Dokument-Nr. 99
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 22. März 1923
Regest
Pacelli berichtet von seinen Gesprächen mit Reichskanzler Cuno und Reichswehrminister Geßler im Kontext des Münchenbesuchs des Kanzlers. Cuno zeigte sich interessiert am Fortgang der Konkordatsverhandlungen mit Bayern, führte die angespannte gegenwärtige Lage als Grund dafür an, dass noch keine Verhandlungen für ein Reichskonkordat aufgenommen wurden, und sprach sich für einen Beginn der Gespräche erst nach Abschluss des Bayernkonkordats aus. Der Kanzler ging ferner auf die prekäre Gesamtlage und die ausstehenden Reparationszahlungen ein und erklärte mit Blick auf die Ruhrkrise, dass er eine Beschwichtigungspolitik angestrebt habe, sich angesichts des französischen Agierens aber zur Proklamation des passiven Widerstands gezwungen sah. Er befürchtet weitere gewaltsame Ausschreitung, falls die französischen Besatzungstruppen bei ihrem Vorgehen blieben. Auf Pacellis Nachfrage erklärte er, den passiven Widerstand so lange durchhalten zu wollen, bis Frankreich die Unproduktivität seiner Forderungen einsehe.Reichswehrminister Geßler zeichnete gegenüber dem Nuntius ein deutlich negativeres Bild der innenpolitischen Lage im Reich, da er mit Aufständen vor allem kommunistischer Gruppierungen rechnet. Der Minister hält die Personalstärke von Reichswehr und Polizei für nicht ausreichend, um die öffentliche Sicherheit und Ordnung zu garantieren.
Betreff
Visita del Cancelliere del Reich Sig.
Cuno
Come l'Eminenza Vostra Reverendissima avrà certamente appreso dai pubblici fogli, il Cancelliere del Reich Sig. Cuno è venuto oggi a Monaco (donde ripartirà domani mattina), accompagnato dal Ministro delle Poste Sig. Stingl, dal Ministro della Reichswehr Sig. Gessler, dal Segretario di Stato Hamm, dal Ministro di Baviera in Berlino Sig. von Preger, dal Consigliere di Legazione Barone von Bibra e da un funzionario dell'officio stampa. Secondo che egli avevami già fatto annunziare, alle 11 l/4 mi ha visitato in Nunziatura. Dopo i consueti convenevoli, si è informato con interesse sullo stato delle trattative per il Concordato colla Baviera, ed io l'ho messo, nelle linee generali, al corrente delle medesime. Il Sig. Cancelliere si è, da parte sua, scusato di non aver ancora mantenuto la promessa fattami la mattina del 3 Gennaio scorso in Berlino (cfr. Rapporto N. 26148 in data del 4 s. m.), di occuparsi cioè dei negoziati per un Concordato col Reich, essendone stato assolutamente impedito dalle costanti e gra-
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vissime preoccupazioni dell'ora presente; ha aggiunto,
del resto, essere assai opportuno che venga innanzi tutto definitivamente concluso quello
colla Baviera, il quale potrà così costituire un importante precedente, sebbene non sia
possibile di raggiungere in Berlino gli stessi risultati.Passando poi a discorrere della situazione generale, il Sig. Cuno ha affermato che egli avrebbe desiderato, invece dell'attuale lotta, una politica di pacificazione, ed a tal uopo il Governo del Reich aveva preparato nella questione delle riparazioni delle proposte, le quali rappresentavano gli estremi limiti della capacità di pagamento della Germania. A causa, però, dell'attitudine della Francia, egli ha dovuto adottare il metodo della resistenza passiva. Il Sig. Cancelliere si è espresso con soddisfazione circa il contegno della popolazione dei territori occupati, che il Governo (ha detto) non cessa di esortare alla moderazione. Il Sig. Poincaré ha creduto che il suo viaggio nella Ruhr avesse avuto lo scopo di eccitare gli animi; invece egli si propose di calmarli; il Governo del Reich teme, tuttavia, che se le truppe d'occupazione continueranno nei loro procedimenti, la popolazione finirà per reagire e si potrà avere una pericolosa esplosione. Avendogli io chiesto quanto tempo la Germania potrà perdurare nella sua resistenza, il Sig. Cancelliere ha risposto: Ancora a lungo, e almeno tanto, quanto sarà neces-
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sario perché la Francia si persuada
della improduttività della sua intrapresa. Gli ho domandato altresì se il Reich pensa
ad iniziare negoziati per tentare di risolvere l'arduo problema, ma il Sig. Cuno ha
osservato che la Francia non ammette, come è noto, interventi o mediazioni d'altre Potenze,
ed attende che la Germania faccia il primo passo, il quale dovrebbe rappresentare una
completa sottomissione; le trattative quindi non avrebbero alcuna probabilità di successo,
ma produrrebbero il solo effetto di fiaccare la volontà di resistenza della
popolazione.All'una e mezzo pom. ha avuto luogo un pranzo ufficiale, offerto dal Ministro Presidente Dr. von Knilling, a cui hanno preso parte, oltre i personaggi suindicati, vari Ministri ed alte personalità bavaresi, ed al quale ero io pure invitato. In questa circostanza ho avuto occasione di parlare col menzionato Ministro della Reichswehr o difesa nazionale, Sig. Gessler, il quale si è dichiarato assai meno ottimista del Sig. Cancelliere a causa della situazione interna, che egli giudica molto seria e pericolosa. I prossimi mesi potranno, a suo avviso, portare gravi avvenimenti e bisogna esser pronti a tutto. Specialmente nella Germania centrale (Sassonia e Turingia), come anche in Berlino, l'agitazione comunista, fomentata (ha affermato il Sig. Ministro) da russi e da francesi, è oltremodo preoccupante e potrà essere favorita
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dalla disoccupazione e dalla miseria derivanti dall'attuale
situazione politica ed economica. Il Governo dispone di forze troppo esigue per il
mantenimento dell'ordine; la Reichswehr non si compone che di 100.000 uomini, una
parte dei quali, trovandosi nella Prussia orientale tagliati dal resto della Germania, non
possono essere prontamente a disposizione; egualmente la polizia (cosidetta [sic]
Schupo
) è insufficiente e non intieramente sicura. Le organizzazioni di
autodifesa (
Selbstschutzorganisationen
) non possono essere per motivi di ordine
politico ammesse e riconosciute dal Governo. Avendo io rilevato che, a quanto si sente dire
dovunque, molte armi e munizioni giungono attualmente in Germania dall'estero, il Sig.
Gessler non ha ciò negato, ma ha detto che esse sono destinate non allo Stato, sibbene [sic]
a privati.Un simile senso di preoccupazione e di scarsa fiducia nell'avvenire mi è sembrato di notare anche in vari altri personaggi, coi quali ho potuto pure conversare.
Nel riferire quanto sopra all'Eminenza Vostra, m'inchino umilmente al bacio della s. Porpora e con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra attinenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico