Dokument-Nr. 2222
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 27. Oktober 1921

Regest
Weisungsgemäß teilt Pacelli Gasparri seine Ansicht über die von der Regierungskommission für das Saargebiet gewünschte Ernennung eines Apostolischen Vikars oder Delegaten für das Saargebiet mit. Er geht davon aus, dass die betroffenen Bischöfe von Trier, Korum, und von Speyer, Sebastian, diesbezüglich auf ihren bereits früher eingenommenen Standpunkten beharren werden. Er zweifelt nicht daran, dass eine solche Ernennung nach dem Teilungsbeschluss für Oberschlesien im Deutschen Reich heftige Reaktionen gegen den Heiligen Stuhl hervorrufen würde. Mit Blick auf die Konkordatsverhandlungen mit Bayern und dem Reich scheint ihm diese Frage jedoch von entscheidender Bedeutung, denn die Bayerische Volkspartei und die Zentrumspartei sind in den Parlamenten auf die Unterstützung der nicht-katholischen Parteien angewiesen, um die Konkordate abschließen zu können. Da hierbei religiöse Argumente nicht ausschlaggebend sein werden, muss Pacelli politische anführen. Vor allem Preußen lege Wert darauf, dass Priestern ausländischer Herkunft keine Kirchenämter ohne die Bewilligung der Regierung erteilt wird. Pacelli legte dem Breslauer Fürstbischof Kardinal Bertram nahe, dieser Forderung der preußischen Regierung nicht nachzukommen, damit er diese Waffe nicht für die Konkordatsverhandlungen verliere. Die Regierung könnte indes versuchen, die Frage unilateral durch die Gesetzgebung zu lösen, indem Priestern in Preußen Gehaltserhöhungen nur dann gezahlt werden, wenn die erwähnte Regierungsbewilligung eingeholt wird. Damit bleibe als einziges unbestreitbares Argument der Hinweis auf die besetzten Gebiete, also vor allem auf das Saargebiet. Da die Regierungsstellen sich diesbezüglich jedoch beruhigt zeigten, sieht Pacelli die Anfrage der Regierungskommission als willkommenes Mittel, um den Druck zu erhöhen. Er schlägt vor, dass Gasparri den deutschen Botschafter von Bergen beim Heiligen Stuhl und den bayerischen Gesandten Ritter von Groenesteyn, darauf hinweisen könne, dass der Heilige Stuhl die Forderung der Regierungskommission bisher mit Verweis auf die Bulle "De salute animarum" von 1821 und das Bayernkonkordat von 1817 zurückgewiesen habe, die aber nur noch provisorisch gültig seien. Sollten die Regierungen in absehbarer Zeit kein zufriedenstellendes Konkordat zuerst mit Bayern und dann mit dem Reich schließen, werde sich der Heilige Stuhl gezwungen sehen müssen, die alten Verträge als gegenstandslos zu betrachten, wodurch er diese den Forderungen der Regierungskommission nicht mehr werde entgegenhalten können. Pacelli geht davon aus, dass sein Vorschlag zu guten Konkordaten führen und die Verhandlungen beschleunigen wird.
Betreff
Circa la proposta nomina di un Amministratore Apostolico per il territorio della Sarre
Eminenza Reverendissima,
Non appena pervenutomi il venerato Dispaccio N. B=26042 del 10 corrente insieme all'Allegato, che qui accluso compio il dovere di ritornare all'Eminenza Vostra Reverendissima, mi diedi premura di rivolgermi senza indugio segretamente ai due Vescovi di Treviri e di Spira, per conoscere se avessero nulla da aggiungere alle osservazioni già inviate alla S. Sede circa l'amministrazione ecclesiastica del territorio della Sarre.
Soltanto oggi ho appreso che, come era da prevedere, Mons. Vescovo di Treviri mantiene il punto di vista già espresso nel Memoriale dell'Agosto 1919, e lo stesso si può ritenere che in sostanza risponderà anche Mons. Vescovo di Spira.
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Riservandomi, pertanto, di trasmettere in seguito le eventuali ulteriori osservazioni dei due anzidetti Prelati, stimo intanto opportuno di non tardare più oltre a manifestare all'Eminenza Vostra, in obbedienza ai venerati Suoi ordini, il mio subordinato parere circa la grave questione.
Non vi può essere dubbio che, specialmente dopo le recenti perdite nell'Alta Slesia, l'eventuale favorevole accoglimento da parte della S. Sede della domanda testé avanzata dal Governo della Sarre, produrrebbe in Germania dolorosissima impressione. Ciò è troppo manifesto, perché io abbia bisogno di soffermarmi su tal punto. La questione invece ha una specialissima e, direi quasi, decisiva importanza per le trattative circa i Concordati, che si spera di concludere prima colla Baviera e poi col Reich.
Come infatti è ben noto all'Eminenza Vostra, né il partito popolare (Bayerische Volkspartei) nel Landtag bavarese, né tanto meno il Centro al Reichstag ed al Landtag prussiano, hanno la maggioranza assoluta, di guisa che non potranno far passare colle sole loro forze il progetto di Concordato nei rispettivi Parlamenti, ma dovranno cercare appoggio in altri partiti. Bisogna inoltre contare coll'aspra resistenza che non pochi alti funzionari dello Stato, imbevuti di principi liberali, muovono contro i diritti della Chiesa. Così, ad esempio, in Prussia non solo il protestante Ministro del Culto
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Dr. Becker, ma anche il cattolico Niermann, Consigliere segreto governativo nel Ministero medesimo, tendono alla conclusione di un Concordato "minimo", limitato cioè alle sole materie incluse nelle Bolle di circoscrizione, escludendo così specialmente i punti concernenti le Facoltà teologiche e la scuola (cfr. Rapporto N. 20493 del 2 Maggio 1921). Ora è chiaro che per cercar di guadagnare i suddetti partiti e di spezzare tali resistenze, non giovano gli argomenti di ordine religioso, ma occorrono stringenti ragioni politiche. Fra esse – oltre il bisogno generale del Governo germanico di mantenere, nelle attuali difficilissime circostanze, buoni rapporti colla S. Sede (motivo, però, questo, il quale, appunto perché generale, è meno concreto e tangibile) – sono soprattutto efficaci le due seguenti:
1º) Il Governo vuole assicurarsi che i sacerdoti, i quali hanno uno stabile ufficio ecclesiastico in Germania (Vescovi, parroci, professori, ecc.), siano cittadini tedeschi. Ciò ha specialmente in Prussia una grande importanza, massime per ciò che <quanto>1 riguarda le parrocchie situate presso i confini della Polonia. È per ciò che il Ministero del Culto prussiano ha ripetutamente tentato di ottenere dai Revmi
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Vescovi la promessa di non nominare stranieri a detti uffici senza il consenso dello Stato; ma, essendosi l'Emo Sig. Cardinal Bertram a me rivolto per conoscere se avevo difficoltà al riguardo, io, affine di non perdere quest'arma nelle trattative concordatarie, ho stimato sempre necessario di esortarlo vivamente a non aderire a tale richiesta o ad summum a farlo coll'espressa riserva che simile promessa varrebbe soltanto provvisoriamente, vale a dire sino alla conclusione del Concordato, e senza pregiudizio delle trattative anzidette, le quali sono riservate alla Santa Sede. Tuttavia il Governo potrebbe eludere questa difficoltà e regolare unilateralmente un tal punto per via legislativa. Ed infatti il summenzionato Consigliere segreto governativo Niermann ha già suggerito, come mi consta da sicure informazioni, che lo Stato prussiano conceda gli aumenti di congrua colla condizione che nessuno straniero possa essere nominato parroco senza la sua approvazione.
2º) Rimane quindi come unico argomento insuperabile la situazione ecclesiastica nei territori occupati, soprattutto nel bacino della Sarre. Di questo argomento, che venne da me espressamente toccato nella Nota al Sig. Hoffmann, allora Presidente del Consiglio dei Ministri in Baviera, in data del 9 Marzo 1920, ho fatto ripetutamente uso nelle mie conversazioni coi vari uomini di Stato circa la questione concordataria (cfr., ad esempio, il succitato Rapporto N. 20493); ma
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debbo confessare che, in seguito alle assicurazioni che i Governi di Berlino e di Monaco (come pure Mons. Vescovo di Treviri, in occasione del viaggio da lui compiuto in Roma nello scorso anno) hanno ricevuto in proposito dalla benevolenza della S. Sede, essi si sentono abbastanza tranquilli e non temono mutamenti. L'attuale domanda del Governo della Sarre giunge quindi assai opportuna per rimettere pienamente in valore questo efficacissimo motivo. Vostra Eminenza nel Suo superiore senno giudicherà, se non sia perciò forse espediente di tenere al Sig. Ambasciatore di Germania ed al Sig. Ministro di Baviera in Roma presso a poco il seguente ragionamento: Il Governo della Sarre ha chiesto recentemente la nomina di un Amministratore Apostolico per quel territorio, il quale così, durante il periodo che precederà il plebiscito, verrebbe, se non definitivamente dismembrato, almeno sottratto alla giurisdizione dei Vescovi di Treviri e di Spira. La Santa Sede si propone di rispondere essere ciò per ora impossibile, trovandosi i limiti delle diocesi anzidette fissati rispettivamente nella Bolla concordata De salute animarum e nel Concordato bavarese del 1817 (cfr. Dispaccio N. B=20746 del 13 Maggio 1921). Tuttavia la S. Sede medesima deve richiamare l'attenzione dei Governi di Berlino e di Monaco sulla circostanza che, come è stato ripetutamente dichiarato, le suddette Convenzioni concordatarie, in seguito agli avvenimenti di questi ultimi anni,
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non possono considerarsi come rimaste in vigore se non in via di fatto e provvisoriamente. Ora è evidente che un tale stato provvisorio e di transizione non potrebbe prolungarsi per un tempo indefinito. Se quindi entro un termine ragionevole non si concluderanno, prima colla Baviera e poi col Reich, nuovi Concordati, di cui la Chiesa possa dirsi sufficientemente soddisfatta, la S. Sede, pur essendo lungi da Essa qualsiasi idea di rappresaglia, si troverà tuttavia nella necessità di considerare le menzionate Convenzioni come intieramente decadute, e quindi non potrà più opporre al Governo della Sarre il solo argomento perentorio suaccennato, di essere cioè legata da Concordati. La responsabilità delle conseguenze di una tale condizione di cose ricadrebbe, come è manifesto, interamente ed2 esclusivamente sui rispettivi Governi. − Una simile dichiarazione avrebbe, a mio subordinati avviso, il duplice effetto di facilitare la conclusione di buoni Concordati e di accelerarne le trattative.
Dopo di ciò, chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
2Hds. gestrichen, vermutlich von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 27. Oktober 1921, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2222, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2222. Letzter Zugriff am: 04.12.2024.
Online seit 14.05.2013, letzte Änderung am 13.06.2014.