Dokument-Nr. 6208
Bisleti, Gaetano
an Pacelli, Eugenio
Rom, 18. März 1921
Regest
Bisleti teilt Pacelli die Ergebnisse der Plenarversammlung der Studienkongregation vom 22. Februar 1921 über die Lage der Priesterseminare in Deutschland mit. Die Kardinäle haben einstimmig Pacellis Entwurf einer Instruktion und eines neuen Fragebogens an die Bischöfe sowie allgemein seine Sorgfalt und seinen Eifer gelobt. Sie hoffen, die Reform der Priesterausbildung in nicht allzu ferner Zukunft abschließen zu können. Als schwersten Missstand erkannten die Kardinäle die absolute Abhängigkeit der Klerikerausbildung in Deutschland vom Staat, den bereits Papst Leo XIII. in seinen Enzykliken "Iampridem" und "Officio Sanctissimo" angeprangert hatte. Der gleiche Papst hatte bereits die alleinige Zuständigkeit der Bischöfe für die Priesterausbildung gefordert, wie sie nun im Kanon 1352 CIC/1917 festgeschrieben ist. Der Nuntius soll einerseits den Episkopat dazu ermuntern, sich nach dem Vorbild des ehemaligen Mainzer Bischofs Emmanuel von Ketteler für die Umsetzung dieser Norm einzusetzen, und andererseits selbst bei der bayerischen Regierung entsprechende Garantien erwirken.Nach der Auffassung der Studienkongregation gehen von der staatlichen Einflussnahme auf die Priesterausbildung so viele Schwierigkeiten aus, dass sie die Wertschätzung nicht teile, die ihr der Breslauer Fürstbischof Adolf Kardinal Bertram entgegenbringe. Sie hält hingegen eine Reform für notwendig, um die Mängel abzustellen, und stimmt den entsprechenden Vorschlägen Pacellis uneingeschränkt zu. Die Kardinäle heben dabei einige Punkte besonders hervor, wobei sie es für wichtig erachten, dass die Bischöfe die Bestimmungen des CIC getreulich umsetzen. So soll mit Blick auf die moralische Ausbildung der Kleriker das Amt des Spirituals gemäß Kanon 1360, § 1 CIC/1917 nur an vorbildliche Priester vergeben werden. Zustände, wie sie in einigen Diözesen herrschen, wo die Priesteramtskandidaten erst im letzten Studienjahr im Seminar leben, könnten nicht toleriert werden. Der Nuntius soll bei passender Gelegenheit darauf drängen, dass dort, wo sie bisher fehlen, eigene Priesterseminare mit dem vollen philosophischen und theologischen Kursus eingerichtet werden. Darüber hinaus wird er angewiesen, bei den Ordinarien auf eine solide Priesterausbildung zu bestehen.
Die Kardinäle sind der Auffassung, dass mit Blick auf die intellektuelle Ausbildung der zukünftigen Priester das genaue Verständnis und die die exakte Anwendung der entsprechenden Bestimmungen des CIC erforderlich seien. Gemäß Kanon 1364 CIC/1917 müsse in der Unterstufe an erster Stelle die Unterweisung in der Religion geschehen, danach kommen Latein und die eigene Muttersprache und letztlich die Allgemeinbildung. Besonderen Wert solle auf Latein als die Sprache der Kirche in Liturgie und Verkündung gelegt werden, die für den Kleriker absolut notwendig sei. Nach Einschätzung der Kardinäle halte die mangelhafte Kenntnis der lateinischen Sprache die jungen Kleriker vom Studium der wichtigen katholischen Werke fern und lasse sie ihre Kenntnisse aus Büchern und Zeitschriften schöpfen, in denen die Fragen oft oberflächlich betrachtet und die dogmatischen Formeln unpräzise übersetzt seien. Die Kardinäle wünschen die Gründung von internen Schulen innerhalb der kleinen Priesterseminare, um die mangelnden Lateinkenntnisse aus den staatlichen Schulen zu verbessern. Das Studium der scholastischen Philosophie dürfe nicht weniger als zwei Jahre dauern, um die Kenntnis dieser schweren, jedoch für die Widerlegung der Irrtümer des Nationalismus, Materialismus und Sozialismus unabdingbaren Disziplin zu erlangen. In diesem Sinn erscheint den Kardinälen die Errichtung eines Instituts für scholastische Philosophie in Köln, die von der Fuldaer Bischofskonferenz 1920 beschlossen wurde, sehr begrüßenswert und der Papst habe dem Kölner Erzbischof Karl Joseph Schulte einen entsprechenden Brief zukommen lassen.
In Bezug auf das Theologiestudium verweisen die Kardinäle auf die gleichen Kriterien. Vier Jahre Studium seien nicht viel angesichts der großen Vielfalt an Themen und der Feinheit der Fehler, die gerade in nicht-katholischen Gebieten bekämpft werden müssten. Neben dem Faktor Zeit sei die Methode von großer Bedeutung, nämlich nicht nur die positive, sondern auch die scholastische, wobei die eine nicht ohne die andere auskommen könne, wie bereits in der Enzyklika "Pascendi Dominici gregis" von 1910 dargelegt wurde. Die Kardinäle sind der Ansicht, dass die Studienordnungen in Deutschland dahingehend geändert werden sollen, dass Fächer wie Pädagogik, Apologetik, Archäologie, geistliche Beredsamkeit etc., die keine Kenntnis der dogmatischen Wahrheiten fordern, während des zweijährigen Philosophiestudiums unterrichtet und bei den naturwissenschaftlichen Fächern entsprechende Abstriche gemacht werden sollen. Aus diesem Grund wurde die Anfrage des Fuldaer Bischofs Schmitt nach Verkürzung des Theologiestudiums abgelehnt, um keinen gefährlichen Präzedenzfall zu schaffen. Der Papst stimmte diesen Entscheidungen der Kardinäle vollkommen zu. Weitere Beobachtungen und Prinzipien in Bezug auf die Priesterausbildung wird Pacelli der bald folgenden Instruktion entnehmen können.
[Kein Betreff]
all'esame degli Emi Padri, Membri di questa S. Congregazione





Ho la soddisfazione di comunicare alla S. V. che gli Emi Padri furono unanimi nell'apprezzare e lodare la sollecitudine e lo zelo, col quale la S. V., investendosi convenientemente della importanza suprema, che la Chiesa ha sempre attribuito alla formazione dei candidati al Sacerdozio, ha procurato di rendersi conto dello Stato dei Seminari della Germania. E sebbene la S. V. non abbia potuto, dalla relazione dei Revmi Ordinarii, farsi un'idea
196v
esatta e completa del medesimo stato – idea che potrà
aversi dopo le risposte al nuovo questionario, tuttavia gli elementi forniti sono
sufficienti per cominciar subito quell'opera di restaurazione, che si spera portare a
termine in un futuro non lontano.Il principale e più grave inconveniente, che gli Emi Padri hanno rilevato dal Rapporto della S. V., è l'asservimento e la quasi assoluta dipendenza della formazione dei Chierici dal potere laico. Il S. P. Leone XIII





197r
per sottrarre
alle ingerenze del potere laico la formazione dei loro Seminaristi, come fece il benemerito
Vescovo di Magonza, Mons. De Ketteler

Da tale indebita intromissione dello Stato sono scaturiti tanti mali, che la Chiesa ha deplorato e deplora. Dagli apprezzamenti, che l'Emo Card. Bertram fa circa l'attuale sistema della formazione degli aspiranti al Sacerdozio in Germania, sembra potersi concludere che tale sistema dovrebbe essere preferito e imposto ai Seminarii delle altre nazioni, mentre in realtà esso è contrario alla lettera e allo spirito delle prescrizioni della S. Sede, la quale lo tollera per forza maggiore. Difatti si può sempre domandare se i vantaggi eccedano gli inconvenienti e se il prestigio
197v
che ne viene
al Clero dall'accesso alle Università Civili, possa compensare le deficienze della
formazione intellettuale e morale dei Chierici e rendere più santo e più efficace il
ministero Sacerdotale. La istituzione e conservazione di facoltà teologiche
in Università
Pertanto una riforma s'impone. La S. V. nel Rapporto, come anche nello Schema della Istruzione e del Questionario dopo di aver rilevato deficienze e difetti, addita pure rimedi opportuni ed efficaci. Gli Emi Padri hanno pienamente approvato le proposte della S. V. e hanno emesso parere su alcuni punti, su i quali si richiamava la loro attenzione. È necessario che i Revmi Ordinari, nel regime dei loro Seminari, si attengano fedelmente alle disposizioni che i Sommi Pontefici hanno emanato al riguardo e che si trovano raccolte nel Codice di Diritto Canonico.
198r
Per ciò che riguarda la formazione morale dei
Chierici, non si può mai abbastanza raccomandare ai Revmi Prelati che all'Officio di
Rettore, di Direttore Spirituale, di Confessori e di Maestri, scelgano sacerdoti
commendabili non solo per dottrina, ma anche per virtù e prudenza, i quali, con la parola e
coll'esempio, possano essere di giovamento agli alunni (Can. 1360, §.
1
198v
per la fondazione di un Seminario proprio,
coll'intero corso filosofico e teologico. Con i Revmi Ordinarii, gli alunni dei quali
debbono frequentare i Ginnasi, i Licei
Quanto alla formazione intellettuale dei Chierici, gli Emi Padri sono di avviso che la esatta comprensione ed esecuzione di quanto si ordina nel Codice possa valere e valga – non solo a proporzionare agli aspiranti al sacerdozio la istruzione indispensabile a un decorso e salutare esercizio del santo ministero, – ma anche a conciliare loro prestigio e autorità presso ogni ceto di persone. Nelle scuole inferiori, il primo posto si deve dare alla istruzione religiosa, poi allo studio della lingua latina
199r
e della lingua patria, non che di
quelle discipline che costituiscono la coltura Generale e sono in onore in quei paesi, dove
i giovani dovranno svolgere la loro opera sacerdotale (Can. 1364

199v
verità. Perciò i Revmi Ordinari procurino supplire, con
lezioni ed esercizi particolari, alle deficienze delle scuole governative nell'insegnamento
del latino. Le disposizioni della S. Sede al riguardo potranno essere fedelmente poste
in pratica, se, malgrado le molteplici difficoltà, si giungerà alla istituzione di Scuole
interne proprie nei piccoli Seminarii. Lo studio della Filosofia scolastica




200r
lodato altamente il progetto e il Sommo Pontefice deve aver
già rimesso ad sud° Emo Cardinale una lettera

200v
verità
dommatiche, come la Pedagogia, l'Apologetica, l'Archeologia, la Eloquenza sacra, ecc.,
possono essere insegnate nel biennio filosofico, alleggerito dallo studio delle Scienze
naturali. Per questi motivi, gli Emi Padri non han creduto poter accogliere la domanda
dell'egregio Mons. Vescovo di Fulda
Tale è il parere che gli Emi Padri hanno espresso in proposito e che il Sommo Pontefice ha pienamente approvato. Qualche altra osservazione, o qualche altro principio da tenersi in vista in questo argomento della educazione dei Chierici, la S. V. lo potrà rilevare dalla Istruzione, che da qui a poco sarà rimessa ai Revmi Ordinari.
Pregando il Signore che voglia
201r
concedere alla S. V. l'abbondanza della
sua Grazia, a fine di portare a buon termine anche questa importantissima riforma, con tutta
la stima mi confermoDella S. V. Revma
devmo per servirla
Gaetano Card. Bisleti
Prefetto
1↑Hds. vom Sender
eingefügt.