Dokument-Nr. 5683
Gasparri, Pietro an Pacelli, Eugenio
Vatikan, 29. November 1921

Regest
In einem persönlichen Schreiben schildert Gasparri in sechs Punkten seine Bedenken betreffend den Separatismus in Bayern. Erstens werde die separatistische Bewegung in Bayern von Frankreich unterstützt, das großes Interesse am Ausscheiden Bayerns aus dem Reich oder sogar am Anschluss an Österreich oder die römischen Provinzen habe, um so einen starken Staat gegen den Rest Deutschlands zu schaffen. Zweitens hält Gasparri die bayerischen Trennungsvorstellung mit der Hoffnung auf Verbesserung der wirtschaftlichen Verhältnisse zwar für verständlich, doch außerhalb Bayerns sei die Trennung unbeliebt, denn verständlicherweise sei bei einem Volk wie dem deutschen, das der Kardinalstaatssekretär als das vielleicht gebildetste ganz Europas charakterisiert, der Wunsch nach nationaler Einheit groß. Aus dem Gesagten ergibt sich drittens für Gasparri, dass sich die Kirche wie in allen politischen Fragen auch hier heraushalten müsse und noch nicht einmal den Anschein erwecken dürfe, der separatistischen Bewegung nahe zu stehen, da sie sich andernfalls mit fatalen Folgen für die eigene Zukunft gegen das Nationalgefühl des gesamten Volkes, sowohl der Protestanten als auch der Katholiken, wenden würde. Viertens kommt Gasparri auf das eigenständige Konkordat mit Bayern zu sprechen, das in seinen Augen die separatistische Propaganda eindeutig begünstige und daher der Reichsregierung in Berlin ein Dorn im Auge sei. So habe der französische Geschäftsträger beim Heiligen Stuhl Cambon die Nachricht eines eigenständigen Bayernkonkordats wegen des daraus resultierenden inneren Zerwürfnisses im Reich begrüßt. Fünftens fordert Gasparri den Nuntius aufgrund seiner Erfahrungen vor Ort dazu auf, drei Fragen zu beantworten: ob es für die Kirche lohnenswert sei, sich den genannten Konsequenzen eines eigenständigen Konkordats mit Bayern auszusetzen; ob es sich auch für den Fall lohne, in dem sich die Reichsregierung bereit zeigt, ein Konkordat für das ganze Reich abzuschließen, nur um ein Bayernkonkordat zu vermeiden; und ob es eine Möglichkeit gäbe, beide Seiten zu versöhnen und ein Konkordat für das ganze Reich mit einigen besonderen Hinzufügungen für Bayern zu entwerfen. Sechstens fordert Gasparri den Nuntius dazu auf, die Konkordatsverhandlungen mit der bayerischen Regierung fortzuführen, da diese eventuell für ein Reichskonkordat nützlich sein könnten.
[Kein Betreff]
Personale
Monsignore Car.mo
Vi scrivo questa lettera personale per comunicarvi alcune mie preoccupazioni nella speranza che Voi, stando sul posto e conoscendo meglio tutte le circostanze, possiate dissiparle. Per esporre meglio il mio pensiero divido questa lettera in varii punti.
1º Vi è in Baviera un movimento che tende a distaccar la Baviera dal resto della Germania. Esso è promosso dalla Francia, come voi potete vedere <avrete veduto>1 nella lettera di Mons.  Cerretti, di cui vi inviai copia, e come risulta da varii altri fatti ed indizii; del resto è evidente l'interesse che avrebbe la Francia a tale separazione. Anzi sembrerebbe che la Francia abbia vedute anche più vaste; di unire cioè alla Baviera
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sia l'Austria attuale, sia le provincie romane e così constituire un forte Stato in contrasto col resto della Germania, il insomma, <cosicchè si avrebbe,>2 oltre le amputazioni già subite, la Germania divisa in due grossi tronchi, l'un contro l'altro armati. Sarebbe l'ideale della Francia.
2º Che la propaganda in favore della separazione incontri favore presso alcuni (molti o pochi che siano) non deve recar meraviglia: sono troppo recenti e troppo ancora sentibili le sofferenze della guerra e del dopo guerra per restar fedeli all'idea unitaria e non dare ascolto al 3 a chi promette pace, e 4 tranquillità e specialmente miglioramenti economici. Il Ministro di>e>5 Bavi 6 Ritter afferma che questi sono pochi in Baviera e forse è appunto per accrescerne il numero che si vorrebbe l'appoggio della Chiesa sotto pretesto che la separazione sarebbe tutta in favore degli interessi cattolici. Quale valore abbia l'affermazione del Ministro bavarese, Voi potete saperlo meglio certamente di me; ma <insomma>7 è certo che la separazione
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o divisione dalla Germania è invisa, fuori della Baviera, a tutti; nella Baviera, alla maggioranza che, cessato o affievolito il ricordo delle passate sofferenze, sarà la totalità o quasi, cosicché allora la separazione a divisione sarà invisa, profondamente invisa, a tutti i tedeschi, anche a coloro che fvivano >sono>8 fuori della Germania. E la ragione è chiara: in popolazioni colte della stessa razza che vivono nella stessa zona, il desiderio della unione nazionale, elemento necessario di prosperità e di grandezza, è troppo naturale per non essere condiviso dal popolo tedesco, il più 9 forse il più colto dell'Europa; e se per avventura questo spirito di nazionalità sonnegliasse <sonnecchiasse>10, <la stampa e>11 la scuola, dall'elementare all'universitaria, penserebbero a risvegliarlo ed eccitarlo.
3º Prescindendo da altri motivi, queste brevi
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riflessioni che mi sembrano giuste, sono più che sufficienti per determin 12 indicare la linea di condotta che la Chiesa deve tenere di fronte a questo movimento <e a questa propaganda>13 per la separazione o divisione della Germania: la Chiesa deve rimanere al disopra e al di fuori, ma così evidentemente che nessuno possa dire che lo ha favorito in qualche modo. Questa è l'attitudine che la Chiesa tiene in tutte le questioni politiche, ma nel caso nostro deve tenerla a più forte ragione perché una diversa linea di condotta avrebbe, a mio modo di vedere, conseguenze gravissime per la Chiesa. Si imaggini [sic]: se la Chiesa favorisse in qualche modo questo movimento e questa propaganda, andrebbe, se ciò che dicevo nel numero precedente è esatto, contro il sentimento nazionale di tutto il popolo tedesco <anche fuori della Germania>14; quindi odio e animosità non solo dei protestanti <tedeschi;>15 ma anche dei cattolici in gran numero; contro la Chiesa 16, odio ed animosità che coll'andar del tempo crescerebbe piuttosto che diminuire. Il quadro è fosco, ma non <mi>17 pare di calcar
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troppo le tinte.
4º Tutto ciò dovevo prendere prima di venire al punto che mi preoccupa, cioè al al 18 Concordato separato per la Baviera, e poi un altro 19 distinto <dall'altro>20 per il resto della Germania. Questo Concordato separato per la Baviera non favorisce in modo chiaro e forte il movimento e la propaganda per la separazione e divisione della Germania con le conseguenze ch accennavo pocanzi? Il Ministro di Baviera assicura che nò; ma a me sembra evidente che sì. Ed è appunto per questo che il Governo centrale di Berlino lo vede di pessimo occhio. Aggiungo in conferma un piccolo fatto molto significativo. Pochi giorni or sono, il Signor Cambon Incaricato d'affari di Francia fu a vedere Mons.  Borgoncini [sic], Pro-Segretario degli AA. EE. SS., e gli domandò se era vero che la Santa Sede faceva un Concordato separato con la Baviera. Mons. Borgoncini rispose che sì, del che il Sig.r Cambon si mostrò contentissimo, soggiungendo parce que Vous savez que la Baviere vent se delacher de l'Allemagne <facendo comprendere che ciò entrava nelle mire della Francia.>21 Domandò inoltre
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chi aveva preso l'iniziativa di un Concordato separato, se la Santa Sede o la Baviera, ma Mons. Borgoncini rispose che non lo sapeva. È chiaro?
5º Ciò posto, poiché il Concordato separato è veramente un passo 22 ed apparisce un passo ed una spinta chiara 23 evidente e forte verso la separazione, Voi che, essendo sul luogo, potete meglio apprezzar le cose, dovete riflettere seriamente e rispondere ai seguenti quesiti:
a) Conviene alla Chiesa fare questo Concordato separato, esponendosi alle conseguenze di cui sopra?
b) Conviene anche nell'ipotesi che il Governo centrale, pur di evitare questo Concordato separato per la Baviera, si mostrasse facile e largo nel Concordato per tutta la Germania?
c) Vi è modo di conciliar le due tesi, cioè <parti, fare cioè>24 il 25 un Concordato unico 26 per tutta la Germania edcon 27 ed alcune aggiunte particolari per la Baviera? Nella mia lettera del 25 corr.e io sottomettevo al vostro giudizio un mio pensiero in proposito, del quale però non sono tranquillo, perché forte non contenta né gli uni
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né gli altri. Il modo invece che mi viene suggerito ma che io sottometto ugualmente al vostro apprezzamento, sarebbe il seguente: fare un Concordato per tutta la Germania, compresa la Baviera: dopo le firme aggiungere sopra al 28 punti particolari alcuni articoli addizionali speciali per la Baviera.
6º Mentre però Voi riflettete a questi quesiti e preparate la risposta, non dovete sospendere le trattative con cotesto Governo, anzi dovete spingere con tutta la vostra ben nota attività, poiché le conclusioni servirebbero eventualmente sia pe29 sia per il Concordato tedesco sia per gli articoli addizionali.
Distinti saluti
Affemo
Pietro Card. Gasparri
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Empfohlene Zitierweise
Gasparri, Pietro an Pacelli, Eugenio vom 29. November 1921, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 5683, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/5683. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 14.05.2013.