Dokument-Nr. 2780
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 19. Januar 1920

Regest
Pacelli lässt Gasparri eine Liste von Persönlichkeiten inklusive deren kurzer Charakterisierung zukommen, die dem Aufruf Benedikts XV. zur Anteilnahme am Schicksal der Kriegsgefangenen und ihrer Familien nachgekommen sind, damit sie mit einer päpstlichen Auszeichnung belohnt werden.
Betreff
Si implorano Distinzioni Pontificie
Eminenza Reverendissima,
Col venerato telegramma cifrato Nr. 33 del 1. Dicembre 1917 Vostra Eminenza Reverendissima si compiaceva di autorizzarmi a far sperare che la Santa Sede, dopo la conclusione della pace, non avrebbe mancato di aver presenti e premiare debitamente quelli che avevano prestata efficacemente la loro opera per agevolare l'azione caritatevole del Santo Padre in favore dei prigionieri di guerra internati in Germania.
Ora, essendosi finalmente ratificata la pace fra gli Alleati e la Germania, mi permetto sottoporre a Vostra Eminenza i nomi di quelli che, a mio umile giudizio, sarebbero meritevoli di ricevere una distinzione pontificia per lo zelo mostrato nel coadiuvarmi in ciò che modestamente ho fatto, onde obbedire agli ordini della Santa Sede in vantag-
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gio dei suddetti prigionieri.
Prego pertanto l'Eminenza Vostra a volere ottenere dalla bontà del Santo Padre la Commenda dell'Ordine di San Gregorio Magno pei seguenti Signori:
1.) Signor Conte Dr. Jur. Giulio von Ze c h-Burkersroda , Consigliere della Legazione di Prussia a Monaco ed attualmente Incaricato d'Affari. Egli con costante e fedele attività e zelo ha in tutti i modi agevolate le mie relazioni col Governo di Berlino ed in ogni occasione si è mostrato pronto ad aiutarmi non soltanto per le visite da me fatte ai campi di prigionieri, ma anche in altre moltissime circostanze, sicché senza la di lui valevole e cortese cooperazione sarebbe stato ben difficile raggiungere lo scopo desiderato dalla Santa Sede. Ancora presentemente il Conte Zech è per la Nunziatura un vero amico, e si trova sempre pronto in qualunque circostanza si abbia bisogno di lui. Nel mio ultimo viaggio a Berlino ed a Colonia l'ottimo Conte non solo ha agevolata la parte materiale del viaggio medesimo, non facile nelle attuali condizioni del servizio ferroviario in Germania, ma ha moltissimo cooperato alla buona riuscita delle note trattative col Governo di Berlino.
2.) Signor Maggiore Eric Karwiese , per la cui opera nel Ministero della Guerra si sono potuti in molti casi otte-
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nere favori e vantaggi notevoli per alleviare la sorte degli ufficiali prigionieri.
3.) Signor Dr. Maggiore Federico Conte von Schwerin , Preposto all'Ufficio di informazioni, ha con instancabile assiduità e cortesia fornito notizie dei prigionieri tutte <le>1 volte che gliele chiedevo, secondando così l'opera caritatevole della Santa Sede per la ricerca dei dispersi.
4.) Signor Dr. Capitano Stefano Kekule von Stradonitz . Ritiratosi il Conte Schwerin, dal predetto Ufficio, in seguito alla rivoluzione, il Capitano Kekule in circostanze anche più difficili, dato il disordine causato negli uffici specialmente militari dopo la rivoluzione <medesima,>2 ha continuato a coadiuvare la Nunziatura sia nella ricerca dei prigionieri, sia in qualunque altro genere di informazioni richiestegli, ed anche attualmente prosegue tale servizio con zelo e diligenza.
5.) Signor Maggiore Giovanni Richter . Destinato dal Ministero della Guerra di Berlino ad accompagnarmi nel non breve mio viaggio del Settembre 1918 per la visita ai campi di prigionieri della Germania, compì la sua missione con ogni
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più gentile riguardo e riverenza verso il Rappresentante Pontificio ed in tutte le maniere mi agevolò l'opera pietosa, che compii; sempre corretto e prudente, non tralasciò nessuna attenzione, mostrandosi deferentissimo e compito in tutte le circostanze.
6.) Signor Capitano Eric von Holtzbrinck , fu l'altro mio compagno di viaggio durante la visita ai prigionieri, ed espletò il suo incarico con pari gentilezza, deferenza e attività come il Signor Richter.
7.) Signor Maggiore Barone Gustavo von Gemmingen . Ottimo cattolico del Württemberg, di distintissima famiglia e già Comandante del campo degli ufficiali prigionieri di Ellwangen, si comportava verso di essi con cristiana carità e con speciali riguardi verso i desideri della Nunziatura, sicché, nonostante le inevitabili sofferenze inerenti allo stato di cattività, il suo campo era diventato l'aspirazione di tutti gli infelici ufficiali internati in Germania, ed infatti parecchi raccomandati particolarmente dalla Santa Sede furono, dietro mia richiesta, trasferiti in quel campo e non ebbero che a ringraziarmi per il trattamento incomparabilmente migliore, che ivi ricevevano.
Inoltre mi permetto chiedere 8.) la Placca della
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Commenda dell'ordine di San Gregorio Magno pel Signor Barone Paolo von Stengel , già Commendatore del medesimo Ordine, attualmente Consigliere ministeriale al Dicastero degli Esteri bavarese, e specialmente incaricato delle relazioni fra il detto Ministero e la Nunziatura.
Sebbene, in verità, il Governo bavarese abbia corrisposto alle preghiere della Nunziatura in favore dei prigionieri con assai minor condiscendenza e sollecitudine che il Governo di Berlino, pure ho creduto opportuno chiedere una onorificenza anche per un alto impiegato del detto Governo per non far sospettare che si voglia dimenticare la Baviera. Il Barone von Stengel però ha fatto sempre e continua a fare tutto il suo meglio per agevolare le non facili relazioni fra la Rappresentanza Pontificia e il Governo Bavarese.
9.) Finalmente la Croce Pro Ecclesia et Pontifice pel Segretario del Ministero degli Esteri bavarese Signor Giovanni Sessler , il quale, durante il tempo non breve in cui la Nunziatura corrispondeva con la Santa Sede attraverso il Ministero medesimo, curò con diligenza e fedeltà la trasmissione del corriere alla Legazione Bavarese a Berna e per essa al Rappresentante Pontificio in Svizzera.3
Prima di presentare a Vostra Eminenza le su espo-
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ste domande non ho mancato di far chiedere al Governo di Berlino se, in seguito alla nota disposizione della nuova Costituzione Germanica, che vieta ai cittadini tedeschi di accettare onorificenze da Potenze estere (art. 109 capov. ultimo), vi fossero difficoltà per l'accettazione delle suddette Distinzioni Pontificie. Il menzionato Governo mi ha fatto confidenzialmente conoscere che, non potendo<si>4 considerare la Santa Sede come un Governo <estero > 5, quella proibizione della Costituzione non riguarda, almeno quanto alla lettera, la Santa Sede medesima, la quale perciò può continuare ad accordare i Suoi Ordini cavallereschi anche a cittadini tedeschi.
Nella speranza che Vostra Eminenza vorrà degnarsi di sottomettere e raccomandare al Santo Padre la mia umile istanza, alla quale aggiungo la preghiera che dette onorificenze sieno concesse in forma del tutto graziosa, mi chino umilmente al bacio della Sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1Hds. eingefügt von Pacelli.
2Hds. eingefügt von Pacelli.
3Absatz von "9.) […] in Svizzera." am linken Seitenrand hds. markiert und eingefügt, vermutlich von Pacelli: "Registrata al N° 1209 in data 15 Febbraio 1920.".
4Hds. eingefügt, vermutlich von Pacelli.
5Hds. eingefügt, vermutlich von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 19. Januar 1920, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2780, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2780. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 14.01.2013, letzte Änderung am 29.09.2014.