Dokument-Nr. 2049
Pacelli, Eugenio an Pizzardo, Giuseppe
, 08. Dezember 1925
Regest
Pacelli übersendet Pizzardo im Nachgang zu seinem Bericht betreffend die Zusammenarbeit von der Zentrumspartei mit der Sozialdemokratischen Partei in Deutschland die Kopie eines Schreibens des Zentrumsvorsitzenden Marx zusammen mit einem Bericht an den Kardinalstaatssekretär. Er überlässt Pizzardo die Entscheidung, ob und wie der Bericht weitergeleitet wird. Mit Blick auf sein letztes Schreiben bezüglich einer Romreise wartet der Nuntius noch auf Pizzardos Rückmeldung.Nachfolgend kommt er offen auf seine finanziellen Probleme zu sprechen. Er holt dafür weiter aus und erklärt, dass er bereits in München ein Ende seiner Tätigkeit als Nuntius gewünscht habe, zugleich aber das Bayernkonkordat, für das er so viel gearbeitet hat, abschließen wollte. Unter dem Hinweis, dass es in Berlin nur Probleme gebe und das Klima zudem schlecht für seine Gesundheit sei, erklärt er, dieses Kreuz nur aus Gottesliebe auf sich genommen zu haben. Da er selbst in Rorschach, wo er sich auf ärztlichen Rat hin ausruhen soll, ununterbrochen arbeitet, beurteilt Pacelli eine Fortsetzung seiner Tätigkeit nur dann als möglich, wenn er in finanzieller Hinsicht sorgenfrei sein kann. Über diesen Stand der Dinge soll Pizzardo den Kardinalstaatssekretär informieren, gegebenenfalls könne auch Pacellis Bruder entsprechend vorstellig werden. Folgendes benennt der Nuntius als unverzichtbar: Statt eine fixe monatliche Summe für alle nicht persönlichen Ausgaben vorzusehen, möchte Pacelli diese von Monat zu Monat variierenden Ausgaben aus dem Peterspfennig bestreiten. Mit Blick auf die persönlichen Ausgaben verlangt er genauen Aufschluss darüber, was diese umfassen, und ob die Wertentwicklung der Mark bei den ihm zukommenden Mitteln berücksichtigt wird. Pacelli hat den Eindruck, dass bei der Zuweisung der persönlichen Mittel zu seinem Nachteil mit zweierlei Maß gemessen wird. Außerdem hält er es für angezeigt, dass sich die Dienstjahre und die gebrachten Opfer in der Bezahlung widerspiegeln. Er erwartet eine rasche Lösung, da er seit Monaten kein persönliches Gehalt hat, und weist darauf hin, ansonsten den Dienst als Nuntius quittieren zu müssen.
[Kein Betreff]
Il 1o corrente Le spedii il Rapporto personale e confidenziale chiesto dall'Emo sulla collaborazione dei cattolici coi socialisti in G. Non avendo avuto da Lei alcuna altra notizia in riguardo, suppongo che Ella lo abbia trovato accettabile e lo abbia quindi consegnato al destinatario. Ora mi giunge una lettera del Sig. Marx, in cui più diffusamente sono esposti gli stessi concetti. Nella suaccennata supposizione, ne ho fatto copia, che invio qui acclusa insieme ad un breve Rapporto per l'Emo. Affido anche questa volta la cosa a Lei, cui lascio il giudizio se e come sia opportuno di consegnare il Rapporto medesimo.
Spero che Ella avrà pure ricevuto una mia lettera posteriore, in cui rispondevo al Suo carissimo biglietto, relativo ad una mia corsa a Roma. Attendo di conoscere il Suo parere ed i Suoi desideri.
Mio fratello mi ha scritto che ha parlato due volte coll'Emo ed una volta con Lei circa la questione del mio assegno. Il successo sembra che sia stato, per ora almeno, assai poco brillante. – Perciò mi permetto di aprirLe anche su questo argomento con ogni franchezza l'animo mio. Ella sa che con grande sacrificio io mi sono rassegnato ad andare a Berlino. Finché ero in Monaco, sebbene anche là, sotto molti punti di vista, avrei desiderato di lasciare la vita di Nunziatura, pure mi riteneva la brama, credo umanamente anche perdonabile, di condurre a termine il Concordato bavarese, per il quale avevo già tanto lavorato. Ora in Berlino non ho che lotte e difficoltà, e solo per amore di Dio ho abbracciato quella pesante croce. Si aggiunga che il clima di quella città non è il più adatto per la mia salute: io devo avere colà tante precauzioni, per non essere esposto a dei fenomeni ben spiacevoli. Il Medico mi aveva ordinato di riposarmi dopo tanti anni e per questo son venuto qua; ma, se sono in Rorschach libero dalle visite e da altre noie di Berl., di lavoro ne ho avuto continuamente, giacché tutto quello, che ha una qualsiasi importanza, mi viene inviato dalla Nunziatura. In queste condizioni Ella comprenderà che, se, almeno dal punto di vista economico, io non potessi trovarmi tranquillo e senza preoccupazioni, mi sarebbe impossibile di continuare e dovrei inevitabilmente ritirarmi. Questo prego Lei eventualmente di far comprendere ai Su-
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periori, ed in caso di bisogno incaricherò anche mio
fratello di dirlo chiaramente
1 all'Emo. In me non vi è
nessuna idea di ripicca od altra simile. Potrei lamentarmi sotto vari aspetti: taccio
unicamente per amore di Dio e nella speranza di un premio migliore dal Signore. Ma, se io
non avessi quella tranquillità cui ho accennato, mi sarebbe (come Le ho detto) impossibile
di continuare e credo che avrei anche tutto il diritto, non già di aver promozioni (ed io
non Le chiedo né le desidero, anzi...), ma di ritirarmi. Ora quello che mi è indispensabile
è il seguente: 1) io non potrei accettare una somma fissa per tutte le spese non personali.
Esse variano da un mese all'altro. Un mese si danno pranzi (che costano assai, specialmente
per i vini) ed un altro no; un mese si debbono far provviste, ad es. di carbone, ed un altro
no. Io non so che cosa la S. Sede perde, se si dice che sono autorizzato a prendere
dall'Obolo tutto quello che serve. Io non ci guadagno nemmeno un
centesimo, mentre che forse potrei guadagnare colla somma fissa; ma appunto non è guadagnare
che io voglio, ma solamente avere tranquillità
2. 2) per le spese personali
occorre sapere chiaramente che cosa s'intende. Ogni volta che l'ho domandato mi sono state
date risposte differenti. 3) Chiedo che per questo assegno personale si tenga conto dello
stato della valuta in Germania, ove le lire hanno attualmente un valore
minimo. Allorché in Germania la valuta era bassa e che io
chiedevo di avere il trattamento degli altri Nunzi, mi fu da Lei
risposto che no, giacché l'assegno era commensurato allo stato della valuta. Ora che invece
in Germania la situazione è capovolta e la valuta è alta, <sembra che>3 si voglia (come mi ha detto mio fratello) trattarmi
come gli altri Nunzi. Insomma due pesi e due misure. Mille lire sono circa centosessanta
Marchi. Io non avrei così nemmeno il doppio dell'Uditore, che ha
cento marchi, sebbene le [96r
mente quale ragione vi sia per farmi una situazione
tanto peggiore. Insomma io attendo (ma non molto più a lungo) una soluzione. Intanto i mesi
passano senza che io abbia alcuno stipendio personale e rimetto del mio, ad es., anche per
la beneficenza che debbo fare in Italia. Molti credono che, come Nunzio di Berlino, io nuoti
nell'oro, e ricevo così tante domande, cui spesso non <mi>8 è possibile di sottrarsi. Quando non fossi più Nunzio, tali domande
non verrebbero più almeno in tale misura od anche, se venissero, potrei ben più facilmente
scusarmi, qualora non avessi i mezzi sufficienti. – Spero quindi di aver presto una decisione soddisfacente e di non essere quindi costretto a compiere un
passo, che, come Le ho detto, diverrebbe altrimenti inevitabile.Con inalterabile ed affettuosa stima
sempre Suo affmo in J. C.
+ Eugenio
1↑Hds. unterstrichen, vermutlich von Pacelli.
2↑Hds. unterstrichen, vermutlich von Pacelli.
3↑Hds.
eingefügt von Pacelli.
4↑Hds. gestrichen von Pacelli.
5↑Hds. eingefügt von Pacelli.
6↑Hds. unterstrichen, vermutlich von Pacelli.
7↑Hds. unterstrichen, vermutlich von Pacelli.
8↑Hds. eingefügt von
Pacelli.