Dokument-Nr. 4044
Pacelli, Eugenio
an Gasparri, Pietro
München, 27. Mai 1918
Regest
Im Auftrag Erzbergers übersendet Pacelli eine Denkschrift Erzbergers über seinen Konflikt mit der "Kölnischen Volkszeitung" und die italienische Übersetzung eines Artikels Erzbergers "Macht und Recht" in der Germania. Bezug nehmend auf seine Berichte vom 22. Oktober und 8. Dezember 1917 ruft Pacelli in Erinnerung, dass vor allem konservative und pangermanistische Strömungen, aber auch Zeitungen des Zentrums vor allem nach der Erklärung des Reichstags vom 19. Juli 1917 begonnen haben, Erzberger anzugreifen. Man werfe ihm vor, die militärische Lage Deutschlands zu defätistisch dargestellt und so den Reichstag überhaupt erst zur Erklärung bewogen zu haben. Die Konservativen und Teile des Zentrums lehnten Erzbergers demokratische Haltung und seine Befürwortung der Wahlrechtsreform in Preußen ab. Nach Pacelli stand die Erklärung des Reichstags hingegen in völligem Einklang mit der Friedenspolitik des Heiligen Stuhls, ebenso wie die Schrift "Macht und Recht", in der Erzberger für einen gerechten Ausgleich unter den Völkern anstatt für einen deutschen Gewaltfrieden optiert. Was die demokratischen Wahlrechtsreformen angeht, so ist es zwar bedauerlicherweise wahr, dass diese eine große Gefahr für die katholische Sache durch ein Erstarken der linken Parteien bedeuten können, andererseits könne heute keine Macht der Welt mehr derartige Entwicklungen aufhalten. Deshalb sei es noch immer besser, diese gewappnet und mit den möglichen Absicherungen einzuführen, als dass diese gewaltsam und in einer um so radikaleren und schädlicheren Form aufgezwungen werden. Die Amtseinsetzung des neuen Kanzlers, Georg von Hertling, habe weitere Gründe für eine Zunahme der Polemik mit sich gebracht, wie die Kritik Erzbergers gegenüber dem Kanzler zeigte, und zwar sowohl anlässlich seiner Äußerung während einer Reise nach Wien als auch während einer Sitzung im Haushaltsausschuss des Reichstags am 8. Mai, in diesem letzten Fall vor allem wegen der deutschen Politik in der Ukraine. Diese Betrachtungen Erzbergers wurden als Angriff auch auf die Obere Heeresleitung gewertet und verursachten heftige Reaktionen, vor allem seitens der "Kölnischen Volkszeitung" und eines Mitglieds der sächsischen Zentrumspartei, Graf Joachim von Schönburg-Glauchau, der ihn als "verlogenen Schweinehund" bezeichnete, wogegen Erzberger Anzeige erstattete. So befindet sich die Nuntiatur in einer schwierigen Situation. Auf der einen Seite fehle es Erzberger an Klugheit und Takt, zudem gebe er vor, wie neulich in Zürich, im Namen des Papstes zu sprechen, was kompromittierend wirken kann; eine immer größere Strömung in der Partei ging auf Distanz zu ihm. Aus diesen Gründen war Pacelli gezwungen, in der letzten Zeit vorsichtig zu sein und ihm keine geheimen Dinge anzuvertrauen. Auf der anderen Seite sei Erzberger äußerst aktiv und unverzichtbar für die Sorge des Heiligen Stuhls um die Kriegsgefangenen. Hinzu kommt, dass seine politische Rolle noch nicht am Ende ist und seinen Ideen eher die Zukunft gehören wird als denjenigen der Konservativen und Pangermanisten. Zwar versuchen Erzbergers Gegner im Zentrum, die Nuntiatur auf ihre Seite zu ziehen, doch glaubt Pacelli, dass es gilt, Neutralität zu wahren und bittet um weitere Weisungen.Betreff
Sul deputato Erzberger
Il Signor deputato Erzberger

1°) un pro-memoria sulla sua polemica colla "Kölnische Volkszeitung"

2°) la traduzione italiana di un suo articolo (parimenti qui unito nel testo tedesco – All. II) dal titolo "Forza o diritto?" pubblicato sulla Germania (All. III).
A miglior intelligenza dei summenzionati scritti, mi permetto di richiamarmi a quanto ebbi già l'onore di riferire all'Eminenza Vostra Reverendissima intorno al Signor Erzberger nei miei rispettivi Rapporti confidenziali del 22 Ottobre e dell'8 Dicembre 1917. Gli attacchi contro il detto Deputato da parte degli organi conservatori e pangermanisti


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Kölnische Volkszeitung), cominciarono soprattutto dopo la famosa dichiarazione sulla pace


Il fatto è, però, che quanto alla dichiarazione per la pace essa corrispondeva perfettamente alle vedute della Santa Sede, come sono pure nella sostanza a queste conformi le idee esposte nell'accluso articolo Forza o diritto?, in cui sostiene contro coloro, che vorrebbero una forte pace tedesca imposta colla violenza (sia pure sotto le formule eufemistiche di rettifiche di confini o di garanzie per la sicurezza militare), la necessità
27r
di una intesa fra i popoli secondo le norme della
giustizia. Quanto poi alla riforma elettorale e ad altre simili innovazioni in senso
democratico, è vero pur troppo che esse possono arrecare gravi pericoli alla causa
cattolica, rafforzando i partiti di sinistra; ma non bisogna neppure dimenticare che niuna
forza al mondo può ai giorni nostri impedire tali evoluzioni sociali, ed è quindi assai
sovente più saggio adottarle preventivamente munite, nei limiti del possibile, di opportune
restrizioni e cautele, anziché lasciarsele poi strappare colla Il malcontento, largamente diffuso contro il deputato Erzberger, venne naturalmente crescendo ed inasprendosi col rapido e progressivo aumentare della potenza dei militaristi e dei pangermanisti dopo le vittorie della Germania, in seguito alle quali la dichiarazione del Reichstag per la pace è divenuta anch'essa uno dei tanti "pezzi di carta"; mentre, d'altra parte, la nomina a Cancelliere dell'Impero del Signor Conte von Hertling

27v
causa di giudizi sfavorevoli al Cancelliere che l'Erzberger
avrebbe espresso in occasione di un suo viaggio a Vienna (All.
IV). Senonché assai più grave dissidio hanno creato le note
critiche







28r
sterranno da qualsiasi intromissione negli affari interni
dell'Ucraina." Questa mossa dell'Erzberger fu interpretata come un attacco al tempo stesso
contro l'Hertling e contro l'Alto Comando militare

In tali condizioni non isfuggirà certamente all'Eminenza Vostra la difficile e delicata situazione in cui si trova la Nunziatura. Non credo che sia possibile né giusto gettare a
mare, come suol dirsi, il Signor Erzberger. Senza dubbio egli manca non di rado di prudenza e di tatto (si ricordi l'improvviso ed inaspettato attacco fatto da lui l'anno scorso contro il Cancelliere Bethmann-Hollweg

28v
cia), ed inoltre, a quanto mi si assicura, può
facilmente compromettere, perché viene accusato di parlare sovente a nome del Santo Padre





29r
il suo rôle politico non è
finito, e che anzi saranno piuttosto le sue idee e le sue tendenze, e non già quelle dei
suoi oppositori (pangermanisti e conservatori), che, volere o no, finiranno per trionfare.
Sembrami infine che, sebbene i nemici dell'Erzberger cerchino con ogni sforzo di trarre la
Nunziatura dalla loro parte e di staccarla da lui completamente, questa invece, nelle
attuali lotte interne del Centro, debba mantenersi neutrale, conservando con tutti, nei
limiti dovuti e colle necessarie e proporzionate cautele, convenienti rapporti.Sarò ad ogni modo ben grato all'Eminenza Vostra per tutti gli avvisi ed ammonimenti, che nel Suo superiore giudizio credesse dovermi impartire al riguardo; ed intanto chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑"due" hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
2↑"egli" hds. eingefügt von Pacelli.
3↑"forza" hds. gestrichen, "violenza" hds. eingefügt von
Pacelli.