Dokument-Nr. 27
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 12. August 1922

Regest
Pacelli übersendet einen Artikel der "Trierischen Landeszeitung", auf den der französische Botschafter beim Heiligen Stuhl Jonnart wahrscheinlich gegenüber Gasparri angespielt hatte. Der Nuntius weist darauf hin, dass der Artikel allerdings nicht explizit darauf eingeht, dass die Reichsregierung im Konkordat vom Heiligen Stuhl den Verzicht auf jede Änderung der Diözesanzirkumskription verlangt. Der anonyme Verfasser, bei dem es sich der Redaktion zufolge um einen Kanonisten handelt, argumentiert in dem Artikel gegen die Broschüre "Beitrag zu den Konkordatsverhandlungen zwischen Deutschland und dem Vatikan", die sich gegen die laufenden Reichskonkordatsverhandlungen richtet. Pacelli vermutet, dass Jonnart aus den Ausführungen über das Interesse des Staates an einem Konkordat möglicherweise Rückschlüsse auf die Diözesanzirkumskription zog.
Betreff
Inviasi articolo circa le trattative concordatarie
Eminenza Reverendissima,
Compio il dovere di inviare qui accluso all'Eminenza Vostra Reverendissima un recente articolo del giornale di Treviri, cui facevo allusione nel mio cifrato N. 408 del 5 corrente, ed al quale è probabile che abbia voluto riferirsi cotesto Signor Ambasciatore di Francia, sebbene – come ho potuto constatare ora che ne ho avuto sotto gli occhi il testo – la questione indicata nel venerato telegramma di Vostra Eminenza N. 26 non si trovi in esso così esplicitamente toccata.
L'anonimo autore, che viene dalla redazione del giornale qualificato per un canonista, ha inteso di combattere le affermazioni di G. O. Sleidan nell' opuscolo "Beitrag zu den Konkordatsverhandlungen zwischen Deutschland und dem Vatikan" (Contributo alle trattative concordatarie fra la Germania ed il Vaticano), pubblicato testé in Berlino (Sämann Verlag) e diretto a seminare nella pubblica opinione diffidenze contro le trattative medesime. Questo scrittore invero comincia col
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notare che, secondo il pensiero di molti, la S. Sede dovrebbe essere, mediante la conclusione del Concordato politicamente influenzata a favore della Germania; egli però ritiene infondata una tale aspettativa e lascia credere che, al contrario, una simile Convenzione ridonderebbe unicamente a favore della Chiesa. Per respingere gli attacchi dello Sleidan, l'autore dell'articolo sostiene invece che i Concordati per natura loro vengono stipulati nell'interesse di ambedue le Parti contraenti, e dopo aver accennato come, a suo parere, quello della Chiesa si concentra principalmente nella questione della scuola, dimostra i non minori vantaggi che lo Stato in Germania si può ripromettere dai nuovi Concordati (col Reich e colla Baviera), massime in vista delle disposizioni della Costituzione dell'11 Agosto 1919.
"Lo Stato (così osserva l'articolista), in seguito alle essenziali restrizioni dei suoi diritti di supremazia sulla Chiesa indotte dalla Costituzione del Reich, è molto più di prima interessato alla conclusione di un Concordato. Mi limito qui a ricordare l'assicurazione del mantenimento delle facoltà teologiche, la formazione del clero, la provvista delle Sedi vescovili e la nomina dei parroci. In tutti questi punti la Chiesa ha, secondo il diritto pubblico oggi vigente, mano pienamente libera. Il Papa può, ad esempio, no-
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minare Vescovi stranieri, i Vescovi hanno il diritto di erigere Seminari tridentini, gli ecclesiastici possono essere ordinati senza aver prima superato l'esame di maturità. Chi vorrà, dopo di ciò, disapprovare i nostri nomini di Stato, se in simili questioni non si affidano soltanto ai sentimenti amichevoli delle Autorità ecclesiastiche, ma richiedono dal Papa assicurazioni impegnative mediante un contratto bilaterale?"
Da tutto ciò è stato forse al Sig. Ambasciatore di Francia facile di dedurre che anche la questione della circoscrizione delle diocesi, la quale è della medesima natura di quelle sopra accennate a modo di esempio, e che formava pure oggetto delle antiche Convenzioni concordatarie colla Germania, sarà inclusa fra i punti in cui lo Stato domanda ora alla S. Sede garanzie obbligatorie.
Chinato umilmente al bacio della S. Porpora con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 12. August 1922, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 27, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/27. Letzter Zugriff am: 27.11.2024.
Online seit 31.07.2013, letzte Änderung am 25.04.2017.