Document no. 13676
Pacelli, Eugenio
to Gasparri, Pietro
Munich, 25 January 1924
Summary
Pacelli bestätigt den Erhalt der Bitte des Warschauer Nuntius Lauri gebeten, den Pfarrer von Schmilau Linus Freyer, der aufgrund seiner Staatsangehörigkeit aus der Erzdiözese Gnesen-Posen ausgewiesen wurde, dem Apostolischen Administrator von Tütz Weimann zu empfehlen. Dieser hatte sich bereit erklärt, Freyer ein vakantes Benefizium in Behle zu besorgen. Inzwischen hatte Freyer aber Pacelli um Einschaltung beim preußischen Kultusminister Boelitz gebeten, der über das entsprechende Patronatsrecht der Pfarrei Behle verfüge. Da aber Preußen die staatlichen Patronatsrechte nach dem Ende der Monarchie nicht bestätigt worden waren, möchte Pacelli den Minister nicht offiziell aufsuchen. Bei einer privaten Unterredung mit dem Ministerialrat im preußischen Kultusministerium Schlüter erfuhr der Nuntius schließlich, dass das Ministerium Freyer für die von besseren Kandidaten angestrebte Pfarrei Behle nicht präsentieren würde. Würden außerdem ausgewiesene Priester leicht ein deutsches Benefizium erhalten, hätte die polnische Regierung ein gutes Argument, um mit den Ausweisungen fortzufahren. Infolge dieser Situation hatte sich Freyer an den Heiligen Stuhl gewandt. Nach Pacellis Ansicht könnte die Römische Kurie für eine angemessene Entschädigung Freyers vonseiten des Posener Ordinariats oder der polnischen Behörden sorgen. Als problematisch betrachtet Pacelli aber die vom deutschen – anders als vom bayerischen – Episkopat mit dem Heiligen Stuhl nicht geklärte Frage der Patronatsrechte. Diese wurde ausschließlich bei der Fuldaer Bischofskonferenz im August 1920 erörtert und im Sinne des Artikel 137 Abs. 3 der Weimarer Reichsverfassung entschieden. Den Bischöfen zufolge seien auf einem landesherrlichen Hoheitsrecht beruhende Patronate weggefallen, auf besonderen Rechtstiteln beruhende Patronate dagegen bestehen geblieben. Anlässlich der Unterredungen mit dem preußischen Kultusminister Boelitz über die Konkordatsverhandlungen mit Preußen behauptete dieser Pacelli gegenüber, die Weimarer Reichsverfassung habe nichts an dem durch die staatlichen Patronate gesicherten Präsentationsrecht geändert; ansonsten müsse er prüfen, inwieweit ein Verzicht des Staates auf das genannte Privileg seine entsprechende Verpflichtungen in Frage stellen würde. Anhand dieser Aussage empfiehlt Pacelli dem Heiligen Stuhl äußerste Zurückhaltung, um die Konkordatsverhandlungen nicht zu kompromittieren.Subject
Sull'Esposto del Sac. Lino Freyer
Insieme al relativo Allegato, che qui accluso compio il dovere di ritornare all'Eminenza Vostra Reverendissima, mi è stamane pervenuto il venerato Dispaccio N. 26246 del 21 corrente.
Con Foglio N. 6122 in data del 29 Ottobre s. a. Mons. Nunzio Apostolico






Senza indugio compii l'incarico affidatomi dal sullodato Mons. Nunzio con lettera diretta il 2 Novembre al menzionato Mons. Weimann, il quale il 1° Dicembre mi significò che "qualora il Sac. Freyer non venisse presentato
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per la parrocchia di
Behle, gli avrebbe conferito un altro beneficio, non appena fosse stato
vacante".Intanto il Freyer si rivolse a me direttamente in data del 17 Dicembre, chiedendomi di intervenire presso il Sig. Ministro del Culto

Poiché, come è noto, nel caso di mutazione nella forma di governo, i diritti di patronato o di presentazione



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Berlino nei primi giorni del corrente mese di Gennaio, per
parlare della cosa in modo del tutto privato (come dichiarai espressamente) col Consigliere
ministeriale Sig. Schlueter.

La mattina seguente comunicai al Freyer, venuto espressamente a Berlino affine di insistere ancora presso di me nella sua richiesta, la risposta del sunnominato Consigliere ministeriale, la quale non lasciava alcun adito a speranza. In seguito a ciò egli si è indirizzato al S. Padre

A mio umile avviso, non sarebbe quindi il caso per la S. Sede d'intervenire né presso l'ordinario di Tütz (il quale, come si è accennato, è già disposto a concedere al Freyer un
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beneficio di libera
collazione, appena diverrà vacante), né tanto meno presso le Autorità civili tedesche, vale
a dire presso il Ministero del Culto prussiano, per le considerazioni suesposte.
L'interessamento della S. Sede potrebbe piuttosto esplicarsi, se così l'Eminenza Vostra
giudicasse conveniente, presso la Curia arcivescovile di Posnania o le Autorità civili
polacche, affinché sia almeno dato al Freyer un equo indennizzo.A complemento di quanto sopra mi sia permesso di ricordare come, mentre i Vescovi della Baviera subito dopo la rivoluzione del Novembre 1918


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colo 137








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se e fino a qual punto lo Stato possa cambiare i
diritti spettantigli in questa materia, senza cessare dall'adempiere i suoi obblighi
(cfr. Rapporto N. 26628 del 24 Febbraio 1923). In
considerazione di ciò, sembrami subordinatamente tanto più indispensabile che la
S. Sede mantenga in tale materia un [sic] attitudine di riserbo ed eviti di
compromettere la sua situazione in vista degli ulteriori eventuali
negoziati col Governo prussiano
Chinato umilmente al bacio della sacra Porpora con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico