Document no. 20331
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
[Berlin], 12 January 1929

Summary
Pacelli teilt mit, dass er den Seelsorger für die russischen Emigranten in Berlin Kuzmin-Karavaev damit beauftragte, streng vertraulich Informationen einzuholen bezüglich der Bitte des Großmeisters des Souveränen Malteserordens Galeas Graf von Thun und Hohenstein betreffend der Reliquie des Kreuzes Jesu, des Gemäldes der Jungfrau Maria und der Reliquie des Heiligen Johannes des Täufers, die früher dem Orden gehörten und sich nun im Besitz des Bischofs der russisch-orthodoxen Auslandskirche in Deutschland Tichon befinden. Der Nuntius referiert aus der Antwort Kuzmin-Karavaevs, die er inklusive Anlagen weiterleitet. Weder in der orthodoxen Gemeinde des Bischofs Tichon noch in der des Erzpriesters Prozorov gibt es einen Priester namens Jankowski. Allerdings wohnt in der angegebenen Berliner Adresse ein gewisser Peter Jankowski, der kein Priester, sondern Generalbevollmächtigter der russisch-tschechoslowakischen Synode für Kriegsvermisste und -gräber ist. Im August 1927 stellte bat er den Berliner Caritasverband um Unterstützung für seine Tätigkeit, die ihm allerdings nicht gewährt wurde, da der Berliner Caritasdirektor Wienken erfuhr, dass Jankowski nicht vertrauenswürdig ist. Die Reliquien, die früher im Besitz des Souveränen Malteserordens waren, wurden kürzlich der russisch-orthodoxen Auferstehungsgemeinde in Berlin als Geschenk der verstorbenen russischen Zarin Maria Feodorowna übergeben. Kuzmin-Karavaev bezeichnet die Echtheit der Reliquien wie bei allen Reliquien aus dem Mittelalter als nicht zweifelsfrei gegeben. Vor allem der russische Historiker Stratonov äußerte Zweifel an der Echtheit der Handreliquie, die er eher Johannes dem Almosengeber zuschreibt. Die Reliquien werden in der Berliner Auferstehungskirche aufbewahrt und an Festtagen ausgesetzt. Kuzmin-Karavaev sieht verschiedene, wie die Reliquien an den Souveränen Malteserordens zurückgegeben werden können: einen Prozess vor den Gerichten oder freundschaftliche Verhandlungen mit Bischof Tichon. Der Seelsorger rät von einem Prozess ab, da sich die Reliquien seit über einem Jahrhundert im Besitz der Zarenfamilie befinden und ihr Besitz damit durch Verjährung legitimiert ist. Außerdem verweist er auf eine mögliche Intervention der Sowjetregierung unter dem Vorwand, dass die Reliquien nach der Revolution Staatseigentum wurden. Das Ergebnis wäre ein europäischer Skandal und die Verschlechterung der Beziehungen zwischen der orthodoxen und der katholischen Kirche. Kuzmin-Karavaev schätzt allerdings auch, dass Verhandlungen mit Tichon aussichtslos sind, zum einen, weil die Auferstehungsgemeinde großen Wert auf die Reliquien legt, durch die Gläubige angezogen werden, und zum anderen, weil die unfreundliche Haltung des Bischofs gegenüber der katholischen Kirche bekannt ist. Als Alternative schlägt Kuzmin-Karavaev vor, dass der Souveräne Malteserorden versuchen könnte, mittels großer Spenden die Beziehungen zu den orthodoxen Christen zu verbessern. So könnte er beispielsweise ein dringend benötigtes Altenheim finanzieren, das Tichon seit Längerem wünscht. In diesem Altenheim müsste eine katholische Kapelle errichtet werden. Danach könnte der orthodoxen Gemeinde signalisiert werden, dass die Rückgabe der Reliquien in diese Kapelle die beste Art wäre, ihre Dankbarkeit auszudrücken. Allerdings ist sich Kuzmin-Karavaev der Schwierigkeiten bewusst, die mit einer solchen Vorgehensweise verbunden wären.
Subject
Circa domanda del Gran Maestro del Sovrano Ordine Militare di Malta per il ricupero di S. Reliquie, già appartenenti all'Ordine, le quali si trovano attualmente presso il Vescovo Tychon in Berlino
Mi pervenne regolarmente il venerato Dispaccio N. 75501 del 4 Dicembre p. p., col quale l'E. V. R. si degnava di rimettermi una domanda, con relativiAllegati, direttaLe il 3 dello stesso mese da S. A. E.ma il Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta in merito a Reliquie della S. Croce di Nostro Signor Gesù Cristo, ad un quadro di Maria SS.ma e ad una Reliquia di S. Giovanni Battista, già appartenenti all'Ordine medesimo ed ora in possesso del Vescovo Tychon in Berlino.
Pregai senza indugio il Rev. Demetrio Kuzmin-Karawajew, già alunno del Collegio Greco in Roma, ed attualmente, da circa un anno e mezzo, incaricato dalla Pontificia Commissione per la Russia dell'assistenza spirituale dei suoi connazionali in questa capitale, di assumere con tutta prudenza e riservatezza informazioni in proposito.
Egli mi ha pertanto in data del 2 corr. mese inviato al riguardo una breve relazione, accompagnata con alcuni documenti, che compio il dovere di trasmettere qui acclusa a V. E.
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In essa egli espone che, come è risultato in seguito alle ricerche da lui compiute, nessun sacerdote rispondente al nome di Jankowski trovasi né nella parrocchia "ortodossa" del vescovo Tychon, né in quella del preposto Prosoroff. Abita però in Berlino e precisamente all'indirizzo dato nella lettera al sullodato Gran Maestro dell'Ordine di Malta - Berlin-Charlottenburg, Wallstr. 30 -, un certo Sig. P. Jankowski, il quale si dà il titolo di "Delegato del Sinodo russo vescovile per perdite e sepolture di guerra all'estero". Siccome le sue carte da lettera recano impresso uno speciale timbro con una croce ortodossa, ciò ha potuto far supporre che egli sia sacerdote. Nell'Agosto 1927 egli si presentò negli uffici del Caritasverband tedesco (Sezione per l'assistenza degli emigrati), chiedendo di essere aiutato nell'adempimento del suo mandato. Il suo desiderio non poté essere soddisfatto, essendo il Rev. Sac. Wienken, direttore del Caritasverband di Berlino, venuto a sapere che il Sig. Jankowski è poco degno di fiducia.
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Le Reliquie, che furono già proprietà dell'Ordine di Malta, come si rileva eziandio dall'unito brano del periodico intitolato "L'aquila russa", furono poco tempo fa consegnate alla chiesa russa "ortodossa" della Risurrezione di Nostro Signore in Berlin-Wilmersdorf, Fehrbellinerplatz, come dono della defunta imperatrice Maria Feodorowna. Esse consistono in una mano di S. Giovanni Battista, in un quadro di Maria SS.ma, attribuito a S. Luca, ed in una particella della S. Croce.
Circa l'autenticità di queste Reliquie ed in modo particolare del quadro della Madonna, come dipinto dall'Evangelista S. Luca, il Rev. Kuzmin-Karawajew afferma che essa non può essere ammessa se non con una certa riserva, come è non di rado il caso a proposito di Reliquie del medio evo. Il Prof. Stratonoff specialmente ha diffuso nei circoli russi il dubbio sull'autenticità della mano venerata come quella di S. Giovanni Battista; egli presume trattarsi invece della mano di S. Giovanni Elemosiniere (S. Joannes Elemosinarius, Episcopus Alexandr. - Martyr. Rom. 22 Jan.).
Le reliquie sono conservate nelle [sic] suddetta chiesa ed esposte nei giorni festivi alla venerazione dei fedeli. Sembra che si abbia in animo di ac-
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quistare una cassaforte per una più sicura custodia delle medesime; frattanto è stata costituita fra gli uomini della parrocchia una guardia d'onore.
Per ottenere la restituzione delle Reliquie all'Ordine di Malta, vi sarebbero, a giudizio del Sac. Kuzmin-Karawajew, due modi possibili: 1º.) un processo dinanzi ai tribunali oppure 2º.) amichevoli trattative col vescovo Tychon.
L'intentare un processo non gli sembra nel caso attuale opportuno. Le Reliquie si trovano in possesso della Famiglia imperiale russa già da più un secolo fa [sic]. Qualunque sia la loro provenienza, il loro possesso da parte della Famiglia imperiale sarebbe diventato legittimo in forza della prescrizione. Occorre inoltre considerare che, qualora l'affare fosse portato davanti ai tribunali, il Governo dei Soviety non mancherebbe di intervenire, sotto il pretesto che dopo la rivoluzione le Reliquie sono pure diventate proprietà dello Stato. Ne deriverebbe una specie di scandalo europeo, il quale non farebbe che peggiorare i rapporti tra gli "ortodossi" e la Chiesa cattolica.
Sembra anche che avrebbe poca probabilità di
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successo il tentar d'intavolare trattative col vescovo Tychon, 1º) perché la suddetta chiesa della Risurrezione di Nostro Signore, come ogni altra nuovamente fondata, annette grandissimo valore a S. Reliquie, le quali attirano ad essa i fedeli, e 2º) perché è ben noto il poco amichevole atteggiamento del vescovo Tychon di fronte alla Chiesa cattolica.
Nel caso però in cui l'Ordine di Malta fosse eventualmente disposto a fare cospicue donazioni e volesse dirigere questa intera azione allo scopo di avvicinare gli ortodossi alla Chiesa cattolica, si potrebbe forse, sempre a parere del Rev. Kuzmin-Karawajew, prendere la seguente via: L'Ordine dovrebbe fondare a Berlino un Istituto di beneficenza a favore dei russi, ad es. una Casa per i vecchi, opera di urgente necessità e che il vescovo Tychon si propone di creare, senza tuttavia grande speranza di raggiungere il desiderato intento. Bisognerebbe in detto ospizio per i vecchi erigere una cappella cattolica. Dopo di che si potrebbe far comprendere alla comunità russa che "la restituzione delle Reliquie a questa cappella sarebbe la migliore espressione di ringraziamento e l'auspicio di un ulteriore riavvicinamento delle Chiese".
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Del surriferito progetto, il quale è semplicemente un suo pensiero personale, il più volte menzionato sacerdote incaricato dell'assistenza spirituale dei russi dice di non aver finora parlato con nessuno, e di non volerlo fare se non qualora avesse per ciò la debita autorizzazione. Egli osserva però che, sebbene tale progetto sembri seducente, nondimeno la sua attuazione presenterebbe difficoltà e richiederebbe molta buona volontà e spirito di sacrifizio.
Insieme all'unita relazione, il Sac. Kuzmin-Karawajew ha inviato, oltre alla traduzione del succitato brano del periodico "L'Aquila russa" (edito a cura del Consiglio Superiore monarchico russo in Parigi), un breve esposto parimenti qui allegato, sui rapporti fra l'Ordine di Malta e la Corte imperiale russa, specialmente ai tempi dell'Imperatore Paolo I, esposto che egli ha compilato servendosi dell'opera del P. Pierling S. J."La Russie et la Saint-Siège".
In attesa pertanto di quelle ulteriori istruzioni, che all'E. V. piacesse eventualmente d'impartirmi nella presente questione, che tanto giustamente interessa l'Ordine Sovrano, m'inchino
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 12 January 1929, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 20331, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/20331. Last access: 30-12-2024.
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