Document no. 255
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro
Rorschach, 26 November 1918
Summary
Pacelli berichtet aus Rorschach am Bodensee, wo er sich auf Anraten des Münchener Erzbischofs Faulhaber im Institut Stella Maris der Menziger Schwestern vom Heiligen Kreuz zur Erholung befindet. Der Nuntius übersendet den Text einer Veröffentlichung amtlicher Dokumente aus den Akten der Bayerischen Gesandtschaft in Berlin vom Juli 1914 über den Ausbruch des Ersten Weltkrieges, die auf Initiative Kurt Eisners erschien. Aus diesen Dokumenten gehe hervor, dass Berlin der Meinung war, Serbien würde das Ultimatum Österreichs nicht annehmen, und daher sei der Krieg die Folge; dass Berlin mit dem Vorgehen Österreichs einverstanden war; dass ein Krieg für Frankreich und England ungünstig war auch in Anbetracht der Bemühungen Greys zur Erhaltung des Friedens; dass der Preußische Generalstab damit rechnete, Frankreich in vier Wochen niederwerfen zu können und dass Deutschland daher die Neutralität Belgiens nicht respektieren konnte. Neben seiner Empörung gegenüber von Hertling zeigt Pacelli auch seine Verwunderung gegenüber der Entente, die die harten Bedingungen des Waffenstillstands von Marschall Foch durchsetzte, anstatt der hungernden Bevölkerung zu helfen, und die das Risiko bolschewistischer Exzesse nicht in Betracht zog. Pacelli sehnt sich nach einer ordentlichen Regierung, sei diese auch republikanisch, die anstelle der anmaßenden Arbeiter- und Soldatenräte wieder Ordnung bringen könne. Die Trennung zwischen Kirche und Staat in Preußen stelle auch ein politisches Ziel der neuen Regierung in München dar. Pacelli hofft, dass seine Ablehnung des Treffens mit Kurt Eisner auf das Einverständnis Gasparris trifft; andernfalls würde Monsignore Schioppa für eine Wiedergutmachung sorgen. Pacelli bekundet aber trotzdem seine Abneigung, als Nuntius mit solchen Individuen offizielle Beziehungen pflegen zu müssen.[no subject]
Come ho avuto già l'onore di significare all'Eminenza Vostra Reverendissima col mio cifrato del 21 corrente, dopoché ebbi ricevuto l'autorizzazione
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l'ordine, soprattutto allorché ritorneranno i
soldati dal fronte. In seguito a ciò, Mons. Arcivescovo, avuto anche riguardo alla mia
salute scossa per il lavoro, le preoccupazioni e la difficoltà della nutrizione, mi
consigliò di recarmi, sotto forma di temporaneo congedo, a Rorschach <in
Svizzera>2, cittadella
di confine sul largo di Costanza, e di ivi attendere il corso degli avvenimenti, e m'indicò
pure l'Istituto delle Religiose della S. Croce "Stella Maris",
ove avrei potuto essere ospitato. Il suo consiglio è stato da me intieramente seguito. Mons.
Schioppa con lodevole spirito di sacrificio è rimasto a Monaco
per la trattazione degli affari della Nunziatura.Spero che Vostra Eminenza avrà ricevuto il mio rispettoso Rapporto, nel quale riassumevo le cause della catastrofica fine della guerra per la Germania. Ora (sebbene assai probabilmente lo avrà già fatto Mons. Schioppa) credo opportuno d'inviarLe qui accluso il testo della pubblicazione sulle origini prossime della guerra, fatta recentemente
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dall'attuale Ministro degli
Esteri bavarese, Kurt Eisner, di cui senza dubbio si sarà occupata
anche la stampa italiana. Sono rapporti della Legazione di Baviera in Berlino del Luglio
1914 (il primo di essi, secondo che è stato poi dichiarato, venne redatto non dal Ministro
Conte Lerchenfeld, ma dal Consigliere della Legazione stessa,
von Schön), assai gravi per la responsabilità degli uomini che
governavano allora la Germania, giacché da essi risulta: 1°) che l'ultimatum <dell'Austria>3 alla Serbia si considerava a Berlino come inconciliabile colla
dignità della Serbia medesima quale Stato indipendente, e quindi tale che questa non avrebbe
potuto accettarlo, e si prevedeva pure che la guerra ne sarebbe stata la conseguenza; 2°)
che il Governo di Berlino si manifestò d'accordo con simili
procedimenti; 3°) che, a giudizio del Governo medesimo, il momento per la guerra era
sfavorevole per la Francia e per l'Inghilterra, e che Sir E. Grey si
sforzava lealmente allo scopo di mantenere la pace; 4°) che lo Stato maggiore prussiano
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tava di schiacciare la Francia in quattro settimane; 5°) che lo Stato Maggiore
medesimo decise senz'altro di non rispettare la neutralità del Belgio (anche a costo di
[D'altra parte, mi ha recato meraviglia di leggere su qualche giornale italiano, che ho potuto qui avere, come la stampa dell'Intesa, la quale era prima tutta intenta a descrivere, anche esagerandola, la fame in Germania, ora invece additi come una falsa manovra i disperati appelli di questa per aver viveri ed i timori di eccessi bolscevistici. Ciò può ben far comodo per giu-
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stificare le ferree ed inesorabili condizioni di armistizio
del generale Foch, ma non corrisponde alla verità. Pur troppo la
situazione è tristissima in Germania; nessun ordine in quel popolo già così rigidamente
organizzato, nessuna disciplina, nessun rispetto; tutto il potere è in mano agl'incomposti
ed insolenti Consigli degli operai e dei soldati. Speriamo che le
prossime elezioni per l'assemblea nazionale
riescano a migliorare la situazione e conducano ad una forma, sia pure repubblicana, ma
conveniente ed ordinata di governo; altrimenti niuno può dire sino a qual punto le cose
possano giungere!Quanto alla separazione dello Stato dalla Chiesa in Prussia, il Cardinale von Hartmann diresse testé al Governo una protesta, di cui mi onoro parimenti di
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accludere il testo, apparso sulla Germania.
Il Governo da parte sua ha fatto ora smentire che abbia intenzione di attuare una tale
riforma con un semplice decreto, ha tuttavia riconosciuto che la separazione rientra nelle
linee generali della sua politica e che sono già iniziati al riguardo i lavori preparatori,
ai quali saranno chiamati anche "rappresentanti delle chiese", affinché si abbiano i dovuti
riguardi agl'interessi ed ai sentimenti della parte religiosa del popolo tedesco.Mi auguro che Vostra Eminenza abbia ricevuto anche il mio ossequioso rapporto, nel quale esponevo le ragioni, per cui mi era sembrato di dover declinare cortesemente la proposta di un incontro col Sig. Kurt Eisner. Nell'impossibilità di chiedere istruzioni alla S. Sede, data la ristrettezza del tempo, e di
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migliore. Se avessi errato, non sarà certo difficile rimediarvi e
riprendere la cosa; ciò riuscirebbe anzi assai più agevole a Mons. Schioppa, che è semplice
Uditore ed Incaricato d'Affari. Per un Nunzio confesso che è ripugnante il mettersi in
rapporti più o meno ufficiali con simili individui.Dopo di ciò, altro non mi resta per ora che esprimere all'Eminenza Vostra la mia più profonda gratitudine per tutte le autorizzazioni, le facoltà ed i favori accordatimi, mentre, chinato al bacio della Sacra Porpora, ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑"ad" hds.
gestrichen und "di" hds. eingefügt von Pacelli.
2↑"in Svizzera" hds. eingefügt von Pacelli.
3↑"dell'Austria" hds. eingefügt von
Pacelli.
4↑"[non]" hds. gestrichen von Pacelli.
5↑"ag" hds. gestrichen von Pacelli.
6↑"poter" hds. gestrichen von Pacelli.
7↑"riflessione" hds. gestrichen von Pacelli.
Recommended quotation
Pacelli, Eugenio to Gasparri, Pietro from 26 November 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', document no. 255, URL: www.pacelli-edition.de/en/Document/255. Last access: 30-12-2024.Linked keyword(s)
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