Dokument-Nr. 6975
Pacelli, Eugenio
an Cassetta, Francesco di Paola
München, 06. März 1918
Regest
Mit Schreiben Cassettas vom 3. Januar 1918 über die Zusammenstellung des Breslauer Kirchengerichtes hatte Pacelli die Aufgabe erhalten, der Konzilskongregation seine fachliche Meinung mitzuteilen. Der Nuntius schickt voraus, im Archiv der Apostolischen Nuntiatur in München nichts Weiteres außer den offiziellen Akten, die er Cassetta zukommen lässt, auffinden zu können. Pacelli berichtet, Papst Benedikt XIV. habe per Apostolischem Breve vom 1. August 1748 zur Exemtion des Breslauer Bistums den Nuntius von Polen mit der Errichtung des Appellationsgerichts für die zweite und dritte Instanz bevollmächtigt; die zuständigen Richter musste der Nuntius auf Vorschlag des Fürstbischofs nach Anhörung des Domkapitels ernennen. Nach Abschaffung der Nuntiatur wurden Prosynodalrichter eingeführt. - Nach der Säkularisation von Kirchen- und Klostergütern 1810 in Schlesien kam es 1812 zu einer neuerlichen Einführung der besagten Instanzen, jedoch unter staatlicher Aufsicht und mit Laien- neben Kirchenrichtern. Nach Inkrafttreten der Preußischen Verfassung beabsichtigte 1855 der Breslauer Bischof Heinrich Förster, die alten Privilegien wiederherzustellen und erhielt dafür am 12. Januar 1855 ein zehnjähriges Indult vom Heiligen Stuhl, das es ermöglichte, einen Kirchenrichter für die zweite Instanz auf Vorschlag des Kapitels mit Einschaltung des Wiener Nuntius auszuwählen und drei Kirchenrichtern die dritte Instanz nach ähnlichem Verfahren zuzuweisen. Eine Ergänzung dieser Regelung erfolgte durch das Reskript der Kongregation für die Außerordentlichen Kirchlichen Angelegenheiten vom 1. September 1858 und das Breve vom 22. Juli 1864. Nach der Tätigkeitsunterbrechung in der Zeit des Kulturkampfs wurden die wieder eingeführten Prosynodalrichter alle drei Jahre vom Kapitel regelmäßig gewählt und darüber wurde der Nuntius von Wien und später die Konzilskongregation unterrichtet. Pacelli schlussfolgert daraus, dass die Mitwirkung von Laienrichtern weder in Kirchengesetzen noch in den besagten Indulten noch im CIC vorgesehen sei; die Breslauer Diözese stelle außerdem keinen Fall dar, der nach dem Canon 5 des CIC zu regeln sei. Infolgedessen ist Pacelli der Ansicht, bei der Zusammenstellung des Appellationsgerichts seien keine Laienrichter mehr in Betracht zu nehmen.[Kein Betreff]
Non appena mi giunse il venerato Foglio N. 5324/17 in data del 3 Gennaio scorso, col quale l'Eminenza Vostra Reverendissima si degnava chiedere il mio modesto parere circa alcuni quesiti proposti da Monsignor Vescovo di Breslavia



1v
Con Breve del 1° Agosto 1748 (Allegato I) il Sommo
Pontefice Benedetto XIV


Venuta poi a cessare la sullodata Nunziatura, furono all'uopo eletti dal Vescovo giudici prosinodali, che ottennero la conferma della Santa Sede (Allegati II, III e IV).
In seguito all'epoca della secolarizzazione

Dopoché la Costituzione prussiana


2r
1855 si propose di ricostruire i giudizi ecclesiastici
nella sua diocesi in armonia colle disposizioni canoniche e soprattutto di dare una sicura
base giuridica ai tribunali di seconda e terza istanza. A tal fine, mentre chiedeva alla
Santa Sede la sanazione dei precedenti processi e sentenze, supplicava al tempo stesso per
la rinnovazione dell'antico privilegio della diocesi di Breslavia relativamente alle cause
d'appello. Questo nuovo Indulto

2v
adsessores sive auditores ecclesiasticos seu saeculares sacrorum canonum
peritos, qui tamen omni voto deliberativo seu decisivo destituantur". – Questo Indulto venne
poi completato con rescritto della Sacra Congregazione degli Affari
Ecclesiastici Straordinari
Il Kulturkampf



3r
Ciò posto, e tenendo presente1) che i sacri canoni hanno sempre assolutamente escluso i laici dall'officio di giudici nelle cause ecclesiastiche (cap. 2. X. de iudiciis II, 1








2) che nei particolari surriferiti Indulti pontifici per la Diocesi di Breslavia si parla sempre di persone ecclesiastiche da eleggersi all'ufficio di giudici;
3) che il nuovo Codex iuris canonici



4) che il motivo, per cui sembra essersi introdotta ad istanza del Governo la consuetudine di assumere anche i laici come giudici (ossia il fatto che la giurisdizione ecclesiastica si estendeva allora altresì a cause che la potestà civile si è poi riservata), è venuto a cessare;
5) che è parimenti venuta meno qualsiasi ingerenza governativa nella scelta dei giudici ecclesiastici, ed anzi Monsignor Vescovo di Breslavia, da me espressamente interrogato al riguardo, ritiene non esservi da temere alcuna difficoltà da parte dello Stato per una eventuale futura esclusione dei laici (Allegato IX);
3v
6) che il sullodato Vescovo inclina egli stesso
apertamente a considerare quella consuetudine come un abuso;7) che, secondo il can. 5

sembrami subordinatamente che ai dubbi proposti dal più volte lodato Vescovo possa rispondersi:
Ad 1um negative.
Ad 2um affirmative.
Nel sottoporre, pertanto, questo umile parere al superiore giudizio ed all'alta sapienza dell'Eminenza Vostra, m'inchino al bacio della Sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Seitenzählung von den Editoren eingefügt.
2↑"notificata" hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger,
in roter Farbe unterstrichen.
3↑"direttamente ... Congregazione" hds. von
unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger, in roter Farbe unterstrichen.