Document no. 3045
Schioppa, Lorenzo to Gasparri, Pietro
Munich, 26 November 1918
Summary
Die Agitationen der deutschen Katholiken und besonders der Protest des Kölner Erzbischofs gegen die geplante Trennung von Kirche und Staat zeigten Wirkung, insofern die provisorische revolutionäre Regierung in Preußen, zumindest als taktisches Manöver bis zu den künftigen Wahlen zur Nationalversammlung, sich nicht den Zorn der Katholiken zuziehen wollte. So wie Eisner in Bayern aus Sorge vor der Feindschaft der Katholiken in seinem Wahlprogramm seine Kirchenpolitik mit der Phrase "volle Freiheit für die Kirche" zusammenfasst, so versuchte nun auch das preußische Ministerium, besonders um die Katholiken im Rheinland und in Westfalen zu beruhigen, zu verbreiten, die geplante Trennung erfolge in vollem Einklang mit den kirchlichen Autoritäten. Schioppa konnte sich aber anhand verschiedener Unterhaltungen der letzten Tage überzeugen, dass sich weder die preußischen noch die bayerischen Katholiken täuschen lassen und wissen, dass ihnen die Revolution in Deutschland eine Trennung von Staat und Kirche nach dem Modell Frankreichs bringen werde. Die "Deutsche Allgemeine Zeitung" berichtete am 25. November 1918 von einem Telegramm Konrad Haenischs an die "Rheinische Zeitung", in dem dieser auf zahlreiche besorgte Anfragen antwortet und dementiert, die Regierung beabsichtige eine Trennung von Staat und Kirche handstreichartig mittels eines Ministerialerlasses. Zwar beabsichtige die Regierung die Trennung, plane diese aber sorgfältig, zumal zahlreiche Fragen und Interessen damit verbunden seien. Auch kirchliche Vertreter werde man zu den Beratungen hinzuziehen, sodass auch die legitimen Interessen der kirchlichen Kreise Berücksichtigung finden werden. Eine offizielle Ministerialerklärung werde in diesem Sinn in den nächsten Tagen erfolgen. Schioppa wird auch weiterhin über die angekündigten Verhandlungen mit Kirchenvertretern berichten.Subject
Intorno al progetto governativo della separazione dello Stato dalla Chiesa in Prussia
L'agitazione dei cattolici tedeschi contro il progetto di legge del Governo di Berlino relativo alla separazione dello Stato dalla Chiesa, agitazione di cui ebbi l'onore di riferire a Vostra Eminenza Reverendissima col mio rispettoso rapporto N. 10965 del 23 corrente e principalmente la nobile ed energica protesta dell'Eminentissimo Signor Cardinale Arcivescovo di Colonia – il cui testo inviai all'Eminenza Vostra col mio rapporto N. 10978 del 24 corrente, – hanno prodotto già un effetto. Piccola cosa in verità, ma non del tutto da trascurarsi, almeno come sintomo della preoccupazione che ha il Governo rivoluzionario prussiano di non tirarsi addosso le ire dei cattolici.
Può essere questa anche una manovra elettorale
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in vista della ventura Assemblea Nazionale, la necessità di convocare la quale al più presto possibile è uscita abbastanza rinforzata nella conferenza tenutasi ieri a Berlino fra i rappresentanti di tutti gli Stati Federati della Germania, avendo espresso il loro parere favorevole tutti i rappresentanti della Germania meridionale. Come Kurt Eisner, Ministro Presidente del Governo rivoluzionario di Baviera, evidentemente impensierito delle ostilità dei cattolici bavaresi, si contentò nel suo programma di governo di sintetizzare tutta la sua politica ecclesiastica nella frase seducente: piena libertà per la Chiesa; così ora il Ministero prussiano cerca di calmare le giuste apprensioni dei cattolici, specialmente del Reno e della Westfalia, col far credere loro che la separazione dello Stato dalla Chiesa si farà di pieno accordo con le Autorità ecclesiastiche.
Ma da molte e svariate conversazioni avute in proposito in questi giorni mi sono potuto persuadere che né i cattolici bavaresi né quelli prussiani si lasceranno ingannare. Essi sanno bene quello che prepara loro la rivoluzione al Governo: la separazione cioè dello Stato dalla Chiesa alla maniera di quella deploratissima attuata in Francia, e contro questa eventualità essi combatteranno con tutte le loro forze, come già è lecito prevedere.
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Il risultato del movimento dei cattolici a cui accennavo è stato questo. La "Deutsche Allgemeine Zeitung"1 nel Numero di ieri, che qui mi pregio compiegare, pubblicava: "In risposta alle innumerevoli interrogazioni per telegrafo e per posta, il Commissario del popolo nel Ministero per le scienze, le arti e l'educazione popolare, Corrado Haenisch, ha inviato alla "Rheinische Zeitung" in Colonia il seguente telegramma: Smentite energicamente le notizie assurde che il Ministero dei culti abbia intenzione di eseguire la separazione dello Stato dalla Chiesa con un colpo di mano, che sorprenda il popolo, per mezzo di un semplice Decreto affrettato. Certamente la sollecita esecuzione della separazione sta nella tendenza generale della nostra politica e sono anche già iniziati i relativi preliminari; ma s'intende da sé – e su ciò regna nel Ministero dei culti completo accordo – che su questi preliminari, coi quali sono connesse innumerevoli questioni finanziarie, giuridiche e di politica generale ed in cui entrano anche questioni di politica estera, saranno intesi anche i rappresentanti della Chiesa. Sono state già iniziate conversazioni con uomini di fiducia del chiericato e con noti maestri di diritto ecclesiastico. È stata data ogni garanzia che niente si farà senza leale considerazione dei giusti interessi e sentimenti anche dei circoli chiesastici del popolo prussiano. Niente si farà in fret-38v
ta. A parte il resto, ciò vieterebbe la considerazione della situazione politica generale. Il Ministero prussiano per le scienze, l'arte e l'istruzione popolare non fa politica di competenza (Ressortpolitik) ma politica di Stato. Non v'è ragione alcuna di inquietudine per la popolazione cattolica. Una dichiarazione ufficiale in proposito da parte del nostro Ministero sarà pubblicata nei prossimi giorni." Non mancherò di informare l'Eminenza Vostra – appena potrò raccogliere altre notizie, specialmente sulle conversazioni che sarebbero già intervenute fra il menzionato Ministero e le Autorità ecclesiastiche circa la gravissima questione, – ed intanto chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
di Vostra Eminenza Reverendissima
Obblmo devmo umilmo servo
Lorenzo Schioppa
Uditore.
1↑"Deutsche Allgemeine Zeitung" hds. unterstrichen, vermutlich vom Empfänger.