Dokument-Nr. 4069
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
Berlin, 16. Februar 1928
Regest
Pacelli teilt mit, dass das Reichsschulgesetz scheiterte. Die liberale Deutsche Volkspartei (DVP) hielt ihre diesbezüglichen Versprechen, die sie bei der Bildung des Rechtskabinetts bestehend aus DVP, Zentrumspartei, Bayerischer Volkspartei und Deutschnationaler Volkspartei gab, nicht. Vielmehr setzte sie sich gemeinsam mit der Opposition gegen die Bekenntnisschule und das Elternrecht und für die Simultanschule und die Staatsallmacht ein. Das Zentrum blieb bei seiner Position und gab das Projekt lieber auf, als an einem Gesetz mitzuarbeiten, dass die derzeitige Situation in den wichtigsten Staaten wie Preußen verschlimmert hätte. Das führte zum Scheitern der Rechtskoalition und zu Neuwahlen, bei denen voraussichtlich die Sozialdemokraten Stimmengewinne einfahren werden. Pacelli erinnert daran, dass er im Oktober des letzten Jahres eine Note übersandte, die er im Einvernehmen mit und auf Wunsch der bayerischen Regierung an Reichsaußenminister Stresemann sandte und die Gasparri guthieß. Darin erinnerte der Nuntius daran, dass der damalige Reichsaußenministers Simons im Jahr 1920 versicherte, dass das Konkordat mit Bayern durch spätere Reichsgesetze nicht angetastet werden würde. In Anbetracht dessen zeigt sich Pacelli verwundert über eine Aussage des bayerischen Kultusministers Goldenberger im Rahmen der Verhandlungen um den Etat seines Ministeriums im Landtag, über die der Münchener Nuntius Vassallo di Torregrossa sicherlich informierte. Goldenberger soll nach dem Bericht des Bayerischen Kuriers behauptet haben, dass die endgültige Entscheidung über die Berufung der beiden Professoren für Philosophie und Geschichte an den Universitäten München und Würzburg bei der Regierung liege. Im Haushaltsausschuss sagte Goldenberger mit Blick auf ein mögliches Reichsschulgesetz, dass das Reichsrecht vom Recht der Einzelstaaten abweiche. Deshalb sei, so der Kultusminister, zu überlegen, ob nun das Reichsrecht gelte und die entsprechenden Bestimmungen des Konkordats mit Bayern gar nicht mehr beziehungsweise nur mit Einschränkungen anzuwenden seien oder ob sich die bayerische Regierung mit dem Heiligen Stuhl in Verbindung setzen werde, um die entsprechenden Artikel formell zu ändern. Pacelli qualifiziert diese Aussage als ungewöhnlich für einen bayerischen Politiker, der bisher energisch für die volle Unabhängigkeit des Konkordats mit Bayern und für das föderalistische Prinzip eintrat. Der Nuntius hält es unabhängig vom gescheiterten Reichsschulgesetz für angebracht, dass der Heilige Stuhl seinen Standpunkt über die Unabänderlichkeit des Konkordats beibehält, um keinen gefährlichen Präzedenzfall zu schaffen. Pacelli wurde zugetragen, dass Stresemann, der der Vorsitzende der DVP und in den Augen des Nuntius ein Freimaurer ist, von der oben genannten Versicherung seines Vorgängers Simon unangenehm überrascht war. Bisher gab er keine Antwort auf die obengenannte Note, was Pacelli als stillschweigende Anerkennung interpretiert. Dennoch bemüht sich der Nuntius vorsichtig und auf indirektem Weg um eine solche.Betreff
Il progetto di legge sulla scuola definitivamente naufragato – Rapporti del medesimo
col Concordato bavarese
Come l'Eminenza Vostra Reverendissima avrà senza dubbio appreso dalla pubblica stampa, il progetto di legge sulla scuola, intorno al quale ebbi già l'onore di riferire a Vostra Eminenza nel mio ossequioso Rapporto N. 37815 del 16 Luglio s.a., è definitivamente caduto. Il partito popolare tedesco (Deutsche Volkspartei), erede del vecchio liberalismo ostile alla Chiesa, mancando agli impegni presi allorché, un anno fa, venne costituito nel Reich il Gabinetto di destra, si è, durante la lunga discussione, costantemente adoperato, contro gli altri partiti della coalizione (Centro, partito popolare bavarese e tedesco-nazionali) ed in unione coi gruppi dell'opposizione, allo scopo di far naufragare parti essenziali del progetto, a danno della scuola confessionale e del diritto dei genitori, a favore della scuola simul-
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tanea e della onnipotenza dello Stato. Il
Centro è rimasto fermo nelle sue imprescindibili richieste ed ha preferito di rinunziare
all'intiero progetto piuttosto che di cooperare ad una legge, la quale, almeno nei Paesi
principali (ad es. in Prussia), avrebbe peggiorato l'attuale situazione e pregiudicato
i diritti derivanti dalla Costituzione. In tal guisa è crollata
anche l'anzidetta coalizione di destra. Pur troppo è opinione diffusa che le prossime nuove
elezioni porteranno un accrescimento di voti per i partiti di
sinistra, soprattutto per i socialisti.Col mio rispettoso Rapporto N. 38285 del 13 Ottobre s.a. compii il dovere d'informare Vostra Eminenza intorno ad una Nota da me inviata al Ministro degli Esteri del Reich, Dr. Stresemann, d'accordo ed anzi per desiderio del Governo bavarese ed in particolare del Ministro del Culto, Sig. Goldenberger, e che venne poi approvata dalla stessa Eminenza Vostra col venerato Dispaccio N. 2949/27 del 31 s.m. In essa ricordavo, in vista della progettata legge scolastica, la nota dichiarazione rilasciatami il 13 Novembre 1920 dal Ministro degli Este-
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ri del Reich, Dr. Simons,
nella quale si riconosceva espressamente che il Concordato colla
Baviera non potrebbe essere toccato da posteriori leggi del Reich. Non è stato
quindi senza sorpresa che ho letto le recenti affermazioni del summenzionato
Sig. Ministro Goldenberger nella discussione del Bilancio del Culto al Landtag bavarese, intorno alle quali avrà, del resto, certamente già dato
completo ragguaglio all'Eminenza Vostra l'Eccmo Mons. Nunzio di Monaco. Non soltanto, infatti, quanto all'articolo 4 § 2 del Concordato colla Baviera (intorno alla cui
interpretazione Vostra Eminenza si degnò di chiedere il mio umile parere coll'ossequiato
Dispaccio N. 2850/26 del 5 Dicembre 1926), egli avrebbe
asserito che l'ultimo giudizio intorno alla nomina dei due professori di filosofia e di
storia nelle Università di Monaco e di Würzburg1 appartiene al Governo (Bayerischer Kurier, N. 14 del 14 Gennaio 1928 pag. 4). Ma inoltre nella seduta della
Commissione del Bilancio del 26 dello stesso mese di Gennaio il Sig. Goldenberger,
interrogato sui rapporti del Concordato (e delle Convenzioni colle "Chiese"
protestanti) di fronte ad una futura eventuale legge
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del Reich, ha risposto che in tal caso si
applicherebbe il principio: il diritto del Reich deroga a quello degli Stati particolari. Ed
ha aggiunto: "Rimarrebbe a considerare, quali conseguenze il Governo bavarese ne trarrebbe
di fronte alle altre parti contraenti, e se si restringerebbe semplicemente a constatare che
ora vige la legge del Reich e che quindi questa o quella disposizione (concordataria) non
può più applicarsi in nessun modo o soltanto con corrispondenti limitazioni, ovvero se si
metterebbe in relazione colle dette parti contraenti, per mutare formalmente tutta la
materia in tal senso"; espressioni queste, se non m'inganno, singolari sulle labbra di un
Ministro della Baviera, la quale sinora tanto energicamente ha sostenuto la piena
indipendenza del Concordato bavarese ed in generale il principio
federalistico di fronte alle tendenze unitarie.Ciò nondimeno, e sebbene la questione abbia cessato per ora di essere attuale in seguito al fallimento del progetto di legge sulla scuola, sembrami subordinatamente opportuno che la S. Sede mantenga il punto di vista contenuto nella surriferita Nota, affine di non creare perico-
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losi precedenti per l'avvenire. Mi è stato narrato
che il Dr. Stresemann, capo dell'anzidetto partito popolare tedesco e, malgrado il suo
opportunismo, framassone e di sentimenti liberali, sarebbe rimasto assai spiacevolmente
sorpreso nell'apprendere dalla Nota medesima la dichiarazione, per lui ben molesta, del suo
predecessore, Dr. Simons. Finora, nel suo imbarazzo, non ha dato ad essa risposta (il che parmi già un implicito riconoscimento); spero, tuttavia, ancora
di averla, ed in senso non sfavorevole, ed a tale scopo mi sto cautamente adoperando per vie
indirette.Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico