Dokument-Nr. 4136
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 07. Februar 1921
Regest
Mit Bericht vom 14. November 1920 referierte Pacelli über die Erklärung der Reichsregierung vom 13. November bezüglich des Bayernkonkordats und sicherte zu, sich beim bayerischen Kultusminister Matt sowie bei weiteren Kirchenvertretern und Politikern für eine Beschleunigung der Konkordatsverhandlungen einzusetzen. Matt habe im Dezember die Fertigstellung des zweiten Teils seiner Denkschrift versprochen, deren ersten Teil Pacelli mit Bericht vom 11. September übersandte. Pacelli erfuhr auf Nachfrage vom für die Konkordatsfragen zuständigen Ministerialrat im Kultusministerium Goldenberger von einem Krankenhausaufenthalt Matts Mitte Januar. Am 1. Februar ließ der Kultusminister durch Goldenberger mitteilen, dass er die katholischen Bekenntnisschulen und Lehrerausbildungsstätten ins Konkordat aufnehmen wolle, dass jedoch die im Artikel 146 der Weimarer Reichsverfassung vorgesehenen Bestimmungen für die Landesgesetzgebung noch nicht erlassen worden seien. Pacelli verwies auf seine Verhandlungen mit Reichsaußenminister Simons und auf dessen Erklärung vom 31. Dezember des letzten Jahres und betonte, dass die darin getroffenen Übereinkünfte zweifelsfrei bilateralen und offiziellen Charakter hätten. Der oftmals bürokratisch und pedantisch agierende Ministerialrat - von Pacelli außerdem als gut katholischer und juristisch bewanderter Mensch ausgewiesen - halte die Sache formell für einwandfrei, doch bezweifle er, dass die Reichsregierung gemäß der Weimarer Reichsverfassung überhaupt zu einer solchen Erklärung befugt gewesen sei. Pacelli wies auf seine Rechte und Pflichten als Nuntius hin und darauf, dass er nicht beabsichtige, sich mit internen Fragen der verfassungsmäßigen Zuständigkeit der Reichsregierung zu befassen. Goldenberger sprach ihn auf den Fragebogen des Reichsinnenministeriums zum Reichskonkordat an die Länder an, woraufhin Pacelli versicherte, dass zuerst ein Bayernkonkordat geschlossen werden solle. Aus dem Gespräch mit Goldenberger wurde für Pacelli deutlich, dass es notwendig sei, die Verhandlungen energischer zu forcieren, woraufhin er verschiedene Politiker und Kleriker bat, Druck auf Matt, an dessen besten Absichten er nicht zweifele, auszuüben. In Anbetracht einer möglichen Regierungskrise in Bayern musste er dem bayerischen Außenminister von Kahr das beiliegende Schreiben mit der Bitte um Auskunft über die Position der bayerischen Regierung in den Konkordatsverhandlungen zukommen lassen.Betreff
Sulle trattative per il Concordato bavarese
Nel mio rispettoso Rapporto N. 18532 in data del 14 Novembre 1920 ebbi l'onore di riferire all'Eminenza Vostra Reverendissima come grazie alla dichiarazione rilasciatami dal Governo del Reich in data del 13 Novembre scorso fosse stato rimosso un notevole ostacolo per la rapida conclusione del Concordato bavarese, ed aggiungevo che non avrei mancato d'insistere presso questo Signor Ministro del Culto, affinché si procedesse nei relativi negoziati colla dovuta sollecitudine. Posso assicurare Vostra Eminenza che tale proposito è stato da me, in conformità dei desideri della Santa Sede, coscienziosamente attuato, sia facendo direttamente in ripetute visite vive premure al Signor Matt, sia interessando al riguardo il Ministero degli Esteri e vari altri personaggi ecclesiastici e politici, i quali, come
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mi consta, non hanno indugiato ad agire allo
scopo medesimo. Verso la fine dello scorso mese di Dicembre, poiché io, prendendo occasione
dagli auguri per il nuovo anno, avevo rinnovato al menzionato Signor Ministro del Culto la
mia consueta preghiera, egli mi promise che, profittando delle vacanze del
L andtag, le cui sedute, insieme a quelle del Consiglio dei
Ministri, spesso (come affermò) quasi intieramente lo assorbiscono, si sarebbe
dedicato con ogni cura alla questione concordataria, e mi avrebbe rimesso nel termine di
circa due settimane la seconda parte del suo Promemoria (cfr. Rapporto N. 17896 dell'11 Settembre 1920), nella quale avrebbe
trattato i punti concernenti la questione scolastica. Non contento di ciò, dopo alcuni
giorni mi recai dal Consigliere ministeriale Signor Goldenberger,
relatore per la questione del Concordato nel Ministero del Culto, onde pregarlo di voler
ricordare al Signor Matt la sua promessa. Intanto però verso la metà dello scorso mese
questi dovette esser trasportato in una Clinica chirurgica, ove ha subito una operazione. La
sera di Martedì 1º corrente venne da me il menzionato Signor Goldenberger; ma invece di
portarmi, come io attendevo, l'annunziata continuazione del succitato Promemoria, mi
significò che aveva parlato al Signor Ministro nel senso da me richiesto, che questi nutre
il più vivo desiderio di assicurare nel Concordato 130r
la scuola confessionale e gl'istituti cattolici per la formazione dei
maestri, ma che nel Ministero del Culto si vedeva una difficoltà nel fatto che non erano
state ancora emanate a tale riguardo dal Reich le disposizioni
legislative previste nell'articolo 146 della Costituzione germanica. Risposi esprimendo tutto il mio rincrescimento
per questo nuovo ritardo, ed osservando come ogni ostacolo nei rapporti col Reich
fosse stato tolto mediante la suddetta dichiarazione del Governo di Berlino. Soggiunsi anzi
che, ad eliminare l'obbiezione la quale mi era stata mossa qui da alcuni, che cioè la
dichiarazione stessa non portava firma, avevo avuto cura (nonostante che tale dubbio mi
sembrasse infondato, avendo il relativo foglio l'intestazione ed il numero di protocollo del
Ministero degli Esteri) di riprodurla integralmente in una Nota ufficiale e firmata (Nr. 18864) da me diretta in data del 10 Dicembre 1920
al Signor Ministro Dr.
Simons, nella quale rilevavo che detta
dichiarazione era il risultato delle trattative verbali avute con lui in Berlino, ed
aggiungevo (in base al venerato Dispaccio dell'Eminenza Vostra N. B = 13174 del 24 Novembre 1920) che anche la S. Sede
ne aveva preso atto con soddisfazione. Avendo il medesimo Ministero degli Esteri
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risposto alla sua volta con Nota parimenti ufficiale e
firmata del 31 Dicembre 1920 (N. II. Va. 604/40176), nessuno potrebbe mettere più in
discussione il carattere obbligatorio e bilaterale della dichiarazione in discorso. Il
Signor Goldenberger, il quale, sebbene sinceramente cattolico e dotato di larghe cognizioni
giuridiche, è però alquanto burocratico e pedante, ammise che dal lato formale non poteva
più sollevarsi obbiezione; notò tuttavia essere, a suo parere, dubbio <se>1 il Governo del Reich fosse
costituzionalmente autorizzato a rilasciarla. Al che replicai avere un Nunzio, come
qualsiasi Ambasciatore il diritto ed il dovere di rivolgersi al Ministro degli Esteri, che,
del resto, nel caso attuale, aveva dato la dichiarazione a nome e col consenso dell'intiero
Gabinetto; quali siano poi i limiti delle facoltà, che a questo competono a norma della
Costituzione, è questione, in cui non spettava a me di entrare, ma che riguardava unicamente
il Governo medesimo. – Il Sig. Consigliere ministeriale mi comunicò infine che il
Ministero dell'Interno di Berlino, a cui, colla cooperazione del Ministero degli Esteri, è
stato affidato lo studio e la preparazione del futuro Concordato per il
Reich
, aveva testé inviato a tutti gli Stati particolari della
Germania, e quindi anche al Ministero del Culto bavarese, un questionario su tale 131r
materia; al quale
proposito, però, gli ricordai l'intenzione della S. Sede che sia prima di ogni altro
concluso il Concordato colla Baviera.Ad ogni modo, la conversazione avuta col Sig. Goldenberger mi mostrò (pur ammettendo pienamente le reali e complicate difficoltà, che presentano le questioni da trattarsi nel Concordato bavarese, e le molteplici occupazioni, da cui massime negli attuali critici momenti sono sopraffatti i Ministri di Stato) il bisogno di più energiche insistenze. Ed infatti, non solo ho pregato caldamente, fra gli altri, il Ministro Presidente Sig. von Kahr, il Consigliere ministeriale al Ministero degli Esteri Sig. Barone von Stengel, il Revmo Vicario Generale Dr. Buchberger, il Sig. Held, capo della frazione della Bayerische Volkspartei al Landtag bavarese, il Deputato e Canonico Wohlmuth, ecc., di voler esercitare nuove e più efficaci pressioni sul Ministero dei Culti, ma inoltre allo scopo medesimo, ed anche acciocché rimanga negli Atti, per ogni buon fine, un documento scritto comprovante le premure della Nunziatura, mi è sembrato, pur con mio rincrescimento, necessario di indirizzare sull'argomento in data del 6 corrente una lettera al sullodato Sig. von Kahr, nella sua qualità di Ministro degli Esteri, che ho l'onore di trasmettere
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qui acclusa all'Eminenza Vostra nell'originale
tedesco (
Allegato I
) e nella traduzione italiana
(
Allegato II
). Per un senso di ben naturale
riguardo, mi ero sul principio proposto di attendere per l'invio della menzionata lettera, –
la quale, sebbene concepita in termini cortesi, non può tuttavia non riuscire alquanto
penosa per l'egregio Sig. Matt (delle cui ottime intenzioni niuno potrebbe dubitare) –,
che esso, pienamente ristabilito in salute, avesse ripreso la direzione del suo Dicastero;
ma, in seguito alle aperture fattemi dallo stesso Sig. Ministro Presidente (come ho
avuto già a riferire all'Eminenza Vostra nel mio ossequioso Rapporto
N. 19544 in data del 5 corrente) circa la possibilità di una imminente
crisi governativa, mi è parso indispensabile di dare senz'altro corso alla lettera
medesima.Nel rendere di ciò intesa, come di dovere, l'Eminenza Vostra, m'inchino umilmente al bacio della Sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑
Hds. eingefügt von Pacelli.