) un affare ecclesiastico puramente interno e che, secondo quanto avevo già osservato
nella mia più volte menzionata Nota, la diocesi di Meissen doveva considerarsi come
succeduta nei diritti del Vicariato anzidetto e dell'Amministrazione ecclesiastica per la
Lusazia. Il Ministro Presidente annuì esplicitamente e formalmente a questa mia richiesta e
tale dichiarazione ripeté allorquando alla fine del mio colloquio furono ammessi altresì i
summenzionati Signori, che mi avevano accompagnato.
E' da ricordare che il Sig. Buck, sebbene non sia il più radicale fra i membri dell'attuale Governo sassone, tuttavia, essendo in passato Ministro del Culto (attualmente questo Dicastero è affidato ad un socialista indipendente
assai avanzato, il Sig. Fleissner
), sostenne con grande energia la cosiddetta scuola unica
e fu autore del decreto antireligioso del
12 Dicembre 1918
. Ciò nondimeno, egli volle assicurarmi che si sarebbe
ispirato verso le varie confessioni religiose, e quindi anche verso i cattolici, a criteri
di tolleranza, di libertà e di parità di trattamento, ed io ne presi occasione per
sostenere, contro l'anzidetta concezione
. Tuttavia particolarmente su questo punto non si può
avere alcuna fiducia nell'attuale Governo sassone; e quindi ai rappresentanti delle varie
Associazioni di maestri e di padri di famiglia, che mi sono stati presentati durante il mio
viaggio, ho incultato nel modo più vivo l'intrepida e costante difesa della scuola
confessionale, difesa che, del resto, i cattolici della Sassonia conducono con molta
energia, ricorrendo in caso estremo, come si verificò in Plauen, sino all'arma dello
sciopero.
La Cancelleria di Stato in Dresda diede subito annunzio alla stampa della mia visita al Ministro Presidente, la quale, come mi ha testé comunicato il deputato Hesslein, ha prodotto favorevole impressione non solo presso i cattolici, ma altresì nei circoli parlamentari anche socialisti.
I giornali cattolici, specialmente sassoni, hanno ampiamente e dettagliatamente commentato il ripristinamento della diocesi di Meissen ed il mio viaggio in Sassonia; ed io, per soddisfare il desiderio più volte espressomi dallo stesso deputato Hesslein, compio il dovere di trasmettere qui accluso all'Eminenza Vostra il numero straordinario pubblicato il 25 Giugno dalla
. Anche la stampa acattolica ha <nella>8 quasi tutta <sua totalità>9 (per quanto almeno si può finora giudicare
<conoscere)>10
accolto e giudicato il fatto con calma ed oggettività, giungendo perfino ad affermare, come
si legge nel N. 297 delle Dresdener [sic] Nachrichten
, "che il 26 Giugno 1921 rimane per la Chiesa cattolica (in Sassonia) un
avvenimento perpetuamente memorabile, quale essa non aveva registrato da secoli". Voci
<di>11 allarme non sono tuttavia
mancate in qualche organo protestante più fanatico, e cioè nel Sächisches [sic] Kirchenblatt
e nel Meissner Tagblatt
[sic], il quale dall'avvenimento
medesimo crede di dover dedurre che "la Chiesa cattolica, giudicando (a ragione od a torto)
il momento presente come favorevole alle proprie conquiste, intende di intensificare nella
Sassonia, ove il 94 per cento della popolazione è evangelica, la sua attività allo
scopo di rafforzarvi la sua posizione" ed esorta perciò la Chiesa evangelica sassone a
maggiore e più oculata vigilanza.
Prima di lasciare la Sassonia, ho consegnato all'Amministratore Apostolico interino Mons. Skala la somma di Marchi ventimila (prelevata dal fondo per la beneficenza), perché fosse distribuita nel Nome Augusto del Santo Padre ai poveri senza distinzione di religione. La notizia di questa Pontificia elargizione, divulgata subito dalla stampa, è stata accolta con viva e riconoscente soddisfazione.
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Online seit 14.05.2013, letzte Änderung am 01.09.2016.
Dokument-Nr. 1161
Pacelli, Eugenio
an Gasparri, Pietro
München, 02. Juli 1921
Regest
Pacelli berichtet über seine Reise nach Sachsen anlässlich der feierlichen Wiedererrichtung der Diözese Meißen und des 700järigen Jubiläums des Bautzener Kapitels St. Peter. Begleitet von einem Sekretär und von Alexander Fürst von Schönburg-Hartenstein brach er am 25. Juni von München aus auf und wurde vom Apostolischen Administrator in Sachsen Jakob Skala und vom Pfarrer von Plauen Heinrich Seidler am Bahnhof in Hof abgeholt. Auf der weiteren Zugstrecke durch Sachsen – in Plauen, Reichenbach, Zwickau, Chemnitz, Freiberg, Dresden und schließlich in Bautzen – begrüßten zahlreiche Katholiken den Repräsentanten des Papstes. Am nächsten Tag, einem Sonntag, wurde Jakob Skala nach einem Festakt im größten Kapitelsaal als Domdekan und Apostolischer Protonotar ad instar participantium installiert. Pacelli hielt ein Pontifikalamt im Dom und im Anschluss an das Evangelium verlas der Kanoniker Eberhard Klein die Ansprache über die Wiedererrichtung der Diözese. Unter der Menschenmenge befanden sich auch mehrere protestantische Vertreter des öffentlichen Lebens sowie Mitglieder der sächsischen Königsfamilie. Die nächsten Tage hat Pacelli mit einem Auto, das ein Katholik zur Verfügung gestellt hat, die Zisterzienserinnen in Marienstern und Marienthal sowie verschiedene Orte der Lausitz und der sächsischen Erblande (Crostwitz, Storcha, Radibor, Löbau, Zittau, Schirgiswalde, Dresden und Leipzig) besucht und den Apostolischen Segen, verbunden mit einem vollkommenen Ablass, gespendet. Überall wurde er von den Katholiken nach langer Zeit der Unterdrückung mit Begeisterung empfangen – es war ein echter Triumph des Papstes – und selbst die Dissidenten haben ihm ihren Respekt erwiesen. In der Lausitz hat die wendische Bevölkerung ihre traditionellen Trachten getragen, zahlreiche Ritter angesehener Familien haben das Auto Pacellis geleitet, katholische Vereine haben ihre Banner getragen und die Kinder Blumen haben geworfen. Pacelli war von der Frömmigkeit der Menschen und vom gesungenen "Te Deum" tief gerührt. Er gibt schließlich die Worte des Leipziger Justizrats Heinrich Schrömbgens wieder, der den wichtigen Anlass sowie den Stolz, die Dankbarkeit und die Begeisterung der sächsischen Katholiken hervorgehoben hat.Im Anschluss berichtet Pacelli von seinen Beziehungen zur sächsischen Regierung und gibt seine Antwort vom 25. April auf die Note des sächsischen Geschäftsträgers in München Maximilian von Dziembowski vom 30. März im Wortlaut wieder: der Heilige Stuhl wird die Diözese Meißen wiedererrichten und das Hirtenamt, wie von der sächsischen Regierung gewünscht, einem Deutschen anvertrauen. Er ist darüber hinaus zuversichtlich, dass die sächsische Regierung dieses Vorgehen würdigt und bei der Neuregelung der Beziehungen von Kirche und Staat in Sachsen – in Anbetracht der Verhandlungen über ein Reichskonkordat – kooperieren wird, um die religiösen Interessen der Katholiken in Sachsen zu wahren. Nun hat Pacelli anlässlich seiner Reise mittels des einzigen Zentrumsabgeordneten im sächsischen Landtag Paul Hesslein versucht, mit der sozialistischen, der Kirche feindselig gegenüberstehenden Regierung persönlich in Verbindung zu treten. Ministerpräsident Johann Wilhelm Buck war derart geschmeichelt, dass er den Beginn seiner Ferien um einen Tag verschoben hat. Am 29. Juli hat der Nuntius in Begleitung Skalas, des Grafen Schall-Riaucour und Hessleins den Ministerpräsidenten in Begleitung des Legationssekretär Hans Schmidt-Rolke und des Ministerialrats Friedrich Wölcker in Dresden getroffen. Buck hat Pacelli sehr freundlich begrüßt und der Nuntius hat im Sinne seines oben genannten Schreibens an von Dziembowski geantwortet. Aufgrund der Befürchtung der sächsischen Katholiken, die Regierung würde die Staatsleistungen bis zur in der Weimarer Reichsverfassung vorgesehenen Ablösung nicht mehr bezahlen, hat Pacelli darauf hingewiesen, dass die Wiedererrichtung der Diözese Meißen eine rein interne kirchliche Angelegenheit ist und dass die Diözese als Rechtsnachfolgerin alle Rechte sowohl des Apostolischen Vikariats in Sachsen als auch der Apostolischen Administratur in der Lausitz erworben hat. Der Ministerpräsident hat dem ausdrücklich und formal zugestimmt. Pacelli erinnert daran, dass Buck, den er zwar als weniger radikal als den derzeitigen Kultusminister Hermann Fleißner einschätzt, dennoch die Einheitsschule verteidigt hat und als ehemaliger Kultusminister der Urheber der "Verordnung über Ortsschulaufsicht und Schulleitung" vom 11. Dezember 1918 war, mit der die geistliche Schulaufsicht in Sachsen abgeschafft wurde. Pacelli ist der Ansicht, dass man der aktuellen sächsischen Regierung nicht trauen kann, wenn Buck behauptet, dass diese Verordnung nicht gegen die katholische Kirche gerichtet war und dass alle Religionen in Sachsen mit der gleichen Toleranz begegnet wird. Der Nuntius hat Buck und der Einheitsschule das heilige Recht der katholischen Eltern auf katholische Konfessionsschulen entgegengestellt und er hat die sächsischen Lehrer- und Vätervereine, die bereits energisch für die Verteidigung der Konfessionsschule eintreten, in Plauen sogar das Kampfmittel des Streiks nutzen, in ihrer Arbeit ermutigt.
Die Pressestimmen zur Wiedererrichtung der Diözese Meißen und zu Pacellis Reise haben nicht nur bei den Katholiken, sondern sogar bei den Sozialisten günstigen Eindruck gemacht, wie Hesslein berichtet, auf dessen Wunsch der Nuntius die Sonderausgabe der Sächsischen Volkszeitung übersendet. Soweit Pacelli sie zur Kenntnis genommen hat, hat auch die nichtkatholische Presse ruhig und objektiv berichtet. Lediglich fanatischere protestantische Zeitungen wie das "Sächsische Kirchenblatt" und das "Meissner Tagblatt" haben die Wiedererrichtung der Diözese Meißens als Eroberung bezeichnet und die evangelische Kirche in Sachsen zu verstärkter Aufmerksamkeit aufgefordert. Vor der Rückfahrt nach München hat Pacelli im Namen des Papstes Skala 20.000 Mark für die Armen aller Religionen ausgehändigt. Diese Nachricht ist durch die Presse verbreitet und mit lebhafter und anerkennender Zufriedenheit aufgenommen worden.
Betreff
Viaggio in Sassonia – Ripristinamento dell'antica diocesi di Meissen – Colloquio col
Ministro Presidente
Compio il dovere di riferire all'Eminenza Vostra Reverendissima circa il viaggio da me compiuto in Sassonia coll'autorizzazione della medesima Eminenza Vostra (Dispaccio N. B=21449) in occasione della solenne proclamazione del ripristinamento dell'antica diocesi di Meissen

Partii da Monaco sabato 25 Giugno scorso, accompagnato, oltre che da uno dei miei Segretari



42v
zione del
territorio bavarese, fui ivi incontrato dall'Amministratore Apostolico interino della
Sassonia, Mons. Giacomo Skala



La Domenica mattina, dopo una solenne riunione nella maggior Sala del Palazzo del Capitolo, nella quale vennero distribuiti i documenti e le insegne delle onorificenze concesse dal S. Padre in questa circostanza, ebbero luogo nel Duomo la presa di possesso del nuovo Decano e Protonotario Apostolico




43r
lesse dal pulpito la comunicazione da me rimessa al Capitolo
ed annunziante, in attesa delle Bolle Pontificie, il ripristinamento della diocesi suddetta.
L'affluenza del popolo fu veramente imponente. Non solo i cattolici, ma anche molti
protestanti, a cominciare dal Prefetto della provincia, Sig. von Nostiz-Wallwitz






I giorni seguenti (27-30 Giugno) furono da me consacrati a visitare, in gran parte mediante un automobile messo gentilmente a disposizione da un distinto Signore cattolico


43v
mente i due grandi Monasteri di
Religiose Cisterciensi




44r
popolo, accorso anche dai luoghi vicini, si accalcava
talvolta in così gran numero, che riusciva difficile all'automobile di procedere oltre.
Ammirevole poi era la pietà, lo spirito di fede, il raccoglimento, che uomini e donne,
vecchi e giovani, mostravano in chiesa soprattutto nel ricevere la Benedizione papale, e
commoventissimo ed imponente era il canto del Te Deum, con cui quelle cattoliche
popolazioni, provate da lotta secolare, esprimevano al Signore la loro letizia e la loro
riconoscenza. Mi sia permesso di terminare queste brevi e troppo pallide note, riproducendo
le parole pronunziate dal Consigliere di Giustizia Dr. Schömbgens
44v
altresì percorrere la Sassonia, ed ha trovato
dappertutto un'accoglienza trionfale. Oggi i cattolici di Lipsia sono i privilegiati, ed io
ho l'incarico di esprimerLe i nostri sentimenti di venerazione, di riconoscenza, di
entusiasmo e di orgoglio… La giornata di oggi è una pietra miliare per la causa cattolica in
Sassonia. Io non dubito di affermare che il viaggio di Vostra Eccellenza nel nostro Paese
avrà l'efficacia di una settimana di sacre Missioni. Noi riconosciamo che nella nostra Santa
Chiesa è la salute del mondo. Perciò vogliamo stringere ancor più fortemente le nostre file
e lottare per la nostra augusta Religione con incrollabile fede: Christus vincit, Christus
regnat, Christus imperat".Debbo ora parlare dell'attitudine del Governo sassone

Per ciò che riguarda la Nota indirizzatami già dal Sig. Incaricato d'Affari

45r
co, nei seguenti termini:3"In riscontro alla pregiata Sua Nota del 30 Marzo scorso ho l'onore di comunicare alla S. V. Illma che la S. Sede ha risoluto di unire i territori, appartenenti sinora al Vicariato Apostolico di Sassonia



La Santa Sede medesima nutre fiducia che il Governo sassone apprezzerà debitamente tale atto di condiscendenza e che nel nuovo ordinamento dei rapporti fra Chiesa e Stato, – massime in occasione delle progettate trattative per la conclusione di un Concordato per il Reich

Nel pregare la S. V. di portare quanto sopra a conoscenza del Suo Governo, con sensi ecc."
Oltre a ciò, non ho mancato di profittare del mio breve viaggio in Sassonia per cercare di prendere contatto personale
45v
tato6 Rapporto N. 20437) esclusivamente socialista ed ostile alla
Chiesa. Per mezzo del Sig. Hesslein






46r
della diocesi di Meissen il Vicariato
Apostolico di Sassonia, il Governo socialista ne avrebbe profittato per sopprimere le prestazioni finanziarie

E' da ricordare che il Sig. Buck, sebbene non sia il più radicale fra i membri dell'attuale Governo sassone, tuttavia, essendo in passato Ministro del Culto (attualmente questo Dicastero è affidato ad un socialista indipendente




46v
socialistica della
scuola unica, il sacro diritto dei genitori cattolici di avere per i loro figli scuole cattoliche
La Cancelleria di Stato in Dresda diede subito annunzio alla stampa della mia visita al Ministro Presidente, la quale, come mi ha testé comunicato il deputato Hesslein, ha prodotto favorevole impressione non solo presso i cattolici, ma altresì nei circoli parlamentari anche socialisti.
I giornali cattolici, specialmente sassoni, hanno ampiamente e dettagliatamente commentato il ripristinamento della diocesi di Meissen ed il mio viaggio in Sassonia; ed io, per soddisfare il desiderio più volte espressomi dallo stesso deputato Hesslein, compio il dovere di trasmettere qui accluso all'Eminenza Vostra il numero straordinario pubblicato il 25 Giugno dalla
47r
Sächsische Volkszeitung



Prima di lasciare la Sassonia, ho consegnato all'Amministratore Apostolico interino Mons. Skala la somma di Marchi ventimila (prelevata dal fondo per la beneficenza), perché fosse distribuita nel Nome Augusto del Santo Padre ai poveri senza distinzione di religione. La notizia di questa Pontificia elargizione, divulgata subito dalla stampa, è stata accolta con viva e riconoscente soddisfazione.
47v
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di
profondissima venerazione ho l'onore di confermarmiDi Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Hds. eingefügt von Pacelli.
2↑Hds. ausgestrichen, vermutlich von Pacelli.
3↑Hds. eingefügtes
Absatztrennungszeichen, vermutlich von Pacelli.
4↑Hds. eingefügt von Pacelli.
5↑Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
6↑Hds. gestrichen, vermutlich
von Pacelli.
7↑Hds. ausgestrichen, vermutlich von Pacelli.
8↑Hds. eingefügt von
Pacelli.
9↑Hds. gestrichen und
eingefügt von Pacelli.
10↑Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
11↑Hds. eingefügt von Pacelli.