Dokument-Nr. 1169
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 12. Januar 1922
Regest
Pacelli berichtet über sein Treffen vom 3. Januar 1922 mit dem Breslauer Fürstbischof Kardinal Bertram und dem Kölner Erzbischof Kardinal Schulte zur Frage des Reichskonkordats. Aus dem beiliegenden Schreiben Bertrams vom 5. Januar gehen die außerordentlichen Schwierigkeiten, die dem Abschluss eines für die Kirche günstigen Konkordats entgegensehen, deutlich hervor. 1. Wie er schon in seinem Nuntiaturbericht vom 16. November 1921 erklärte, hatte er seine Punktation II am Vortrag an Reichskanzler Wirth übergeben. Diese hatte die Zustimmung der Fuldaer Bischofskonferenz erhalten und war vom Papst sowie von Gasparri gebilligt worden. Danach hatte er die besagten Punkte mit dem Reichstagsabgeordneten Kaas besprochen und schließlich Kardinal Bertram zukommen lassen, der einige Änderungen vorgeschlagen hatte. Am 12. November 1921 hatte er die Punktation auf Wunsch Wirths mit den angesehenen katholischen Abgeordneten Spahn, Porsch, Marx und Kaas vertraulich diskutiert. Pacelli ist sich dessen bewusst, dass die Reichsregierung nicht alle Forderungen in den vorgeschlagenen Formulierungen wird annehmen können, dennoch möchte er sie als Verhandlungsmasse verwenden. 2. Infolge des Briefs des preußischen Kultusministers Boelitz vom 6. Januar 1922 sieht Pacelli nur einen Verhandlungsweg: der Heilige Stuhl muss durchsetzen, dass die alten staatlichen Möglichkeiten der Einmischung, vor allem auf die Besetzung von Bischofsstühlen und Kanonikaten, die die preußische Regierung noch immer nutzt, abgeschafft werden. Der Nuntius forderte Bertram dazu auf, eine entsprechende Denkschrift zu verfassen, die er an die Regierung übergeben kann. 3. Für Pacelli ist es unverzichtbar, die Schulfrage in das Konkordat einzubeziehen. Gelingt dies nicht, ist der Abschluss eines Konkordats nach dem Wegfall der alten Einschränkungen seiner Ansicht nach nicht absolut notwendig. Die preußische Regierung gab in diesem Punkt bereits mit Blick auf eine schnelle Besetzung des bischöflichen Stuhls in Trier nach. Pacelli hofft, dass andere außenpolitische Gründe zu weiteren Zugeständnissen führen, denn anderen als außenpolitischen Argumenten ist die Regierung nicht zugänglich. Dabei darf der Eindruck eines Kuhhandels, der das deutsche Nationalgefühl auch der Katholiken verletzen würde, nicht entstehen. Pacelli bittet um Anweisungen.Betreff
Sul progetto di Concordato per il Reich
Il giorno 3 corrente ebbi in Berlino una Conferenza cogli Eminentissimi Signori Cardinali Bertram e Schulte circa la questione del Concordato per il Reich . In seguito ad essa l'Emo Vescovo di Breslavia mi ha inviato in data 5 corrente una lettera, che qui acclusa compio il dovere di trasmettere all'Eminenza Vostra Reverendissima.
L'esposizione del sullodato Cardinale illustra le straordinarie difficoltà, che realmente incontra in Germania la conclusione di un Concordato favorevole alla Chiesa. Mi sia permesso tuttavia, pur senza entrare per ora in un esame particolareggiato dell'esposizione medesima, di sottoporre all'Eminenza Vostra le seguenti brevi osservazioni al riguardo:
1°) Come ebbi già l'onore di accennare nel mio
40v
rispettoso Rapporto N. 22535
[sic] in data del 16 Novembre scorso, i punti presentati
il 15 dello stesso mese al Sig. Cancelliere Dr. Wirth furono da
me estratti, con non lievi mitigazioni, dai voti dell'Episcopato
tedesco riunito in Conferenza a Fulda dal 27 al 29 Gennaio
1920, ed ebbero quindi l'approvazione del S. Padre e
dell'Eminenza Vostra. – In seguito conferii ripetutamente intorno ai medesimi col Revmo
Mons. Prof. Kaas, deputato al
Reichstag
, indicatomi, dietro mia richiesta, dall'Emo Bertram come l'ecclesiastico più idoneo,
a giudizio dei Vescovi, per essere da me consultato circa le questioni
politico-ecclesiastiche concernenti il Reich e la Prussia. I punti così elaborati
vennero poscia da me inviati allo stesso Eminentissimo, il quale fece alcune proposte di
emendamenti, di cui tenni subito conto. Finalmente, per tacere di altre minori
consultazioni, essi vennero il 12 del predetto mese di Novembre confidenzialmente
discussi alla mia presenza, per desiderio del Sig. Cancelliere, in una lunga seduta, cui
presero parte i quattro più cospicui deputati cattolici della Germania, vale a dire lo Spahn, il Porsch, il Marx ed il summenzionato Mons. Kaas. Alcune saggie modificazioni, suggerite
durante la discussione, vennero da me accolte nel testo definitivo, che i deputati medesimi
stimarono potersi in tal guisa presentare senza inconvenienti al Governo. È chiaro che non tutto quanto in essi è richiesto potrà essere
ottenuto; ma 41r
era pure necessario che le prime proposte
contenessero una precisa affermazione dei giusti desideri della S. Sede. Durante le
trattative (come già si vien facendo in Baviera) vi sarà sempre
tempo e modo di introdurre i cambiamenti e le mitigazioni indispensabili, e perciò nella
Nota, con cui rimisi al Sig. Cancelliere i punti in discorso, lo
assicurai espressamente che "l'ulteriore svolgimento dei negoziati offrirebbe alla S. Sede
l'occasione di dare circa i suddetti punti tutti gli schiarimenti, che il Governo del
Reich desiderasse, e di prendere, con sincero desiderio di accordo, in seria e
benevola considerazione le eventuali proposte di modificazioni e di aggiunte, le quali
venissero presentate dal Governo stesso".2°) Dopo la recente lettera del Sig. Ministro del Culto prussiano in data del 6 corrente, da me trasmessa coll'ossequioso Rapporto N. 22938 1 del 9 corrente, sembra, salvo meliori indicio [sic], che la via da seguirsi praticamente debba essere ora la seguente. Innanzi tutto occorre ottenere senza indugio, conformemente al secondo capoverso della summenzionata lettera, la cessazione delle ingerenze governative nella nomina dei Vescovi e dei Canonici; come pure si dovrà insistere per la pronta abrogazione di varie altre antiche disposizioni restrittive, ancora applicate dal Ministero del Culto in Prussia. A tal proposito ho pregato l'Emo Sig. Cardinale
41v
Bertram di rimettermi a nome dell'intiero Episcopato un
apposito Memorandum, che io presenterò poi ufficialmente al Governo.
Sbarazzato così il terreno dagli intralci della vecchia legislazione e restituita nella
maggior misura possibile la libertà della Chiesa, la S. Sede potrà procedere con molto
maggiore indipendenza nelle ulteriori trattative. Per queste conviene attendere che il
Governo del Reich si pronunzi sui più volte menzionati punti; dopo di che si potranno
utilmente tenere presenti le osservazioni esposte dall'Emo Vescovo di Breslavia nella
succitata lettera.3°) Se la questione scolastica dovesse essere completamente esclusa dal Concordato, ciò costituirebbe, a mio umile parere, un gravissimo pregiudizio, giacché confermerebbe il falso principio che la scuola dipende unicamente dallo Stato; in tal caso, meglio sarebbe di rinunziare del tutto alla conclusione del Concordato medesimo, di cui del resto, ottenuta la soppressione delle anzidette leggi restrittive, la Chiesa non avrebbe più alcun assoluto bisogno. Ora però il Governo prussiano, spinto dall'interesse di una rapida provvista della diocesi di Treviri, ha cominciato a recedere (ciò che a molti sembrava finora impossibile) dalla sua opposizione di massima ed ha consentito, come risulta dal terzo capoverso della summenzionata lettera del Sig. Ministro del Culto, ad "entrare in trattative col Governo del Reich
42r
circa il regolamento del lato religioso della questione
scolastica nel Concordato". Così è lecito sperare che, per simili motivi di
politica estera (ben noti all'Eminenza Vostra), il Governo consenta ad ulteriori
concessioni. Non vi sono pur troppo, che io sappia, all'infuori dei suddetti motivi, altri
efficaci argomenti per indurlo alla ragione; ma da essi, adoperati con abilità e fermezza –
ed al tempo stesso delicatamente, in guisa da togliere qualsiasi apparenza di
marchandage o di rappresaglia, che urterebbe in Germania il sentimento nazionale
anche dei cattolici, – possono, se non m'inganno, ripromettersi per il bene della Chiesa
rilevanti vantaggi.Pregando l'Eminenza Vostra di farmi pervenire per mia norma le Sue superiori istruzioni circa le suaccennate materie, m'inchino umilmente al bacio della Sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑"N. 22938" hds. unterstrichen und am linken Seitenrand "m" notiert von unbekannter
Hand, vermutlich vom Empfänger.