Dokument-Nr. 107
Pacelli, Eugenio
an Gasparri, Pietro
München, 24. September 1923
Regest
Pacelli berichtet über seinen Antrittsbesuch bei Reichskanzler Stresemann, mit dem er über die innere und äußere Lage des Deutschen Reichs sprach. Stresemann bestritt die in Bayern kursierenden, den Separatismus befördernden Gerüchte über die Möglichkeit einer bolschewistischen respektive rein sozialdemokratischen Reichsregierung. Zudem versicherte er, dass die Sozialdemokraten in seinem Kabinett keinen übermäßigen Einfluss haben. Falls es aufgrund der Inflation zu Plünderungen kommen sollte, stellte der Reichskanzler deren Eindämmung in Aussicht. Ebenso erwägt die Regierung, ob ein Vorgehen gegen die linksextremen Kräfte in Sachsen und Thüringen opportun werden kann, wobei dann konsequenterweise, so Stresemann, auch die rechtsextremen, nationalsozialistischen Kräfte in Bayern ins Visier genommen werden müssten. Diese Ausführungen des Reichskanzlers zur inneren Lage kommentiert Pacelli mit dem Hinweis, dass Stresemann anderen Diplomaten gegenüber die bolschewistische Gefährdung wesentlich akuter darstellte.In Bezug auf die äußere Lage verzeichnete es Stresemann als Erfolg, dass in der öffentlichen Meinung im Ausland der Eindruck von der deutschen Böswilligkeit ausgeräumt werden konnte. Hinsichtlich der Ruhrkrise zeigte er sich zur Aufgabe des passiven Widerstands bereit, knüpfte an diese jedoch diverse Voraussetzungen, um diesen Schritt in der Öffentlichkeit rechtfertigen zu können. Pacelli führt weiter aus, dass sowohl ihm selbst wie auch den diplomatischen Vertretern Großbritanniens, Frankreichs, Belgiens und Italiens die Voraussetzungen für die Aufgabe des passiven Widerstands kommuniziert wurden. Der Nuntius, der eine Zusammenfassung des von der Reichsregierung erstellten Schriftstücks bereits nach Rom telegrafierte, gibt dessen Inhalt nun vollständig wider. Zudem führt er aus, dass der Staatssekretär im Auswärtigen Amt Maltzan bei der Übergabe der Note zum einen erklärte, dass die Reichsregierung keine ausdrückliche Annahme der Forderungen von Frankreich verlangte, sondern sich damit zufrieden geben würde, wenn Frankreich den Reichskanzler nicht desavouieren würde. Zum anderen bat Maltzan um die Unterstützung des Heiligen Stuhls für diese Regelung.
Von französischer und belgischer Seite erfuhr Pacelli indes, dass die beiden Regierungen die Forderungen für inakzeptabel halten, insbesondere die Freilassung aller Inhaftierten und die Rückkehr aller Vertriebenen. Darauf machte der Nuntius Reichskanzler Stresemann aufmerksam und empfahl, die Bedingungen an die von französischer Seite bei Aufgabe des passiven Widerstands in Aussicht gestellten Erleichterungen anzunähern. Da Stresemann dies ablehnte, erwartet Pacelli eine Zurückweisung der deutschen Forderungen von französischer Seite und fragte den Kanzler, was in diesem Fall geschehe. Stresemann erklärte, dass die Reichsregierung die besetzten Gebiete dann ihrem Schicksal überlassen, die untragbar gewordenen Ausgleichszahlungen einstellen und die Verordnungen zum passiven Widerstand in Kraft lassen würden, was in den besetzten Gebieten schwere Unruhen hervorrufen könnte. Pacelli hält die Verhandlungen der nächsten Tage für entscheidend.
Unter dem Hinweis, dass die deutschen Politiker unterschiedliche Positionen mit Blick auf die Ruhrkrise einnehmen, stellt Pacelli schließlich ein mögliches Szenario vor, das ihm Reichsarbeitsminister Brauns zeichnete. Dieser hält eine Abspaltung von Ruhrgebiet und Rheinland vom Reich für möglich, was die Etablierung einer Diktaturregierung aus Zentrum und rechten Parteien mit Unterstützung der Reichswehr nötig machen könnte, um eine absolute Mehrheit der Sozialdemokraten im Reichstag zu verhindern. Diese Regierung würde dann einen Befreiungskrieg für Ruhrgebiet und Rheinland vorbereiten und möglicherweise ein Bündnis mit Russland abschließen, um nicht zwischen zwei Fronten zu geraten. Auf Pacellis Nachfrage bezeichnete der Reichsarbeitsminister die Beziehungen zwischen dem Reich und Russland vor allem in militärischen Kreisen als recht eng. Der Nuntius wies Brauns wie auch den Reichsminister für die besetzten Gebiete Fuchs darauf hin, dass eine Abspaltung von Ruhrgebiet und Rheinland den Katholikenanteil im Reich erheblich reduzieren würde und die katholische Kirche im Reich in eine kritische Situation bringen könnte. Um die Anbindung und Sympathie der katholischen Bevölkerung in den besetzten Gebieten nicht zu verlieren, empfahl Pacelli den Ministern, die Kirche zu begünstigen.
Betreff
Viaggio a Berlino – Situazione politica – Questione della Ruhr
Come non mancai di render noto con lettera privata







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di insurrezione sia di destra che di sinistra. È falso pure
(egli aggiunse) che i socialisti





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Venendo poi a discorrere della situazione estera


La sera di quello stesso giorno venne consegnato dal Ministero degli Esteri all'Ambasciatore d'Inghilterra






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accettare di ricevere l'Appunto anzidetto. Esso fu da me
telegrafato in riassunto all'Eminenza Vostra col rispettoso cifrato
N. 439; ora compio il dovere di riprodurlo integralmente qui appresso
tradotto in italiano:"Il Governo tedesco prende atto delle ripetute dichiarazioni del Signor Presidente del Consiglio dei Ministri francese, che cioè l'avanzata nella Ruhr ha avuto luogo semplicemente per spingere la Germania a pagare, ma che il Governo francese

Il Governo tedesco prende pure atto delle ripetute dichiarazioni del Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri francese, che lo sgombro del territorio della Ruhr avrà luogo in correlazione coi pagamenti della Germania.
In considerazione di ciò il Governo tedesco si permette di sottoporre alcuni suggerimenti diretti a creare nel territorio della Ruhr una nuova situazione, la quale dovrebbe precedere la ripresa di trattative ufficiali.
La cessazione della resistenza passiva potrebbe attuarsi presso a poco nel modo seguente:
1.) Le ordinanze del Governo tedesco concernenti la resistenza passiva saranno abrogate. I pagamenti per la
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prosecuzione della resistenza
medesima da parte del Governo stesso non verranno più effettuati. Analogamente cesseranno di
aver vigore le relative ordinanze delle Potenze occupanti.2.) La Francia ed il Belgio lasciano intravedere che prenderanno da parte loro i seguenti provvedimenti:
a) Le comunicazioni fra tutto il territorio occupato ed il resto della Germania saranno libere.
b) Sarà concessa una generale amnistia a favore di quei tedeschi, i quali sono stati condannati dalle Autorità alleate a causa dell'azione nella Ruhr.
c) Ai funzionari ed alle persone private espulse dai territori occupati a causa dell'azione nella Ruhr sarà permesso dentro breve tempo di ritornare nelle loro dimore e di riprendere le loro funzioni. L'amministrazione, compresa quella delle ferrovie, sarà restituita alle Autorità tedesche.
d) Le truppe di occupazione verranno progressivamente diminuite.
e) Le medesime rinunziano ad ingerirsi nelle aziende ed a sequestrare danaro.
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f) Sarà subito costituita una Commissione tedesco-francese-belga per regolare i dettagli del regime provvisorio da valere sino alla definitiva soluzione del problema della Ruhr e per ristabilire nei paesi del Reno la situazione corrispondente alla Convenzione per la Renania."
Il Segretario di Stato nel Ministero degli Esteri Sig. Barone von Maltzan

Avendo avuto il giorno seguente occasione di intrattenermi coll'Ambasciatore di Francia e col Ministro del Belgio, essi mi fecero chiaramente comprendere che ritenevano le surriferite proposte come certamente inaccetta-
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bili, massime per ciò che si riferiva
al ritorno ed alla liberazione di tutti indistintamente gli espulsi e carcerati, compresi
quindi anche quelli che avevano avuto una parte direttiva nella resistenza contro le
Autorità occupanti od avevano commesso atti di sabotaggio. Richiamai da mia parte su di ciò
l'attenzione del Sig. Cancelliere, suggerendogli delicatamente di modificare le sue
proposte in guisa da avvicinarle il più possibile alla ben conosciuta Nota

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mente più in grado di
effettuarli, ma che non sarebbero ritirate le ordinanze; il Governo lascerebbe i territori
occupati al loro destino, le Potenze occupanti dovrebbero governarli ed egli pensava che si
avrebbero allora colà gravi ed anche sanguinosi torbidi (cfr. cifrato
N. 440). Nei giorni seguenti però tanto il Dr. Stresemann quanto il
Presidente del Reich Sig. Ebert mi dissero invece che il mantenimento o meno delle
ordinanze era ancora incerto e dipendeva dall'esito della conferenza dei rappresentanti
della Renania, che avrebbe luogo il prossimo Lunedì (vale a dire oggi) in Berlino e nella
quale si discuterebbe la sorte di quei territori.Checché sia di ciò, sembra che i giorni prossimi potranno essere d'importanza decisiva. – Le tendenze degli uomini politici della Germania non sono concordi. Alcuni (socialisti, democratici



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se si separeranno inevitabilmente dal Reich. In
Berlino l'attuale Governo di coalizione, comprendente anche i socialisti, darà luogo ad una
dittatura, formata dai partiti di destra ed anche dal Centro, la quale governerà con poteri
straordinari, anche senza il Parlamento. Ciò sarebbe tanto più necessario, in quanto che,
venendo a mancare in seguito al distacco i deputati cattolici della Renania e della
Westfalia, il partito socialista verrebbe ad acquistare nel Reichstag la maggioranza
assoluta. In caso di bisogno, si farebbe una nuova legge elettorale con nuove elezioni. Il
Governo dittatorio (una specie di Governo fascista) si manterrebbe al potere coll'appoggio
della forza militare, vale a dire della Reichswehr, sostenuta dalle organizzazioni armate di
destra, ed in tal guisa sarebbe in grado di reprimere le insurrezioni, le quali potrebbero
scoppiare, massime nel prossimo inverno, che, a causa della miseria e del caro-viveri, si
presenta estremamente difficile. Il Governo stesso preparerebbe la guerra di liberazione dei
territori tedeschi della Renania e della Ruhr. Armi non mancherebbero, né è del resto
difficile di fabbricarle; piuttosto importa procurare i necessari mezzi finanziari.
Eventualmente la Germania si unirebbe colla Russia, almeno per essere sicura alle spalle.
Domandai quali erano le relazioni 75v
del Reich col Governo russo




Nel riferire quanto sopra all'Eminenza Vostra, m'inchino umilmente al bacio della Sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico