Dokument-Nr. 252
Pacelli, Eugenio
an Gasparri, Pietro
München, 03. April 1919
Regest
Mit Bericht vom 28. November 1918 hatte Schioppa Gasparri über ein angebliches Präsentationsrecht der bayerischen Regierung auf Pfarreien und nicht-konsistoriale Benefizien informiert; und mit einer entsprechenden Chiffre vom 27. Dezember 1918 hatte der Kardinalstaatssekretär die Bischöfe angewiesen, der Heilige Stuhl würde die neue Lage erst dann angehen, wenn eine stabile Regierung bereit sei, mit ihm zu verhandeln. Infolge der andauernden Ausnahmesituation in Bayern sind die Bischöfe sich aber in Bezug auf diese rechtliche Frage nicht einig. Der Erzbischof von München und Freising plädierte für ein Indult seitens des Heiligen Stuhls, während der Erzbischof von Bamberg weiterhin die Gültigkeit des Konkordats von 1817 behauptete und sich auf das von Pacelli beigefügte Gutachten des Kirchenrechtlers Joseph Hollweck stützte, der seinerseits die Lehre des sachkundigen Kardinals Felice Cavagnis wiedergibt. Es sei letztendlich auch die Position des Heiligen Stuhls, dass eine Änderung der Regierungsform weder die Gültigkeit noch die Dauer des Konkordats in Frage stellt, außer im Fall der Bischofsernennung. Würde man aber das Konkordat kündigen, würde man das Patronatsrecht verwirken und die Kollation gemäß der allgemeinen Bestimmung von Kanon 1432 § 1 CIC anwenden. Pacelli ist von der Gültigkeit des bayerischen Konkordats überzeugt, aber er leistet eine einschränkende Interpretation des in Frage gestellten rechtswidrigen Privilegs, das er für ein persönliches und nicht für ein dingliches hält; infolgedessen sollte die für die Bischofsernennung gültige Ausnahme auch im Fall des Präsentationsrechts auf Pfarreien und Benefizien valid sein. Nichtsdestoweniger könnte das alte Präsentationsrecht aufgrund eines stillschweigenden Einverständnisses des Heiligen Stuhls weiter anwendbar sein. Schwieriger erscheint die Situation in Bezug auf die faktische Grundlage, weil die Bischöfe einerseits eine Verletzung kanonischer Grundsätze verhindern wollen, andererseits aber auseinandergehende und daher für die Kirche in Deutschland schädliche Initiativen unternehmen. Pacelli hält das Kabinett Hoffmann im Gegensatz zum Kabinett Eisner, das eine reine und nicht demokratische revolutionäre Minderheit vertritt, für rechtmäßig; seine Stabilität sei aber unsicher, insoweit eine dritte Revolution mit dem Ergebnis einer Räterepublik in Bayern droht. Bedenklich sei außerdem die Person Hoffmanns selbst; mit ihm, der voll von Aversionen gegen Religion sei, sind keine zufriedenstellenden Verhandlungen mit dem Heiligen Stuhl denkbar, wie Pacelli anhand seiner gescheiterten Annährungsversuche durch den Zentrumsangeordneten Karl Speck nachweisen kann. Schließlich ließen verschiedene Warnzeichen – die in Diskussion befindliche Reichsverfassung sowie der drohende Bolschewismus – eine mehr oder weniger bevorstehende Trennung von Staat und Kirche vermuten. Pacelli überlässt Gasparri die Entscheidung, entweder mit der aktuellen bayerischen Regierung zu verhandeln oder eine Lösung der politischen Krise abzuwarten und in der Zwischenzeit zu erdulden, dass die Bischöfe der Regierung weiter die üblichen Listen mit geeigneten Kandidaten wie in der Vergangenheit vorlegen.Betreff
Sulla presentazione alle parrocchie ed ai benefici
in
Baviera.

Con Rapporto N. 11066 in data 28 Novembre dello scorso anno Monsignor Uditore






13v
in futurum fiant,
et ad tempus tantum quo fiant".L'Eminenza Vostra von [sic] Cifrato N. 169 del 27 Dicembre si degnò ordinare a Monsignor Schioppa che comunicasse ai Vescovi bavaresi "essere la Santa Sede disposta ad esaminare le esigenze della nuova situazione, qualora un Governo, stabilmente costituitosi, volesse trattare con Essa. Intanto i Vescovi, nei casi particolari, si regolino da loro, in via soltanto di fatto, senza pregiudizio dei principi canonici e senza compromettere la Santa Sede, costituendo possibilmente economi parrocchiali

Monsignor Uditore partecipò senza indugio la surriferita risposta a Monsignor Faulhaber e per suo mezzo agli altri Prelati bavaresi.
Prolungandosi però le difficili ed anormali condizioni politiche della Baviera, la questione ha inevitabilmente suscitato nuove complicazioni cosi in linea di diritto come in via di fatto.
In linea di diritto, i Vescovi, pur essendo unanimi nell'intenzione di non recare alcun pregiudizio ai principi canonici ed ai diritti della Santa Sede, non con-
14r
vengono invece nella questione concreta,
se possa cioè o no ammettersi la presentazione da parte dell'attuale Governo alle parrocchie
ed ai benefici suddetti, e se quindi sia lecito agli Ordinari di proporre al competente
Ministero la relativa terna. Mentre, infatti, Monsignor Arcivescovo di Monaco inclina ad
ammettere la necessità di un indulto della Santa Sede, invece l'Arcivescovo
di Bamberga


14v
od
un parlamento, il quale eserciti i suoi diritti per mezzo di un determinato plenipotenziario
il Governo dello Stato si presenta in ogni territorio come un potere sussistente di fatto ed
immutabile, derivante dalla esistenza stessa dello Stato e nel quale lo Stato medesimo
esiste in concreto; chi, poi, sia pro tempore il soggetto di tale potere e come questo venga
esercitato, è cosa per sé irrilevante. Quindi, prosegue Monsignor Hollweck, i Concordati
rimangono senza dubbio in vigore, finché lo Stato, con cui furono conchiusi, esiste almeno
sostanzialmente col suo territorio, sebbene avvengano mutazioni nello Stato stesso, e cita
le parole dell'Eminentissimo Cardinale Cavagnis




15r
boni, poi sotto gli Orléans, quindi sotto la Repubblica,
in seguito sotto Napoleone III



15v
in quanto tale. Sarebbe certamente conveniente che lo
fossero soltanto dei cattolici, ma per sé l'appartenenza alla religione giudaica per un
organo del Governo bavarese costituisce soltanto un difetto accidentale. A parere, quindi,
di Monsignor Hollweck, la pratica finora in vigore può essere mantenuta. Se invece il
Concordato fosse in seguito direttamente od indirettamente denunziato colla separazione
dello Stato dalla Chiesa, entrerebbe senz'altro in vigore il diritto
comune

Non vi è dubbio che il Concordato bavarese (anche secondo la surriferita dottrina dell'Eminentissimo Cavagnis) nel suo complesso sia rimasto in vigore anche dopo il recente cambiamento nella forma di Governo; ma sembra che sarebbe lecito di domandarsi se l'eccezione ammessa espressamente da Monsignor Hollweck per il diritto di nomina alle sedi vescovili vacanti non valga altresì per la presentazione alle parrocchie ed ai benefici non concistoriali. Infatti, i privilegi contra ius debbono interpretarsi strettamente, e perciò sono da ritenersi piuttosto come personali che come reali; regola questa, la quale vale evidentemente soprattutto nel diritto di nomina o presentazione, che è odioso,
16r
perché diminuisce la libertà della Chiesa nel conferimento
dei benefici (can. 50





16v
In primo luogo, i Vescovi non sono del tutto
concordi nella loro condotta. Non apparendo, invero, ad essi chiaro se la surriferita
risposta della Santa Sede importi o no un tolerari potest, molti, fra i quali
Monsignor Arcivescovo di Monaco, non ardiscono di presentare la terna, nel timore che ciò
importi un pregiudizio dei principi canonici e dei diritti della Santa Sede medesima, ed
hanno cercato finora di provvedere mediante economi parrocchiali; altri, invece, o hanno
effettuato già tale presentazione, come (secondo quanto è stato riferito a Monsignor
Faulhaber) il Vescovo di Spira
17r
del continuo aumento dei prezzi,
insufficiente per vivere. Infine non può negarsi che i semplici economi non godono, di
fronte sia alle pubbliche autorità come ai fedeli, della stessa autorità dei parroci, la
quale pure sarebbe così necessaria in questi turbolentissimi tempi. Per tutti i suaccennati
motivi non è da maravigliarsi se molti Vescovi desiderino che la Santa Sede voglia
benignamente tollerare l'esercizio del diritto di presentazione da parte dell'attuale
Governo repubblicano, o almeno, affine di ottenere l'uniformità di condotta negli Ordinari,
si degni di dichiarare in termini più manifesti la sua mente al riguardo, naturalmente per
sola cognizione e norma dei Vescovi stessi, e senza che questi chiamino in causa o
compromettano in alcun modo la Santa Sede medesima di fronte al Governo.Nella più volte menzionata risposta a Monsignor Uditore di questa Nunziatura, la Santa Sede si diceva disposta ad esaminare le esigenze della nuova situazione, qualora un Governo, stabilmente costituitosi, volesse trattare con Essa. Ritengo quindi mio dovere di esporre subordinatamente all'Eminenza Vostra il mio umile avviso circa l'adempimento o meno di tali condizioni nel momento attuale.
17v
Occorre, innanzi tutto, riconoscere che in linea di diritto la situazione presente è migliore della passata. Infatti, il Governo




18r
l'attuale Governo possa considerarsi come
legittimo e quindi tale con cui sia lecito entrare in rapporti anche ufficiali.D'altra parte, però, occorre rilevare:
1°) che l'attuale Governo può dirsi stabile soltanto nel senso che tale è per sé qualsiasi Ministero legittimamente costituito, fino al momento in cui rimane di fatto al potere. Ma, per quanto, nell'attuale stato di fermento politico e sociale specialmente in Baviera, nessuno possa con assoluta certezza prevedere che cosa accadrà all'indomani, è tuttavia nella convinzione universale che il Gabinetto Hoffmann (come in genere i socialisti maggioritari

2°) Il Ministro Hoffmann, se sotto l'aspetto sociale

18v
sente troppo il terreno
vacillare sotto i suoi piedi e perché il partito popolare bavarese (Centro), nelle
trattative le quali precedettero la costituzione dell'attuale Ministero, pose come
condizione che la questione religiosa fosse lasciata intatta. Da un simile uomo è difficile
attendere che voglia trattare in modo soddisfacente colla Santa Sede per regolare la
situazione ecclesiastica. Debbo aggiungere che io non ho mancato di fare prudentemente dei
tentativi, massime per mezzo del capo del Centro bavarese, Dr. Speck

3°) Finalmente molti indizi fanno prevedere che probabilmente si giungerà in Germania alla separazione dello Stato dalla Chiesa

19r
pubblica dei Consigli. In tal caso cadrebbe da sé la
questione del diritto di presentazione ai benefici da parte delle autorità
governative.Ciò posto, lascio al superiore giudizio dell'Eminenza Vostra di decidere
In attesa pertanto delle venerate istruzioni, che all'Eminenza Vostra piacesse di comunicarmi possibilmente per telegrafo, m'inchino umilmente al bacio della Sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Hds. durchgestrichen.
2↑Hds. eingefügt von
Pacelli.
3↑Hds. durchgestrichen.
4↑Hds. eingefügt von
Pacelli.
5↑Hds. eingefügt
von Pacelli.
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7↑Hds. durchgestrichen.
8↑Hds.
eingefügt von Pacelli.
9↑Hds. durchgestrichen.
10↑Hds. eingefügt von
Pacelli.
11↑Hds. durchgestrichen.
12↑Hds. durchgestrichen.
13↑Hds. eingefügt von
Pacelli.