Dokument-Nr. 905
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro
[München], 07. Dezember 1918

Regest
Endlich sind Wahlen für den neuen bayerischen Landtag am 12. Januar 1919 anberaumt worden, da die übrigen Mitglieder des Kabinetts sich gegen Ministerpräsident Eisner, den bolschewistischen Minister für soziale Fürsorge und den Minister für Militärische Angelegenheiten durchgesetzt haben. Seit der Revolution wurde Eisners Wille durchgesetzt von den bewaffneten Arbeiter-, Soldaten- und Bauernräten, die die Minister gewählt haben und mitregieren wollen. Der Münchener Arbeiter- und Soldatenrat setzt sich aus dem Abschaum der Bevölkerung zusammen, aus vielen Nichtbayern aus der Marine, Juden, Einheimischen, die schon lange gegen Adel und Klerus aufbegehren, und kaum aus Bürgern und Soldaten, die wirklich an der Front waren. Diese wollten den Herrn spielen und die Macht für länger nicht aus den Händen geben. Nunmehr musste Eisner trotz dieses Drucks angesichts des auf vielfache Weise geäußerten Volkswillens und auch angesichts des Wunsches der Entente, nicht mit einer Regierung, die nicht den Volkswillen repräsentiert, verhandeln zu wollen, Wahlen für einen neuen Landtag ansetzen. Doch besagt diese Ankündigung noch nichts und man muss bis zu einem Wahlgesetz misstrauisch bleiben, das erst entscheiden wird, ob der Wille aller oder nur der von einer bestimmten Klasse verwirklicht werden wird. Zudem haben sich die Hoffnungen nicht erfüllt, dass die Parteien der Ordnung zusammen gehen werden, um die Revolution zu bekämpfen. So hat sich die neue Deutsche Volkspartei gegen die Bayerische Volkspartei gewandt, ihr die alte Kampfparole von der Gefahr für die Religion und separatistische Tendenzen vorgeworfen, die tatsächlich, auch in den Rheinprovinzen und Westfalen bestehen. Neben einem Wahlgesetz, das die Sozialisten begünstigt, müsse man also die Gespaltenheit der Ordnungsparteien fürchten, dazu Gewalttaten der Revolutionäre und Kommunisten gegen die übrigen Parteien während des Wahlkampfs.
Betreff
Le elezioni pel nuovo Landtag bavarese
Finalmente il Ministro Presidente Kurt Eisner ha dovuto cedere. Questa mattina è stato pubblicato un proclama in cui viene annunziato che: "Il Governo dello Stato popolare Bavarese ordina che le elezioni pel nuovo Landtag Bavarese abbiano luogo il 12 Gennaio 1919."
Come ho avuto l'onore di riferire a V. E. R. nel mio rispettoso Rapporto N. 11100 del 2 corr. le opposizioni maggiori alla convocazione dell'Assemblea Nazionale venivano precisamente dal Ministro Presidente. In ciò egli era seguito dal Bolscevista Ministro per gli affari sociali e dal Ministro per le cose militari, mentre tutti gli altri membri del
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Gabinetto erano per l'Assemblea Nazionale. La volontà del Ministro Presidente poi era sostenuta dal cerchio di ferro che si è stretto intorno a lui ed al suo Ministero fin dalla Notte della Rivoluzione giacché in verità il Governo provvisorio non può dirsi libero. I Consigli degli operai, dei soldati e dei contadini, che si formarono nella drammatica notte del 7 all'8 Novembre hanno eletti i Ministri come è loro piaciuto, perciò questi Consigli vogliono essi stessi conservare nelle loro mani la forza intiera, vogliono governare insieme ai Ministri ed avere anche la potestà esecutiva. Il Consiglio degli operai, soldati e contadini di Monaco è formato dalla feccia del popolo, fra cui nella notte della Rivoluzione erano in prima fila, in maggioranza, non Bavaresi, Marinai venuti appositamente
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per fare la Rivolta, molti ebrei, ed anche arrabbiati Bavaresi che già da molto tempo gridavano contro la nobiltà e il clero. I borghesi, tranne pochi, sono stati messi da parte; i soldati sono in gran numero quelli che non sono stati mai al fronte. Giuocare da padroni è lo scopo principale di questa gente. Solo alcuni deputati democratici rappresentano l'elemento serio insieme coi socialisti della Camera che si sono mantenuti disciplinati. Questo "Parlamento" ha circondato i Ministri di un severo controllo; all'insaputa dei Ministri stessi emette ordini e decreti e senza dubbio perciò cerca a tutti i costi di impedire le elezioni.
Malgrado però la sua volontà contraria e la pressione che gli veniva dalla gente che, come ho detto, lo circonda, Kurt Eisner ha dovuto piegare dinanzi alla volontà della maggioranza del popolo, espressa in tutte le
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forme: comizii, assemblee, telegrammi ecc. e dinanzi alla minaccia dell'Intesa di non volere trattare se non con un governo che sia la vera espressione della volontà popolare. Quello che stupisce è che il Ministro Presidente è andato più oltre ed invece di un'Assemblea Nazionale vuole convocare un nuovo Landtag, mostrando così di voler creare qualche cosa di più solido e definitivo.
Tuttavia, non bisogna lasciarsi ingannare, giacché con questo proclama a mio umile giudizio non si è guadagnato proprio niente. Solamente la legge elettorale sarà decisiva. Qui si vedrà se veramente la volontà di tutti potrà essere finalmente espressa, ovvero se in Baviera dovrà essere eretto il predominio di una sola classe. Fino a che non sarà conosciuta la legge
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elettorale, bisogna avere estrema diffidenza e grandissima cautela.
Oltre a ciò si deve aver presente un altro fatto, che potrà compromettere l'esito delle elezioni in favore dei partiti dell'ordine. Al principio si sperava che questi partiti si fossero fusi insieme per combattere la Rivoluzione. Disgraziatamente non è stato così. Il partito nazionale liberale si è unito al partito progressista ed ha formato la Deutsche Volkspartei. Questa però si è schierata contro la Bayrische Volkspartei, che afferma di non essere altro che il vecchio Centro, il quale ha soltanto cambiato il nome e qualche capo. Inoltre rimprovera alla Bay-
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rischen Volkspartei quella tendenza separatista, che accennai nel mio Rapporto N. 11124 del 4 corr., tendenza separatista che viene creduta oramai come un fatto, dopo che – come si è letto sui giornali di ieri – le Provincie del Reno e della Westfalia – cittadelle del Centro – vorrebbero formare una repubblica a sé. Infine la Deutsche Volkspartei accusa la Bayrische Volkspartei di avere gittato inconsultamente a scopo elettorale nella fornace delle lotte e passioni politiche il vecchio grido: la Religione è in pericolo!
Insomma si avranno sì le elezioni pel nuovo Landtag, ma vi sono due gravi pericoli: 1°) che venga compilata una legge elettorale ad esclusivo beneficio dei socialisti, e 2°) che le forze dei partiti dell'ordine, divise ed in lotta fra loro,
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non arrivino a trionfare sui rivoluzionari che sono uniti e compatti.
Infine tutto fa temere sanguinose sopraffazioni, durante il periodo elettorale, da parte dei rivoluzionari contro i partiti dell'ordine. Già l'altra sera un Comizio della Demokratischen Volkspartei – un altro partito dell'ordine – ha dovuto essere sciolto a causa delle furiose provocazioni dei rivoluzionari che irruppero nella sala, dove era radunata l'assemblea, con le più inaudite violenze. I Comunisti poi in un numeroso e turbolento Comizio tenuto ieri hanno resa avvertita clamorosamente la borghesia che le conquiste della rivoluzione non andranno perdute col nuovo Landtag.
Empfohlene Zitierweise
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro vom 07. Dezember 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 905, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/905. Letzter Zugriff am: 09.12.2024.
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